NBA. Infortunio choc per Kobe Bryant, cestista americano con l’Italia nel cuore

LOS ANGELES – “Ho fatto un movimento che ho ripetuto un milione di volte ma il mio tendine d’Achille ha fatto crac. Non posso neanche camminare, forse starò fuori per un anno”.

Sono le dichiarazioni choc di Kobe Bryant, cestista statunitense con l’Italia nel cuore. Il Fuoriclasse di Filadelfia, quarto cestista più prolifico della storia della Nba è crollato a terra durante un azione offensiva volta a superare in palleggio Harrison Barnes. “”E’ terribile, terribile… Mi sembrava che mi avessero dato un calcio, ho provato a fare pressione sul tallone ma niente… – ha detto trattenendo a stento le lacrime – Ho fatto un movimento che in carriera ho fatto milioni di volte. E il tendine è saltato… Speravo non fosse questo, ho provato ad alzarmi. Ma non posso camminare”. Uno choc che rischia di condizionare il cammino dei Los Angeles Lakers in vista dei play-off. L’infortunio del suo fuoriclasse principe della squadra durante il match vinto dai Lakers per 118-116 contro Golden State rischia vedere lontano dai parquet dell’Nba per moltissimo tempo. “Non ho mai dovuto affrontare un’esperienza come questa – ha aggiunto poi Kobe in stampelle – Altri giocatori hanno avuto quest’infortunio, posso solo rivolgermi a loro per vedere quale soluzione si è dimostrata più efficace per tornare in campo il più in fretta possibile”. Chissà se il cestista dal cuore tenero come la carne giapponese da cui prende il nome approfitterà di questo stop forzato per tornare in Italia. Era il 1984 quando il piccolo Kobe muoveva i suoi primi passi nella Sebastiani Rieti, primo club europeo in cui ha militato il padre Joe, ala grande degli anni ’80. Proprio nel capoluogo laziale Kobe messe i suoi primi passi da “cestista clandestino” di un torneo di mini-basket in Sabina. Aveva 2-3 anni in meno dei partecipanti, e non poteva giocare. Fu ammesso: “Che cosa potrà mai fare!”, dicevano. Dopo pochissime azioni, in cui Kobe mostrò tutto il suo estro, fu richiamato fuori dai parquet: “ è troppo piccolo per partecipare. Fallo uscire”. Segni da predestinato tutti dimostrati in palcoscenici ben più blasonati. Ma fu così che iniziò la sua iperbole sportiva. Da Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia, città che mai hanno dimenticato il suo bimbo-campione un “Good Luck Kobe”.

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