La Juve perde punti ma anche la testa, Napoli a -3. Ma oggi non parliamo di calcio

Nella presentazione della 22^ giornata,  venerdì scorso avevamo titolato “Giornata interlocutoria ma attenti alle sorprese….”. E così è stato: ben poco, quasi niente di interlocutorio, con tante, tantissime,  sorprese, di vario genere.

Sorprendenti risultati
La Juve viene fermata dal pericolante Genoa, rimesso a nuovo da Ballardini.  la  Lazio battuta in casa dal Chievo, va un po’ meglio all’Inter che acciuffa un pareggio a S. Siro contro un ottimo Torino, Fiorentina raggiunta e superata a Catania. Le uniche vittorie, peraltro, nelle previsioni niente affatto scontate,  sono state quelle, importantissima  del Napoli a Parma e del Milan a Bergamo, che consentono ad entrambe le squadre, rispettivamente, di avvicinarsi alla vetta e di sentire profumo di coppe. E, fra le sorprese, mettiamoci pure l’insolito 6-0 rifilato dalla Sampdoria a un derelitto Pescara, nel contesto del quale è nata una stella,  Mauro Icardi, con una quaterna di gol.

Sorprendente Juve, ma in negativo.
Ma la capolista non ha tanto meravigliato tutti per l’1-1 rimediato col Genoa,  dopo aver dominato e colpito un palo,   quanto per l’indegna gazzarra accaduta nei minuti finali dopo che,  per un ipotetico rigore, non concesso dall’arbitro Guida di Torre Annunziata,  è letteralmente esplosa una miccia, accesa, soprattutto, da Antonio Conte, il quale si è reso l’autentico, indiscusso  protagonista in negativo della domenica,  col rischio, speriamo di no, di lasciare segni, scorie e tossine fino al termine di questo campionato, trasformatosi, di colpo, in avvincente e appassionante.

Sorprendente Antonio Conte, nobile di nome ma, domenica,  non di fatto.
L’allenatore bianconero si è scagliato con insolita virulenza verso l’arbitro, reclamando un rigore per un’ evidente pallonata che il difensore genoano Granqvist,  nel respingere maldestramente un cross in area,  si era involontariamente fatta schizzare  da sé sul braccio.  Guida,  che era lì  a due passi,  giudicava, come, peraltro,  riconosciuto da tutti i mass media, assolutamente involontaria la toccata…provocatoria.  Apriti cielo !
Conte, al fischio finale,  si precipita in campo mentre Guida ammonisce  ingiustamente Vucinic che si era limitato solo  ad urlare tre volte “no”.  Il mister bianconero irrompe sulla scena,  dimenandosi,  col dito puntato e mimando, fra l’altro, con  una tirata di giacca, un precedente (questo solare e sacrosanto) rigore non dato per la trattenuta di maglia su Vucinic lanciato a rete.
Dopo aver fatto la sua bella sfogata, Conte pare avviarsi ad uscire dal campo ma dopo qualche attimo eccolo nuovamente, lancia in resta, gesticolando più che mai,  dirigersi verso l’arbitro di linea Romeo, sbraitando non certo a bassa voce.
In questo bailamme, per fortuna che tutti i giocatori dimostrano senso di responsabilità e, a parte Chiellini, anche lui sceso in campo ma dalla tribuna  (non  essendo nella lista arbitrale non avrebbe potuto e dovuto farlo) agitandosi, ma viene fermato da provvidenziali braccia  di qualche paciere.  
La recita conclusiva dello sconvolgente intervento di mister Conte si chiude con la chiosa finale di “vergogna ! vergogna !”, quella che,  De Sanctis, portiere del Napoli giudicherà, poi, ironicamente, forse riferita proprio a quanto successo  dopo il fischio finale e non durante la partita….. Infine, l’ultimo botto del trainer leccese è stato un pugno pieno di rabbia mollato contro un cartellone pubblicitario nel rientro negli spogliatoi.   Di tutto, di più.

Sorprendente  Marotta, pure lui !
Finito qui il triste show dei rappresentanti bianconeri ?  Macchè !
In conferenza stampa, Conte preciserà che la sua rabbia non era tanto e solo per il rigore mancato quanto perché Guida gli avrebbe riferito di non essersela sentita di concederlo.
A rabbia che, almeno in parte,  dovrebbe essere sbollita,  davanti a taccuini e  microfoni di allibiti  mass media, ecco entrare in scena anche  l’Amministratore Delegato della Juve, Giuseppe Marotta, personaggio, caratterialmente signore d’altri tempi che, evangelicamente,  sarebbe stato definito uomo “probo e buono” ma invece….
Con ulteriore, maggiore,  sorpresa  anziché spegnere le  funeste ire juventine, come tutti  si attendevano, l’alto dirigente ci va ancora più pesante insinuando che “non si può designare un arbitro di Torre Annunziata per una partita della Juve”, anche se, precisa, crede alla sua buona fede. In parole povere, fa capire Marotta, Guida nel momento in cui deve dare il rigore a favore della Juve, avrebbe fatto prevalere la sua provenienza napoletana e, imbarazzatissimo, opta per il no.
Con questa dichiarazione, dopo quella di Marchisio sull’antipatia verso  il Napoli, è confermata ufficialmente l’apertura di una nuova rivalità: Juventus contro il Napoli.  

Sorprendente, ma fino ad un certo punto,  Andrea Agnelli
La notte porta consiglio ?  Magari !
Purtroppo,  il giorno dopo,  ecco intervenire il presidente juventino, Andrea Agnelli, giovin signore (come l’aveva definito Moratti), il quale,  con una dichiarazione personale, ritiene (testuale) che “le reazioni che ci sono state sono legittimate dagli episodi  avvenuti in campo”.  Sic et sempliciter: le reazioni sono state adeguate, nella forma e nella sostanza,  alle malefatte arbitrali.  Nessuna acqua sul fuoco.
Pure Peppone e Don Camillo eterni nemici,  nei loro film, di tanto in tanto, invocavano un po’ di distensione…..

Sorprendente arbitraggio, certamente non all’altezza.
 Ieri era una normalissima partita che, comunque,  non avrebbe deciso nulla per nessuno, eppure è successo un putiferio con l’allenatore della squadra prima in classifica,  la più forte squadra degli ultimi due anni, ancora in lizza per tutti i tornei, il quale, di colpo,  diventa un esagitato teatrale e vittima  di decisioni arbitrali assunte da un giovane direttore di gara il quale, almeno fino allo scorso campionato,  veniva giudicato fra le giovani promesse (nel 2011 era stato premiato quale miglior esordiente in A).
Probabilmente, Guida era stato designato per la capolista perché era giusto che, nel suo percorso di carriera, vivesse anche questa esperienza, sia sotto l’aspetto tecnico che psicologico, ma, purtroppo,  gli è andata male perché, al di là della valutazione  del rigore che ha scatenato l’inferno, non ne aveva visti anche altri tre , di cui uno a favore del Genoa, evidenziando poca personalità e valutazioni in generale, non sempre azzeccate. Ha ancora bisogno di farsi le ossa prima di accedere a grandi palcoscenici ed è bene fargli fare qualche passo indietro, soprattutto se veramente ha affermato di “non essersela sentita”.
Più che legittima, quindi,  una severa ma pacata  critica all’arbitraggio da parte di chiunque ma quando la critica diventa una sbracata protesta con entrata furiosa in campo, davanti a migliaia di spettatori presenti e  a qualche milione davanti ai teleschermi,  allora  il tutto sfiora l’incitamento alla rivolta,  e, se questo avviene, peraltro,   con una ratificata  benedizione del giorno dopo  da parte del massimo dei vertici societari, allora vuol dire che comincia a serpeggiare una certo malessere e, inconsciamente, si tende ad attribuire ad altri i propri attuali e momentanei affanni. Chi vince sempre e a lungo non è più abituato a subordinarsi neanche alle decisioni arbitrali che, volenti o nolenti, giuste o errate, restano inappellabili, criticabili in forme civili, ma non alzando la voce perché la veemenza della protesta  non chiarisce né risolve nulla ma invelenisce il clima.

Parliamo di calcio
Dopo questi fattacci, la Juventus, ora,  è chiamata a dissipare tutti i dubbi sul proprio stato di forma tecnico e psicologico,  martedì a Roma, nel ritorno di coppa Italia con la Lazio, in un incontro che si prospetta molto spettacolare per la posta in palio, dopo il pari dell’andata;  per Conte e per tutta la squadra, oltre che per la società, sarebbe opportuno passare al calcio giocato ignorando quello parlato e…protestato. A proposito di Lazio-Juventus non vorremmo essere nei panni di  Banti,  designato a dirigere il match… Complimenti al designatore perché la provenienza di Banti è Livorno, città, geograficamente, più o meno  equidistante da Torino e Roma. Stavolta,  Marotta sarà  soddisfatto…

Qualcosa è successo… ecco i provvedimenti disciplinari.
Conte e  Bonucci due giornate di squalifica,  Chiellini e Vucinic una, Marotta inibito fini al 18/2.  Le motivazioni parlano per  tutti  di “espressioni ingiuriose”                                                                    
nei confronti dell’arbitro e dei suoi collaboratori.
 
   
              

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