Roma. Il presunto killer del gioielliere si suicida in carcere

ROMA –  Ludovico Caiazza, il presunto killer di Giancarlo Nocchia, il gioielliere ucciso a Roma,  si è tolto la vita la scorsa notte nel carcere di Regina Coeli nella sezione di prima accoglienza.

Caiazza era solo in cella e gli agenti di polizia penitenziaria lo dovevano guardare ogni 15 minuti, ma l’uomo è riuscito lo stesso ad impiccarsi.  L’uomo, fa sapere il segretario generale aggiunto della Cisl Fns Lazio Massimo Costantino, «era solo in cella, in sezione vi erano circa 120 detenuti», e si è impiccato legando «un lenzuolo alla finestra della cella». «I soccorsi sono stati immediati, sette minuti e l’ambulanza era già a Regina Coeli, in sezione vi erano due agenti – riferisce il sindacato – . Per la grande sorveglianza è previsto un giro di controllo ogni 15 minuti». Per la Fns Cisl Lazio «tale suicidio rappresenta un doppio fallimento poiché da un lato non è stato data la possibilità alla famiglia del gioielliere di vedere riconosciuta la giustizia e far espletare in carcere la pena a Ludovico Caiazza ma dall’altro per lo stesso, che non si è evitato di far compiere tale gesto».

Caiazza nel pomeriggio di ieri aveva avuto un colloquio con una psicologa del carcere. La specialista avrebbe riscontrato «un forte stato di agitazione» ma nulla che facesse presagire il gesto estremo. Caiazza, sempre ieri, aveva incontrato nel carcere per oltre un’ora  anche il suo avvocato. Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo per il momento contro ignoti. Il magistrato che si occupa dell’inchiesta è Sergio Colaiocco, che ha disposto per domani l’autopsia.

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