Roma capitale di ‘Azzardopoli’, secondo il dossier di Libera

l settore dei giochi in Italia offre lavoro a 120.000 addetti e muove gli affari di 5.000 aziende, grandi e piccole. E mobilita il 4% del Pil nazionale. E con 76,1 miliardi di euro di fatturato legale l’Italia con questa cifra occupa il primo posto in Europa e terzo posto tra i paesi che giocano di piu’ al mondo”. Lo si legge nel dossier presentato oggi dall’associazione Libera, “Azzardopoli, il Paese del gioco d’azzardo”.

“Per rendere l’idea- dice Libera- 76,1 miliardi, sono la portata di quattro Finanziarie normali, una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di piu’ di quanto viene riversato sull’istruzione. Se analizziamo gli ultimi dati riferiti ai mesi di ottobre e novembre 2011, il primato per il fatturato legale del gioco spetta alla Lombardia con 2 miliardi e 586 mila di euro, seguita dalla Campania con un miliardo e 795 mila euro. All’ultimo gradino del podio il Lazio con un miliardo e 612 mila euro. Soldi che girano grazie alle 400 mila slot presenti in Italia” sostiene l’associazione.

La citta’ di Roma nel settore giochi e’ da primato nazionale: 294 sale e piu’ di 50 mila slot distribuite tra Roma e provincia. “E se il riciclaggio in Italia tocca il 10% del Pil (il doppio che nei paesi occidentali progrediti) non si puo’ pensare che il gioco ne sia immune. Il 69% degli italiani che giocano on line – scrive Libera- ha subito una qualche forma di cyber crimine contro una percentuale mondiale che si attesta sul 65%”.

La diffusione del gioco nei ragazzi cresce al ritmo del 13% l’anno e altro problema trattato nel dossier ‘Azzardopoli’ e’ quello sui “baby-scommettitori”. A porre in evidenza il problema e’ stato Luca Bernardo, direttore del dipartimento di Pediatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. “Il fenomeno dei baby-scommettitori e’ in crescita- spiega- Molti ragazzi tra i 12 e 17 anni giocano d’azzardo, spendendo circa 30-50 euro al mese in gratta e vinci, slot e poker online, eludendo quindi i divieti imposti ai minorenni”. In alcuni casi gli stessi “finiscono per diventare giocatori accaniti e patologici” continua.

In base ai dati presentati dall’esperto emerge che la diffusione del gioco nei ragazzi cresce appunto al ritmo del 13% l’anno. Dal 2008 al 2009 la percentuale di studenti tra i 15 e i 19 anni che ha giocato in denaro almeno una volta in un anno e’ aumentata dal 40% al 47%. L’aumento maggiore e’ stato fra le ragazze, passate dal 29% al 36%, mentre i maschi sono saliti dal 53% al 57%. In testa alla classifica per regioni al primo posto c’e’ la Campania con il 57,8% di studenti “giocatori”, cui segue Basilicata (57,6%), Puglia (57%), e, a seguire, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna, Calabria e Umbria, tutte oltre il 50%. Agli ultimi posti ci sono Trentino (35,8%), Friuli Venezia Giulia e Veneto (36,3%). I posti preferiti per giocare sono bar e tabaccherie (32%), case private (20%) e sale scommesse (12%)”, si legge nel dossier.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe