La Juve non fallisce l’appuntamento. Napoli, delusione, solo un sofferto pari

ROMA – Per coloro che avessero avuto qualche dubbio, il messaggio, ora, è chiaro: la Juve c’è ed  è più che mai viva e vitale sotto ogni aspetto, nel gioco e nel risultato; il Napoli, invece, chiamato a “provare” le sue ambizioni di scudetto, in un  impegnativo incontro-scontro con la Lazio, non  ha superato l’esame,  soprattutto, nel risultato. Ovvero  l’esatto contrario dei bianconeri.  

Queste le conseguenze degli anticipi di sabato:  la Juve guadagna due punti preziosi sulle due dirette inseguitrici le quali, in particolare,  il Napoli  che ora è a cinque punti, almeno per il momento, devono riconsiderare le loro ambizioni di aggancio.

Juve super,  quasi una formalità. Fiorentina deludente.
 A parte il primo quarto d’ora, la Fiorentina, contrariamente alle previsioni, non è riuscita a fronteggiare la forza dei bianconeri che, dopo qualche appannamento delle scorse giornate, hanno fatto vedere a tutti di essere ritornati ai precedenti livelli di gioco e di risultato.
La squadra di Conte non poteva che acquisire un biglietto di presentazione migliore per la partita di Champions che disputerà martedì sera a Glasgow contro il Celtic: il consolidamento in vetta alla classifica del campionato italiano con una bella prova, fa morale ed evidenzia anche in Europa il primato detenuto con l’avvertimento che anche in terra scozzese si punterà al massimo.  
La Fiorentina, invece,  ha deluso e, stavolta, contrariamente alle altre, oltre a perdere, non ha fatto vedere neppure qualche sprazzo di bel gioco; insomma, poco o nulla, nessuna coralità, solo qualche egoistico spunto personale senza frutto, con una difesa traballante che ha fatto temere addirittura un tracollo sotto i colpi juventini non andati a segno  o per qualche provvidenziale intervento di Viviano o per eccesso di precipitazione.  Montella deve meditare.

Lazio- Napoli, fuori i secondi
Dietro alla  Juve, il vuoto si è ampliato perché dall’Olimpico non è  scaturito quello che in tanti si attendevano, cioè una risposta sicura e brillante alla Juventus da parte del Napoli   per confermare la fuga delle due compagini verso lo scontro diretto del primo marzo, allontanando, nel contempo, la Lazio. La compagine di Mazzarri, al di là delle spettacolari traverse di Cavani e Inler, ha subito  non poco la supremazia dei padroni di casa, andati meritatamente in vantaggio da subito, con l’intento di raddoppiare e chiudere la partita che, però, si è trascinata tra i  quattro legni colpiti (di  cui due di un Floccari scatenato, degno sostituto di Klose)  fino a  quando un provvidenziale tiro di Campagnaro, riequilibrava il risultato, facendo, così, godere fra i due litiganti proprio il terzo incomodo, cioè  la Juve, che s’involava.   Da quanto emerso in questo incontro serale all’Olimpico di Roma, rispetto a quanto visto al pomeriggio all’Olimpico di Torino, si può affermare che il Napoli continuerà pure ad essere l’avversaria più vicina in classifica alla Juventus ma, ora,  appare un pò  meno temibile di quanto si potesse pensare prima. Inoltre, se davanti  Cavani  non segna e, indietro,  la prestazione  di  Cannavaro fa venire i brividi allora vuol dire che il Napoli, nel bene e nel male  si basa troppo sui singoli più che sull’insieme. Ancora una volta, esattamente il contrario della Juve.

Il Milan conferma i suoi limiti difensivi e non ne  approfitta
Altra quasi certezza venuta meno è stata quella dei tifosi milanisti i quali davano per scontato un successo in terra di Sardegna per avvicinarsi ancora di più al terzo posto che rappresenta l’unico traguardo più a portata di mano.  Il Milan, giocando male, addirittura ha rischiato di perdere e solo un sacrosanto rigore, ad una decina di minuti dal termine,  trasformato da  Balotelli, cecchino implacabile (13 gol su 13 penalty in carriera), ha consentito di pareggiare anche se, per la verità proprio, durante il tardivo ma limitatissimo risveglio finale per un soffio-soffio ha fallito la vittoria grazie ad un paio di interventi decisivi del portiere sardo. Ieri si è (ri)visto un brutto Milan con i suoi limiti di sempre   solo in parte velati ma non coperti dai gol di Balotelli, soprattutto in quella difesa che detiene l’insolito record di ben 12 gol subiti su calci da fermo;  nessuno si è preoccupato di acquistare,  neppure a gennaio, almeno un mezzo sostituto di Thiago Silva e la storia si ripete. Certo, l’arrivo di un valido e indispensabile difensore, avrebbe portato meno voti al gruppo Berlusconi rispetto a Balotelli, ma, di certo, avrebbe finalmente privato i propri tifosi delle ansie che scaturiscono ad ogni calcio di punizione o d’angolo. Galliani aveva dichiarato che al  Milan non servivano difensori perché aveva ben 5 centrali:  peccato che, fra questi,  non ce ne fosse  prima e non ce ne sia tuttora almeno uno solo valido….

Berlusconi, siamo alle  volgarità
Ma il vero protagonista del Milan continua ad essere, ancora in negativo, sempre lui, il Cavaliere candidato vita natural durante, il quale, con la sua solita aria sbarazzina, ancora una volta ha criticato, peraltro anche volgarmente,  a margine di un comizio elettorale,  Massimiliano Allegri.           
Se un presidente delegittima  il proprio allenatore pubblicamente è chiaro che  destabilizza l’ambiente: quale credibilità può avere, ora,  un tecnico definito dal proprio presidente “uno che non capisce un…. niente ?   Pronta, il giorno dopo, la solita  giustificazione che aveva scherzato  con il solito bla bla  del solito  fraintendimento ecc. ecc. !  Siamo alle solite berlusconiane.

Ma anche Delio Rossi non scherza
Sampdoria-Roma, verrà  ricordata non solo perché è stata la prima partita del dopo Zeman e, quanto a risultato, non pare proprio che sia cambiato qualcosa ma anche per il deplorevole  gestaccio di Delio Rossi  il quale, a pochi attimi dalla fine con la vittoria ormai in tasca,  reagiva ad una provocazione di Burdisso con un dito medio alzato, beccandosi la giusta espulsione. Evidentemente per il buon Delio non era bastata la reazione aggressiva e violenta contro Ljajic che aveva fatto il giro del mondo, costandogli il licenziamento dalla Fiorentina, senza servirgli da lezione tanto che, alla prima occasione,  rieccolo ancora protagonista teatrale  in negativo.
Questo episodio ha fatto un po’ passare in secondo piano la sonora sconfitta della Roma, nonostante i determinati proclami del buon Andreazzoli,  e il rigore scippato a Totti da Osvaldo e calciato malamente nelle braccia del portiere, buttando al vento una favorevole occasione. Se la Roma non farà il risultato sabato prossimo con….. la Juve saranno dolori per tutti e il fantasma di Zeman continuerà a gironzolare, più vivo che mai, negli androni romani. Per i giallorossi sarà molto dura risalire  la china verso posizioni europee.   

Brava Inter
L’Inter, secondo le previsioni,  ha liquidato il Chievo, senza smarrirsi dopo essere stata raggiunta, e ha nuovamente staccato il Milan guadagnando due punti sulla Lazio; dopo tre giornate di magra e dopo, soprattutto la botta di Siena, è tornata alla vittoria in maniera perentoria, grazie anche al rientro di Milito.  La squadra di Stramaccioni, con il progressivo innesto dei nuovi acquisti, dovrebbe solo migliorare e, in prospettiva futura, sarà un avversario da battere per quelli che puntano alle prime posizioni.

Sfide salvezza finite in pari
Bologna-Siena e, soprattutto Palermo-Pescara hanno lasciato le cose come stavano perché nessuno ha vinto anche se, è ovvio, a beneficiarne di più sono state le squadre ospiti, con grande dispiacere per quelle di casa che puntavano a staccarle.   Il Siena, dopo l’avvento di Iachini, ha conquistato un punto d’oro che gli consente di appaiarsi ancora col Palermo al quale, contrariamente alle più categoriche previsioni, non è riuscito a superare il Pescara, rischiando addirittura di perdere.
Per il nuovo allenatore Malesani esordio non dei migliori con ulteriore arrabbiatura di Zamparini  mentre per il Pescara, da un lato un certo rammarico per la mancata vittoria, dall’altro una certa soddisfazione perché nonostante  le assenze di 6/7 titolari è riuscito a smuovere la precaria  classifica.

Zeman in vacanza a Pescara
 In settimana, sulle rive dell’Adriatico era stato visto Zeman, rimasto nel cuore di tutti, ma il motivo era personale e collegato ad una semplice  partita a golf con vecchi amici. Di tornare a Pescara, per ora,  non se ne parla proprio perché il boemo è sempre legato alla Roma da un lauto contratto ancora per un anno e mezzo. In futuro si vedrà: “i grandi amori non finiscono mai” aveva detto perentoriamente  Galliani,  non azzeccandoci o bleffando, a proposito di un ipotetico rientro di Kakà, rimasto, però a Madrid…..

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