Emergenza abitativa. Scatta la repressione durante l’occupazione

ROMA – In tenpi di affittopolòi c’è ancora chi una casa non ce l’ha. Probabilmente è questo il motivo che ha spinto i movimenti per la casa ad occupare una palazzina vuota a Via Ostiense, oggi teatro di scontri con la Polizia.

Il tentativo, infatti, è stato soppresso a manganellate dagli agenti in tenuta antisommossa, i quali hanno trattenuto in stato di fermo alcune persone. Un’azione, che ripetiamo, in tempi di affittopoli, la dice lunga sulla gestione dell’emergenza abitativa a Roma. “Il dramma dell’emergenza abitativa a Roma sta diventando sempre più esplosivo e si permettono di reprimere senza dare risposte”, ha commentato così l’accaduto Gianluca Peciola, esponente di Sel. “E’ un precedente unico nella storia del nostro Paese. Questa mattina circa 200 famiglie hanno occupato uno stabile in via Ostiense 333, ma dopo poche ore sono state sgomberate dalle forze dell’ordine che sono arrivati ad utilizzare gli idranti. Ormai è lo Stato stesso che si pone al di fuori dalla legalità, sia perché usa la forza contro chi non ha una casa, sia perché non trova soluzioni abitative adeguate per fronteggiare un’emergenza sociale. Esprimo piena solidarietà alle famiglie sgomberate”. 

D’altra parte la nota diffusa oggi dai movimenti parla chiaro:   “In questi ultimi 13 anni, i movimenti di lotta per il diritto all’abitare, sono stati gli unici a costruire risposte e ad ottenere delibere. In un contesto di grave emergenza abitativa che tocca oltre 50.000 famiglie, grazie alla determinazione di centinaia di persone che si sono organizzate resistendo agli sfratti, occupando e manifestando,dopo anni di completa assenza della politica, la regione ha stanziato i primi 200 milioni di euro per l’attuazione di un piano per l’emergenza abitativa, soldi però fermi da oltre 2 anni. Due anni nei quali il Comune di Roma non ha fatto niente. A questo quadro di inquietante attesa, si aggiunge anche l’incapacità dei nostri amministratori di erogare fondi stanziati dal governo per la morosità incolpevole  e per il contributo all’affitto, per oltre 200 famiglie sotto sfratto, mentre si chiudono le uniche strutture dove dimorano oltre 1500 famiglie in attesa di casa popolare”. Per questo i movimenti avevano deciso di tornare a mobilitarsi occupando un edificio vuoto e sfidando il prefetto Franco Gabrielli: “Riapra i tavoli sull’emergenza abitativa – ha tuonato Andrea “Tarzan” Alzetta al megafono – o le soluzioni ce le continueremo a trovare da soli”.

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