Juve e Napoli secondo le previsioni. Milan e Inter, partite incredibili. Il derby romano finisce 1-1

ROMA – Juventus, è stata dura, ora tocca al Bayern.

Ha dovuto soffrire non poco la Juve contro il fanalino di coda Pescara e fino al 73′ l’eroe della giornata era stato Pelizzoli, il trentatreenne portiere abruzzese, il quale ha compiuto miracoli su miracoli salvando la propria rete fino alla prima realizzazione di Vucinic su rigore, seguita dal raddoppio sei minuti dopo; e per fortuna che il gol, bellissimo, del  pescarese Cascione è giunto a sette minuti dalla fine…. Comunque, oltre ai tre punti, rinfrancanti e salutari per il morale e la classifica, la Juve ha ritrovato il montenegrino nelle vesti di goleador proprio al momento giusto perché contro il Bayern, il prossimo mercoledì, ci sarà bisogno, prima ancora che di spettacolo, di chi la mette dentro almeno tre volte,  essendo tre le reti di scarto, indispensabili per qualificarsi. Inoltre, la Juve affronterà un’avversaria neo  vincitrice del campionato tedesco con sei giornate di anticipo e con una miriade di record. Serve un autentico miracolo che può generarsi solo se proveniente dalla piena convinzione nelle proprie forze da parte di tutti, pubblico compreso, al quale Conte ha fatto appello.      

Napoli, sempre nella scia.
Al Napoli è andata meglio perché gli sono bastati  una decina di minuti per mettere a segno due reti, e produrre, poi, numerosissime azioni da gol, delle quali ben sei al solo Cavani il quale si è potuto permettere pure il lusso di farsi parare un rigore da Frey. Ha seminato parecchio l’undici partenopeo ma ha raccolto il minimo indispensabile per condurre a termine un incontro nel quale l’avversario ha mostrato i suoi limiti e dimostrato d’essere dentro fino al collo nella zona retrocessione.
Il Napoli si presenterà domenica prossima a S. Siro contro il Milan con quattro punti di vantaggio che gli assicureranno, comunque,  il secondo posto, anche in caso di battuta d”arresto,  e  per questa gentile  concessione si ringrazia sentitamente il Milan per la frenata fiorentina…..

Milan sciupone e presuntuoso oltre ogni dire
Ha dell’incredibile la maniera nella quale il Milan ha letteralmente scialacquato due punti che gli avrebbero consentito, innanzitutto,  di  togliersi definitivamente di torno la Fiorentina per il terzo posto e, secondariamente di affrontare il Napoli sempre a due punti di distacco.                     
In vantaggio di due reti e con un uomo in più per ben  cinquanta minuti, i rossoneri sono stati capaci di farsi rimontare, dopo essersi letteralmente afflosciati dinnanzi ad un avversario ridotto alla disperazione ma con un grande cuore (quello che è mancato ai milanisti) anche per via di due sostituzioni obbligate da infortuni, di cui una del suo uomo migliore (Jovetic) forse troppo affrettatamente mandato in campo. Così, mentre da una parte si vedeva una squadra stremata che lottava alla morte per sopravvivere, dall’altra, un undici che giocherellava al piccolo trotto, cercando di tirare il novantesimo, senza la benché minima determinazione, con la sola certezza d’avere i tre punti in tasca.                                                                                                                                           
“Errori di gioventù” stigmatizzerà Allegri nel dopo partita  ma anche lo stesso allenatore livornese non può essere esentato da colpe perché dalla panchina non ha saputo “leggere” l’andamento che la partita stava assumendo, effettuando, come purtroppo gli era già capitato, sostituzioni sbagliate e ritardate;  inoltre, se Allegri avesse spronato un po’ di più  i suoi (come, invece, ha fatto Sannino con il suo disperato Palermo a Genova)  forse il risultato sarebbe stato differente.                                          Un Milan presuntuoso, superficiale, troppo convinto di sé e con nessuna considerazione dell’avversario, più la giornata negativa di alcuni elementi sono dati che devono far meditare per una squadra favorita per il terzo posto e che, per di più ambisce al secondo. E, come se non bastasse la vittoria dissolta in un nulla, c’è  stata pure l’ammonizione, per una delle sue stupidate, a Balotelli che gli comporterà la squalifica contro il Napoli. La cosa ha parecchio infastidito la dirigenza rossonera che ha vietato al Supermario  di rilasciare interviste. Perché meravigliarsi e arrabbiarsi, ora,  di questi atteggiamenti tipici di Balotelli, dei quali, invece, si sarebbe dovuto tener conto  al momento dell’acquisto ?  In casa milanista, forse,  c’è bisogno di riordinare le idee.

Capitombolo Inter con recriminazioni
Alla fine, con  Moratti in testa, in casa interista, se la sono presa tutti con l’arbitro Gervasoni per aver concesso all’Atalanta  un rigore  per un mani di Samuel assolutamente inesistente, che, con l’Inter in vantaggio per 3-1 ha riaperto la partita;  d’accordo,  la recriminazione ci può stare perché l’errore dell’arbitro è stato evidente, però, sempre in casa nerazzurra, hanno sorvolato sull’ulteriore fatto, decisivo, purtroppo, che l’Atalanta, successivamente,  ha messo a segno altri due gol, prima pareggiando e poi confezionando il clamoroso 4-3 finale grazie ad uno scatenato Denis, (alla fine , per lui,  una storica tripletta) un attaccante diventato, da qualche anno,  la pietra miliare nello scacchiere atalantino.
Al di là dell’influenza arbitrale sul risultato, c’è da dire che l’Inter, nonostante l’ uscita di Cassano grazie alla quale, però, il subentrante Alvarez aveva segnato una doppietta, ha fatto vedere ben poco, evidenziando i soliti limiti in tutti i reparti, sempre scollegati fra di loro e costantemente in affanno ad ogni discesa avversaria. A fine gara c’è stato pure un furioso parapiglia perché l’ex  Schelotto, negli ultimi e unici otto minuti di gioco, dopo la sua entrata in campo, ha manifestato solo un’ira funesta verso i suoi ex compagni e, trattenuto a stenti, ha concluso gesticolando col più classico del “ci vediamo fuori !”  Personaggi del genere rovinano il calcio, deprimono i tifosi veri e aizzano quelli cattivi, fanno pentire le società d’averli acquistati perché ne rovinano l’immagine.       
 Ma anche Moratti, nel dopo partita ha insinuato, seguito a ruota da Stramaccioni, che non si tratta più di errori arbitrali ma di qualcos’altro…. Che Gervasoni fosse un arbitro mediocre lo si era acclarato già dallo scorso anno ma da qui ad insinuare dubbi sulla sua correttezza ed onestà ce ne corre pertanto, Moratti, senza prove, farebbe meglio ad astenersi dal fomentare dubbi anche nei tifosi, già tanto esasperati dalla deludente annata interista, con la Champions che s’allontana sempre più.

Derby romano: fa tutto Hernanes e Totti ringrazia
Finisce in parità il posticipato derby romano nel quale  il vero, autentico,   artefice del risultato (1-1) è stato il laziale Hernanes, nel bene e nel male: prima  mette a segno uno spettacolare gol  con una finta di destro e tiro imparabile da fuori area di sinistro; poi, all’inizio della ripresa, ha l’occasionissima per chiudere il derby, quando nel calciare un rigore, concesso per un fallo di Marquinhos, spedisce la palla fuori. Ma non finisce qui la negatività del profeta laziale che,  di lì a poco, a sua volta, commette un netto fallo su Pjanic appena entrato in area e Totti, dal dischetto,  non si fa sfuggire l’occasione per  pareggiare la partita  e per migliorare il suo record  giunto  al 227° gol.   
Il risultato finale probabilmente rispecchia l’andamento di quanto espresso, nel gioco, dalle due squadre: il primo tempo era stato più di marca laziale, con una Roma, apparsa da subito priva di una vera punta centrale tanto che il primo pericoloso tiro in porta ci sarà solo nel primo minuto di recupero. All’inizio della ripresa, uscito De Rossi per problemi alla caviglia è entrato Destro e la Roma prendeva subito in mano le redini della partita dopo il pari, grazie anche all’espulsione di Biava, per doppia ammonizione (la seconda ci stava, la prima era apparsa eccessiva) rimediata in una decina di minuti. La Lazio, sostituiva uno spento e non ancora pronto Klose con Kozac  ma, una volta in 10 contro 11, ha cercato solo di portare a termine il pareggio, evitando, grazie ad un ottimo Marchetti,  di capitolare in almeno due occasioni.   La posta in palio finale  divideva un punto per uno che non faceva male a nessuno, ma, ai fini della classifica e delle aspirazioni,  serviva a rallentare la rincorsa di entrambe, rimandando ad altre occasioni lo scatto in avanti.  

Zona retrocessione: per due posti tremano in tre  
Solo il Palermo con una strepitosa prestazione a Genova, ha conquistato i tre punti acciuffando il Genoa, battuto a Napoli e il Siena che non è  riuscito ad andare oltre un incolore pareggio casalingo contro il Parma.  La squadra siciliana, dopo il rientro di Sannino, esonerato alla terza giornata e richiamato dal funambolico Zamparini dopo le infelici esperienze di Gasperini e Malesani,     attualmente appare quella più in forma e lo ha dimostrato annichilendo la Samp grazie al duo Ilicic Miccoli, autori di una partita super, magistralmente guidati, esortati e sostenuti da un Sannino, per nulla vendicativo nei confronti del suo presidente ma teso solo  al raggiungimento del traguardo finale.
Ormai spacciato il Pescara, nonostante contro la Juve abbia  sfoderato una bella prova,  difensiva finché si vuole,  ma a differenza di  altre partite, molto ordinata e lineare.  Restano altri  due posti da “occupare” per calare agli inferi della serie B e, salvo clamorosi crolli di qualcuno che sopravanza (il Chievo, la più vicina è a otto punti, la Samp e il Torino a nove), se li  dovrebbero giocare Siena (in vantaggio nella classifica avulsa), Palermo e Genoa.  A sette partite dalla fine, è presto per fare ipotesi ma di certo  è  meglio due retrocessioni ancora tutte da giocare  piuttosto che già sentenziate in anticipo.

 

 

 

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