La Leadership con intelligenza emotiva: il coaching per la gestione di team felici e produttivi!

Prima  di puntare ad esser un Grande Leader, prova ad essere una Brava Persona! 

ROMA – Se facciamo riferimento ad alcuni modelli attuali, che tutti vediamo e soffriamo (politica, finanza, ecc…), sembra una frase ingenua e si rischia di apparire sognatori e idealisti, oppure può essere letta come una provocazione; l’intento di questa riflessione non è nessuna di queste due cose, piuttosto un invito a valutare se sviluppare alcune capacità fondamentali per gestire i Team di lavoro, in modo stimolante e incentivante, guidandole verso l’obiettivo.

L’essere una “brava persona” non è in contrasto con la leadership, la vera domanda è come coniugare le due cose? Ossia, è possibile coniugare la necessità di raggiungere obiettivi sfidanti e, a volte, molto impegnativi, riuscendo a valorizzare le risorse gestite, piuttosto che stressarle e demotivarle? La mia esperienza sul campo e il mio punto di vista sono in accordo con il concetto di Daniel Goleman sulla leadership con intelligenza emotiva. In cosa consiste?

Per avere un quadro completo sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva è possibile leggere gli scritti di Daniel Goleman,  provo  qui brevemente a fare una sintesi di un concetto molto ampio. “ Capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo,evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”.

Il concetto di “Manager della felicità” può sembrare astratto, in realtà esistono studi che ne dimostrano la consistenza e non è difficile immaginare il “perché”.

I manager dotati di (o che sviluppano) “Intelligenza Emotiva” sono quelli che riescono a gestire le persone in modo efficace. Gestire Team “felici”, non significa perdere di vista il raggiungimento degli obiettivi ed essere “amici e accondiscendenti”, ma comprendere emotivamente i comportamenti delle persone e rimuovere gli ostacoli, che creano dinamiche meno funzionali al business dell’azienda, amplificando la collaborazione e il benessere delle persone.

Cos’è in pratica l’Intelligenza Emotiva? Per Goleman significa possedere alcune abilità precise:

  • Consapevolezza emotiva (distinguere le proprie emozioni e comprenderne le cause); 
  • Controllo e regolazione delle proprie emozioni; 
  • Motivazione di se stessi (incanalare le emozioni verso un obiettivo e reagire agli insuccessi); 
  • Empatia (comprendere le emozioni altrui); 
  • Gestione efficace delle relazioni.

Il dominio delle emozioni, in altre parole, è una chiave indispensabile per lo sviluppo del sé e per la riuscita dei propri progetti, della professione e nella costruzione di relazioni equilibrate.

(rif. “ Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman)

Essere abili, in questo senso, crea un ambiente sano e collaborativo all’interno dei gruppi di lavoro.

Ma vediamo le connessioni, che ci sono, tra il nostro agire e l’effetto che ha sugli altri:

  • La conoscenza di sé,  unita ad una sana considerazione di sé, favorisce la “buona gestione di se stessi”.
  • Una buona gestione di sé favorisce una buona gestione delle relazioni con gli altri.
  • Una buona conoscenza di se stessi favorisce la comprensione dell’altro, sia in termini di emozioni che di azioni.
  • Avere una buona considerazione di sé (sana autostima) facilita l’avere stima degli altri.

Insomma le nostre capacità relazionali sono un po’ lo “specchio di sé”. Investire sulla crescita della gestione di se, ci abilita a una migliore capacità di relazionarci con gli altri.

Ma Leader si nasce o si diventa? Entrambe le cose possono esser vere. 

Ci sono Leader che, su temi di grande sensibilità ed importanza, vengono riconosciuti tali dalle masse; sono coloro che hanno fatto di un grande sogno o passione il centro della loro vita, quelli che abbiamo visto essere protagonisti di “cambiamenti di paradigma” che hanno fatto la storia.

Tuttavia, per esser un buon Leader, non è necessario avere tutte le capacità innate ma è possibile sviluppare quelle utili al ruolo che si riveste.

“Il potenziale per l’espressione dell’intelligenza emotiva è in tutti noi. E’ un potenziale che può essere sviluppato partendo dalla consapevolezza di queste abilità e dalla volontà di migliorare la gestione di noi stessi e del nostro rapporto con gli altri.” (D. Goleman)

Per eccellere nel lavoro e in genere nella vita, non è necessario possederle tutte. 

Magari non muoveremo grandi masse di persone verso un obiettivo globale socio-politico o culturale, ma gestire un gruppo di risorse in modo più efficace sarà certamente possibile.

L’accettazione dei propri punti di debolezza e la conoscenza dei propri punti di forza rispetto alla intelligenza emotiva è un buon punto di partenza, di seguito sarà possibile:

  • Potenziare i punti di forza relativi alla leadership con intelligenza emotiva;
  • Colmare il Gap dei punti di debolezza bloccanti attraverso un piano di azioni concreto e allenamento per affinare alcune capacità utili.

Quali, secondo la “letteratura” in materia (dal web), sono le abilità personali per una Leadership motivante  e riconosciuta dalle risorse gestite?

  • Gestione di sé, Consapevolezza di sé; 
  • Riconoscere le proprie emozioni, riconoscere come le emozioni influenzano la nostra prestazione, gestione delle emozioni ;
  • Riconoscere i nostri punti di forza e i nostri punti di debolezza; 
  • Capacità di generare apprendimento dalle esperienze belle e meno belle; 
  • Flessibilità nell’approccio al cambiamento, apertura alle alternative e nuove possibilità, motivazione come spinta all’innovazione e cambiamento verso un miglioramento;
  • Saper cogliere le opportunità oltre gli ostacoli esterni
  • Gestione delle relazioni, empatia, gestione dei conflitti; 
  • Comprensione delle esigenze e dei sentimenti altrui;
  • Rispetto della diversità, saper lavorare in Gruppo e, contemporaneamente, saper riconoscere il Valore della diversità operativa delle risorse;
  • Ascolto Attivo e comunicazione efficace;
  • Problem Solving; 
  • Decidere e attuare le decisioni;
  • Responsabiltà sociale. 

Di cosa hanno bisogno le nostre risorse, ce lo siamo mai chiesti?  Innanzitutto di Leader che siano  un esempio nei fatti: ciò che pensi, dici e fai devono essere in linea!

Sicuramente hanno bisogno di vedere nel Leader, una persona capace di dare e gestire una visione strategica e non solo tattica. Il tatticismo, utile per la risoluzione di problemi puntuali,  nel caso in cui viene usato unicamente per  il raggiungimento dei propri obiettivi personali, viene letto dalle risorse come opportunismo, creando sfiducia e demotivazione tra le proprie risorse, che si sentirebbero usate e non coinvolte in un progetto comune.

Le risorse sono motivate nel vedere un “capo” capace di dare delle direzioni, dando fiducia e deleganell’ambito delle funzioni assegnate, riconoscendo i punti di forza e pianificando azioni per colmare gap formativi per le “capacità da sviluppare” nelle proprie risorse. 

Un Leader che si mostra autorevole,  piuttosto che autoritario, e che comunica in modo efficace (cose utili e in modo chiaro).

Un Leader che sa gratificare le risorse meritevoli,  senza esser lezioso e senza intenti manipolativi.

Capace di condividere le informazioni, i successi con gli altri e di assumersi le responsabilità in prima persona. Capace di dare valore e misurabilità agli obiettivi del singolo, dei gruppi di lavoro e dell’azienda e di saperli valutare con obiettività. Stabilisce relazioni chiare e basa “l’accordo di collaborazione” con le proprie risorse, formulando con chiarezza le aspettative, obiettivi, linee guida, compiti e mansioni.

Anche nella  gestione delle risorse più difficili, manterrà la sua autorevolezza nel comunicare le problematiche evidenziate e nella elaborazione di soluzioni, ma di fronte alla decisione di eventuali  uscite dall’azienda di risorse, non in linea con le aspettative aziendali,  lo farà motivando la decisione con fermezza, evitando critiche poco costruttive e a volte denigranti.

Tutto ciò non è “buonismo”, ma “capacità di valorizzare le risorse” e portarle ai migliori risultati possibili, anche in caso di squadre meno “corazzate”.

I Leader con intelligenza emotiva sanno che cresceranno nel loro ruolo,  quando abiliteranno la crescita delle loro risorse, non limitandole, schiacciandole e pressandole. La capacità di delegare con generosità in modo responsabile è un ottimo strumento di crescita per il Leader e tutta l’organizzazione.

Persone più motivate, rispettate, stimolate alla crescita e misurate nei risultati in modo chiaro, sentono di più l’appartenenza all’azienda e saranno maggiormente pronte anche ai sacrifici quando ce ne sarà bisogno.

I clienti non vengono mai per primi. I dipendenti sono al primo al posto. 

Se ti prenderai cura dei tuoi dipendenti, loro si prenderanno cura dei tuoi clienti.”

(Richard Branson’s)

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