Sotto il ghiaccio di Marte un lago salato. Nuova scoperta italiana

Sotto i ghiacci del Polo Sud di Marte c’è una vasta distesa di acqua salata. Non è soltanto un’ipotesi basata su deduzioni o calcoli matematici, nè il frutto della fantasia di uno scrittore di fantascienza. satellite-marte Questo ‘mare’ esiste realmente ed a scoprirlo e verificarne le caratteristiche è stato un team di ricercatori italiani provenienti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dalle Università di Roma Tre, Sapienza e Gabriele d’Annunzio (Pescara) e dal CNR.  

Ne è stata data notizia dalla prestigiosa rivista Science ed è subito rimbalzata sui media di tutto il mondo. Dalle prime notizie si apprende che il lago si trova ad una profondità di 1,5 chilometri dalla superficie marziana, ha un diametro di 20 chilometri ed una profondità media di alcuni metri. [INS::INS] Le sue acque hanno temperature di parecchi gradi inferiori allo zero. La straordinaria scoperta è stata effettuata grazie all’apparecchiatura radar Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), installata a bordo della sonda MarsExpress dell’Esa, l’Ente spaziale europeo, che la lanciò il 3 giugno 2003 per studiare da vicino il Pianeta Rosso. 

Padre del radar Marsis (se così si può dire) è il prof. Giovanni Picardi, già dell’Università La Sapienza di Roma. La realizzazione si deve invece a Thales Alenia Space Italia cui offrì la collaborazione il Jet Propulsion Laboratory della NASA. Il team di studiosi, di cui siano ovviamente orgogliosi, è formato da 22 ricercatori, tra cui citiamo Enrico Flamini, fisico dell’ASI; Elena Pettinelli, geofisica del Laboratorio di Fisica applicata dell’Università di Roma Tre; Roberto Orosei , ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, primo firmatario dell’articolo su Science. Marsis ha iniziato la sua operatività attorno a Marte nel 2005 – apprendiamo da Flamini – allorchè furono dispiegate le sue tre antenne, due delle quali lunghe 20 metri, tipi di antenne mai utilizzate in precedenza nello spazio. L’altra caratteristica di questo particolare radar, che ha fatto la differenza, è stato l’uso di segnali radio di bassa frequenza, compresi tra 1,5 e 5 MegaHertz, grazie ai quali è stato possibile riconoscere la presenza di acqua nelle profondità del sottosuolo marziano. Nell’articolo pubblicato su Science si prospetta la possibile esistenza di altri bacini sotterranei simili a questo; e la speranza di riuscire ad individuare prima o poi qualche forma di vita, ovviamente in stati molto particolari, tipici di ambienti ostili, sta prendendo sempre piu’ corpo. 

Condividi sui social

Articoli correlati