Premier League, Di Canio allenatore del Sunderland. Dirigente si dimette per dissenso politico

ROMA – “Auguro al Sunderland tutto il successo possibile. Tuttavia, alla luce delle affermazioni politiche espresse in passato dal nuovo allenatore, è giusto che io faccia un passo indietro”. Parole che risuonerebbero come un terremoto in qualsiasi club del Vecchio continente.

Figuriamoci se sono pronunciate dall’ex ministro degli esteri britannico David Miliband, laburista, a proposito dell’assunzione di un coach come Paolo Di Canio. Un terremoto calcistico che travalica i confini della politica. Al centro del dissidio tra l’ormai ex direttore non esecutivo e l’ex allenatore dello Swindon ci sono alcune esternazioni di radice fascista e il saluto romano risalente alla seconda militanza del calciatore romano nella Lazio. Troppo per il fratello dell’attuale leader della sinistra inglese. David Miliband, sconfitto nella battaglia per la guida dei laburisti inglesi proprio nello scontro col fratello, ha rassegnato le dimissioni poche ore dopo l’annuncio del club “rosso”. Il Sunderland, squadra operaia della cittadina portuale al centro nord dell’isola, è da ritenersi una squadra operaia vicina alle politiche socialiste. Per questo l’assunzione di un allenatore con idee vicine all’estrema destra sono risuonate gradevoli come un graffio sulla lavagna dall’ex politico. Sul caso si è espresso lo stesso Di Canio: “Sono fascista, ma non razzista” la difesa dell’ex calciatore di Celtic, Sheffield Wednesday e West Ham. Una difesa non isolata.

A soccorso dell’ex attaccante sono corsi anche alcuni prestigiosi tabloid inglesi. Tra cui il Sun. In un articolo comparso sul tabloid britannico a firma di Bob Lemon, il gesto di Miliband è stato definito con un “momento di follia”. Secondo il tabloid, il calciatore definito come uno dei più coloriti mai apparsi in Premier, non è un elemento da bandire. “La parentesi negativa – si legge – è da ritenersi solo italiana”. A sigillo di un idillio non ancora intercorso tra i sudditi di sua maestà e l’ex laziale, c’è il continuo ricordo dell’assegnazione del premio fair play ai tempi della militanza nel West Ham. Un riconoscimento a seguito di uno dei gesti più nobili mai verificatesi su un campo di calcio. Era il 18 dicembre del 2000 e durante il match Everton-West Ham Di Canio blocca con le mani un cross dalla destra di Trevor Sinclair. Era solo, a porta sguarnita, a pochi minuti dalla fine sul risultato di 1-1. Di Canio poteva portare la sua squadra in vantaggio ma non lo fece. E questo perchè l’azione era stata viziata dall’infortunio del portiere Paul Gerrard. Al Goodison Park e sui media inglesi fu apoteosi per il centrattacco. Che di li a poco lascerà la Premier per tornare in Seria A, alla Lazio e poi alla Cisco. Dopo un periodo di inattività, Di Canio, diventa allenatore dello Swindon, serie B inglese. Ma a seguito di divergenze di vedute col la dirigenza, si dimette. Ieri la chiamata a sostituzione dello storico allenatore Martin O’Neill, da due anni alla guida dei Black Cats ed esonerato dopo otto partite senza vittorie. Una nuova avventura per il controverso allenatore. Esattamente come il suo illustre accusatore: David senior, infatti, è pronto a trasferirsi a New York come presidente della prestigiosa Ong internazionale Irc (International Rescue Committee), che è stata anche guidata da Bill Clinton. Secondo i maliziosi ci sarebbe proprio questo nuovo incarico dietro alle dimissioni dal board del club, di cui era membro dal febbraio del 2011.

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