L’evoluzione del fax ai tempi di internet

ROMA – Il fax, l’intramontabile servizio telefonico dedicato alla trasmissione e ricezione di immagini fisse (prevalentemente copie di documenti) vanta una storia plurisecolare.

Storicamente i primi test di trasmissione di documenti sfruttando il canale telefonico, antenati dell’odierna tecnologia fax, risalgono al lontano 1842 ad opera dell’inventore franco-svizzero Puthomme. Lo stesso che, il 27 maggio 1843, depositerà il brevetto per la trasmissione di documenti scritti attraverso la rete telegrafica.  Il tutto in data addirittura antecedente all’invezione del telefono.  

Il primo esemplare di apparecchio fax fu immesso sul mercato nel 1861. Venne ribattezzato pantelegrafo e fu realizzato dall’italiano Giovanni Caselli. Pochi anni dopo, nel 1902, il dottore tedesco Arthur Korn, sfruttando tali tecnologie, mise in atto il primo trasferimento di fotografie per telefono. Tale procedimento verrà poi perfezionato nel 1907 da Édouard Belin con la creazione del belinografo.

Quanta acqua è passata sotto i ponti della tecnologia dal 1842 ad oggi. In poco più di 170 anni abbiamo assistito all’avvento dell’elettronica e dell’informatica, alla nascita del web e alla digitalizzazione delle comunicazioni e della trasmissione dei dati. Tutte evoluzioni che potrebbero indurci a considerare, in effetti, il fax come un qualcosa di obsoleto ed ormai superato. Eppure, la scelta dell’aggettivo intramontabile non è né casuale, né errata. Questo perché, a dispetto di tutte le evoluzioni, il fax continua ad essere un canale di trasmissione largamente diffuso ed adoperato anche ai nostri giorni.  

Anche il fax infatti, come tanti altri strumenti di comunicazione dell’era pre-Internet ha vissuto in tempi neanche troppo recenti il passaggio dall’analogico al digitale reincarnandosi in quello che viene chiamato comunemente fax online o elettronico. Questo è da considerarsi come un autentico raccordo tra la vecchia tecnologia cartacea e la moderna trasmissione telematica. I servizi di fax via Internet consentono la conversione di una trasmissione fax in un file digitale che può essere ricevuto sia da un apparecchio fax tradizionale che da un’altra itenza di fax online appunto. La tecnologia si è ulteriormente evoluta negli ultimi anni, rendendo possibile l’invio di fax attraverso via e-mail e da  cellulare

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Uno dei principali artefici della sopravvivenza del fax nel settore privato, quindi tra imprese, attività commerciali e liberi professionisti, è la sua conclamata validità legale ed amministrativa. Un documento trasmesso a mezzo fax è ritenuto prova documentaria ufficiale e legittima, contrariamente a quanto accadeva inizialmente con le e-mail. A partire dal 2005, al fine di scoraggiare l’utilizzo del fax, abbiamo assistito alla nascita ed introduzione della posta elettronica certificata (PEC). Si tratta di particolari tipologie e caselle di posta elettronica, disciplinate dalla legge italiana in maniera tale da conferire al messaggio ed ai documenti contenuti nell’email la stessa validità legale di quelli trasmessi a mezzo fax, oppure con la tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento. 

La disciplina che regola l’utilizzo della Pec lascia ancora ampi margini di arbitrarietà ai privati che, sorprendentemente, in molti casi continuano a privilegiare l’utilizzo del fax, a dispetto della maggior tempestività ed economicità delle comunicazioni a mezzo posta elettronica. 
Di contro, la situazione è completamente ribaltata nel settore della pubblica amministrazione.
Il decreto del Fare del Governo Letta del 2013, ribattezzato anche decreto ammazza fax, sancisce l’obbligo per la Pubblica amministrazione di attivare e promuovere tutti i canali di contatto, con priorità a quelli digitali, e anche con il divieto di utilizzare il fax per le comunicazioni interne fra le PA, Il tutto con il dichiarato intento di snellire le procedure burocratiche e, di conseguenza, semplificare la vita al cittadino.
Lecito domandarsi quanto le pubbliche amministrazioni si siano effettivamente allineate alle direttive impartite dal decreto, a circa tre anni dalla sua emanazione. 

Può essere utile a fornire delle risposte citare, con valenza di testimonianza esemplificativa, una recente casistica molto particolare. Nella comunicazione allegata ai bollettini Mav per il pagamento della Tari del 2015 inviata ai contribuenti milanesi, era riportata l’indicazione perentoria di restituzione dei moduli esclusivamente a mezzo fax.  Decisione che appare ancor più spiazzante se si considera che proprio il Comune di Milano si era distinto, fino a quel momento, come uno di quelli maggiormente allineato nel perfezionamento delle procedure burocratiche via web, al fine di semplificare l’operatività dei cittadini.  Perché si registra allora questo anacronistico ritorno di fiamma per il fax?

La situazione, in questa singola casistica, è particolarmente complessa e merita di essere approfondita in altre sedi. Tuttavia, al fine di provare a comprendere cos’ha ispirato le suddette disposizioni, tentiamo di fornirne una spiegazione molto semplificata.
Il comune riportò la poco convincente giustificazione che, a suo avviso, il fax fosse il canale che più semplificasse la vita al cittadino. In realtà, secondo gli analisti che si occuparono della faccenda, si trattò di un escamotage per consentire l’acquisizione dei dati catastali legati ai singoli utenti attraverso un canale ritenuto più formale della semplice email.
Da questo singolo aneddoto, si evince chiaramente come, a prescindere da leggi e decreti, il superamento del comune fax cartaceo a favore delle moderne comunicazioni elettroniche, si vede costretto a dover superare notevoli resistenze mentali che, fatto ancor più allarmante, sono proprie dei burocrati prima ancora che dei cittadini.

 

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