Juventus già campione d’inverno tenta la fuga. KO di Inter, Napoli e Roma

ROMA – “La palla è rotonda” dice una frase fatta per  affermare che, nel gioco del calcio, non esiste nessuna certezza di risultato;  le previsioni possono essere certe, sicure e affidabili ma… restano previsioni;  sulla carta, prima di ogni incontro, si può disquisire come si vuole, poi, però,  quello che conta, come certezza assoluta,  rimane sempre  il terreno di gioco. È lì che la palla rotola e…. confeziona il risultato.

Ne sanno qualcosa, a conclusione della 17^ giornata, ben   tre squadre d’alta classifica,  l’Inter, il Napoli, la Roma, tutte sonoramente battute.

Juve lquida l’Atalanta. Pure formalità                                                                                                  
Per i bianconeri le previsioni della vigilia si sono rivelate azzeccate perché non era trascorsa neppure la prima mezzora e già il risultato  (3-0) era inattaccabile, grazie ad  un gioco e un predominio che non lasciavano adito a dubbi di sorta, complice  anche all’atalantino  Denis che, solo davanti a Buffon, si lasciava ipnotizzare e perdeva l’occasione d’oro quanto meno per tentare di riaprire la partita. Di positivo per i bianconeri il ritorno al gol di Vucinic ma, soprattutto, il titolo di campione d’inverno, strameritato,  con un distacco (7 punti)  dalla più vicina che comincia ad essere interessante,  anche se siamo ancora quasi a metà campionato.   
 
All’Inter non bastano il gioco e le occasioni
La compagine di Stramaccioni, prima vittima sacrificale, nonostante le occasioni avute ma sprecate compresi due pali,  dallo scontro top con la Lazio  né è uscita battuta da un’invenzione di Klose, il quale,  guarda caso, pochi minuti prima aveva fallito un’altra palla gol. Da quest’incontro era scontato che, salvo il pareggio, qualcuno poteva rimetterci  le penne ed è successo proprio alla squadra  che era più vicina alla Juve, quell’Inter scesa a Roma  con intenti baldanzosi (Moratti aveva dichiarato “Ora mi aspetto di più”) e rientrata a Milano con molte recriminazioni non solo per non aver  raccolto quanto seminato ma anche nei confronti dell’arbitro per un rigore negato.  Purtroppo, fare bella figura e polemizzare   non fa classifica.

Napoli,   deludente sorpresa

Il Napoli, in casa col Bologna, affamato di punti per staccarsi dalle sabbie mobili della classifica, ha combinato un patatrac di quelli inimmaginabili: una volta in svantaggio, di punteggio e di gioco, era riuscito a sovvertire il risultato e, ormai, si avviava ad una striminzita vittoria, quando,  a quattro minuti quattro dal 90’, il Bologna, prima pareggiava con un gol da antologia, da cineteca per i posteri, di Kone, subentrato  da una decina di minuti e ancora infreddolito;  di lì a poco,  ripassava,  ancora di più inaspettatamente e sorprendentemente, in vantaggio con un altro gol che entrerà nella storia, non tanto per la sua fattura quanto per il suo autore, quel Portanova che rientrava, con la fascia di capitano,  dopo quattro mesi di squalifica per il totoscomesse.   Per l’undici di Mazzarri questa  è  stata un’autentica batosta e il futuro non è dei migliori sia perché la squadra, tranne Insigne, ha deluso, sia  per le decisioni della Disciplinare che domani  potrebbe   deliberare  2 punti  di penalizzazione e la squalifica di Cannavaro e Grava per sei     mesi.  Ricostruire il morale per i partenopei diventa  la prima urgenza,  i tifosi sono avviliti e forse qualche innesto in difesa non guasterebbe.

Roma vittima della nebbia,  e dell’arbitro.

                                                                                                                         
Altro risultato che non t’aspetti  è quello di Verona dove il pimpante Chievo ha vinto  grazie ad un gol  a tre minuti dalla fine quando una nebbia, progressiva e implacabile, ha ammantato il grigiore di una gara condizionata, a parere di tutti, da una disastrosa prova dell’arbitro Bergonzi  che, fra le sue diverse negatività,  avrebbe sorvolato su due rigori non concessi ai giallorossi.  Totti si è autozittito con un “se parlo, mi squalificano” mentre  Zeman, polemicamente, non ha rilasciato alcuna dichiarazione.     Comunque, al di là della decisiva influenza arbitrale, la Roma non è stata quella vista nelle ultime partite e, sotto l’aspetto tecnico, dissolti i bollori del post partita, sarebbe opportuno una serena disamina da parte di tutti.    

Lazio e Fiorentina  odor di Champions
In questo contesto di battute d’arresto, l’unica a beneficiarne, nei reparti “alti” è stata, ovviamente , la Lazio, ma anche la Fiorentina, tornata alla vittoria con un 4-1 rifilato al Siena,  ha guadagnato punti, con due gol dell’intramontabile Toni che, tornato a respirare la vecchia aria di casa, sta vivendo la sua seconda giovinezza.  

Continua a salire il Milan  
Il Milan ha rispettato le previsioni superando il Pescara per 4-1, ma con ben due gol fatti dagli attaccanti del Pescara nella propria porta; Nocerino aveva sbloccato il risultato e il solito, ormai non più sorprendente, El Shaarawy  aveva confezionato  il suo 14° gol.  La compagine rossonera è ormai risalita in zona Europa League, a due punti dalla Roma,  ma, puntando alle poltronissime dell’ area  Champions, con  questo successo,  è riuscita a recuperare tre punti alle tre rivali sconfitte
E sabato prossimo, sotto l’albero c’è un’altra grande partita:  Il Milan chiuderà l’anno all’Olimpico contro la Roma: questo sarà uno scontro-verità per entrambe,  perché mirano allo stesso scopo e chi perde viene, almeno momentaneamente,  estromesso dalle piazze più elevate.    Soprattutto per il Milan sarà una verifica delle proprie ritrovate forze che, dalla vittoria sulla Juve,  hanno manifestato un decisa inversione di rotta (un pareggio, a Napoli e poi quattro vittorie consecutive).

Zona Salvezza , nessuna virata.
Lo spareggio Genoa-Torino è finito in parità impedendo ad entrambe di prendere quella boccata d’ossigeno indispensabile per risollevarsi; stessa cosa per il Palermo che, però,  torna da Udine con un prezioso punto  che gli consente di staccarsi dal Pescara e dal Siena, le cenerentole  della graduatoria, entrambe battute 4-1;  ma,  mentre il Pescara ha comunque rimediato una figura più che accettabile a S. Siro (se solo i suoi attaccanti avessero azzeccato la porta giusta…) il Siena non ha dato segni di vita e Cosmi  rischia l’esonero. Ormai molto preoccupante la discesa del Cagliari che, sonoramente superato a Parma  (4-1) è entrato a pieno titolo (o demerito ?) in zona retrocessione; il presidente Cellino se la prende con  tutte le istituzioni  esterne alla società e alla squadra  salvando i giocatori  e il “duo” allenatore  Pulga-Lopez, ma forse sarebbe il caso di fare un mea culpa per alcuni errori commessi  non solo in estate  nell’allestimento della squadra ma anche strada facendo, con alcune decisioni alquanto discutibili.
La Sampdoria,  battuta a Catania, nonostante il vantaggio iniziale su rigore, ormai  al limite della zona calda, è stata superata dallo strepitoso Bologna ed ora deve fare attenzione ad  ulteriori passi falsi.
La palla è rotonda e, come verificato domenica,  le sorprese sono sempre dietro l’angolo (della porta).  

 
    

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