Lazio vince a Brescia, Fiorentina a Palermo, l’Udinese travolge il Cesena e punta alla Champions

ROMA – La Lazio passa a Brescia con un gol per tempo e senza nemmeno fare troppa fatica, soffrendo il minimo indispensabile contro una squadra in lotta per la salvezza che ha fatto troppo poco sotto tutti i punti di vista. La squadra di Reja è perfetta nell’atteggiamento globale: partenza forte, gol del vantaggio, gestione del risultato e capacità di chiudere i conti nel miglior momento del Brescia. Che Iachini propone ‘a tutta difesà mandando in campo la sua squadra (priva di Zambelli, Zanetti e Caracciolo) con un 5-3-2 e un centrocampo tutto muscolare. Dall’altra parte Reja risponde con un 4-2-3-1 dal quale è escluso Zarate. I pericoli principali per il Brescia arrivano dalla destra dove Lichtsteiner gode di ampi spazi.

E allora non è un caso che proprio dal terzino, al 18′, nasca il cross pennellato per la testa di Gonzalez che timbra così il suo primo gol in serie A. Dieci minuti dopo la Lazio si costruisce l’occasionissima per raddoppiare. Un errore di Zebina consente a Gonzalez di involarsi: sul suo diagonale ci mette una pezza Arcari. A questo punto Iachini prova a rimescolare le carte e inserisce Lanzafame al posto di Hetemaj. Al 36′ ecco il primo pericolo per la porta di Muslera che manda in angolo un colpo di testa di Konè su cross di Accardi. Nel finale di tempo, proteste del Brescia per un presunto fallo di mano commesso in area da un difensore laziale. Ad inizio ripresa Brescia minaccioso per Muslera che si deve distendere per neutralizzare una punizione al veleno di Eder. La reazione del Brescia, buona in intensità e qualità della manovra, mette un pò in difficoltà la Lazio. Ma tutto, da una parte e dall’altra, dura davvero poco perchè dopo 13 minuti i biancocelesti trovano la forza di chiudere i conti con un colpo di testa preciso di Kozak su corner di Ledesma. Quinto centro stagionale per l’attaccante ceco che da ex di giornata, sceglie di non esultare. Poco dopo la mezz’ora, a Brescia sparito, da registrare un salvataggio sulla linea di Bega su conclusione di Zarate (in campo da pochi minuti). In chiusura, gloria per Muslera che manda in corner una conclusione da due passi di Eder e sulla traversa una punizione di Diamanti.

Il Cagliari batte il Chievo

Il Chievo si ferma a sei risultati utili consecutivi e s’arrende a un Cagliari intrattabile. Diego Pablo Simeone festeggia la prima vittoria da tecnico in Italia con il suo Catania e ringrazia il ‘cecchinò Lodi, autore di due gol-fotocopia su punizione che beffano il Lecce. Sorride anche la Samp che dopo una settimana difficile cala un bel tris contro il Bologna. Al Sant’Elia il Cagliari supera 4-1 il Chievo: Conti (19′) e Canini (29′) mettono in discesa il match per i sardi, poi la doppietta di Nenè (44′ e 71′) chiude i conti. Per il Chievo a segno Thereau (84′). Regala spettacolo la sfida del Massimino fra Catania e Lecce. Gli etnei vincono per 3-2 dopo 90′ al cardiopalma e consegnano a Simeone i primi tre punti della sua avventura in Sicilia. Silvestre (47′) manda il Catania al riposo in vantaggio, ma al Lecce basta un quarto d’ora della ripresa per capovolgere il risultato con Jeda (11′) e Munari (16’). Il ‘man of the match’ però è Lodi, entrato ad inizio ripresa ed autore di una doppietta su punizione all’80’ e all’85’. Nel finale, espulso Giacomazzi per proteste. Il Catania scavalca i salentini e si porta a 26 punti, a +4 sulla zona salvezza.

La Fiorentina doma il Palermo

I viola, al termine di una partita molto gradevole, ricca di episodi e di gol, hanno restituito il ko subito nel match disputato all’andata, al Franchi, dove i rosanero si erano imposti per 2-1. In un colpo solo, il Palermo ha fallito tre obiettivi: l’appuntamento con la terza vittoria consecutiva; l’aggancio alla zona Champions; l’inversione di tendenza contro quella che ormai è divenuta una specie di maledizione domenicale. Il Palermo, infatti, non riesce a conquistare punti all’ora di pranzo. Nemmeno un pareggio. Tre anticipi disputati alle 12,30, tre sconfitte: contro Brescia (in trasferta), Lazio (in casa), Cagliari (in trasferta) e, oggi, Fiorentina (ancora in casa). A questo punto, l’unico auspicio per i tifosi del Palermo è che la propria squadra non giochi più prima delle altre, casomai solo al sabato. Il confronto del Barbera è preceduto dalle ormai consuete battute un po’ velenose ed un po’ tragicomiche, fra Zamparini e Rossi, il cui connubio sembra ormai in dirittura d’arrivo. Nonostante le premesse, il Palermo parte al piccolo trotto, subisce nei primissimi minuti la Fiorentina, che invece sembra più in palla, poi si trova improvvisamente in vantaggio con una magia di Pastore. Improvvisamente, la squadra di Rossi allenta la tensione, cala il ritmo, frena, prestando il fianco alle ‘risalitè della Fiorentina che, prima del riposo, riacciuffa il pareggio, dopo averlo meritato in virtù di una maggiore supremazia e della costruzione di un paio di azioni pericolose: al 19′, con una verticalizzazione Mutu-Gilardino, che mette l’attaccante nelle condizioni di battere a rete, ma Sirigu compie un mezzo miracolo in uscita; ed al 43′, con un colpo di testa di Behrami che sfiora il palo, su cross dalla destra di Comotto. Nella ripresa, com’era accaduto anche in avvio di partita, Palermo subito in gol e nuovo copione. La Fiorentina è costretta ad alzare il proprio baricentro e questo permette ai rosanero di sfruttare gli spazi, di ripartire con una certa pericolosità. Non solo Pastore gioca di tacco, ma anche Miccoli che pennella per Nocerino, la cui conclusione al volo (18′) viene respinta in tuffo da Boruc. Ancora 2′ e Miccoli serve Pastore, da questi per Ilicic che si fa ipnotizzare da Boruc e gli consegna il pallone. Il Palermo commette l’errore più grosso: non chiude la partita e la Fiorentina che, com’è nel dna del proprio allenatore Mihajlovic, non molla mai, riesce a pareggiare ancora i conti con il giovane Camporese, prima di sfiorare addirittura il vantaggio con Montolivo che, al 29’, ruba il pallone ad Ilicic e, da oltre 30 metri, timbra il palo alla sinistra di Sirigu. Rossi inserisce Hernandez per uno spento Miccoli, ma è la Fiorentina a trarre i maggiori benefici dal cambio del proprio allenatore che getta nella mischia Ljajic: il serbo entra a vario titolo in entrambi i gol dei viola che, in una manciata di minuti, azzerano le ambizioni del Palermo ed escono a braccia alzate dal Barbera. Un altro antipasto calcistico indigesto per i tifosi palermitani.

L’Inter stecca a Torino

In serata la Juve fa sua la sfida con i nerazzurri. Un’Inter scialba, priva di mordete ha ceduto il passo, anche se di misura, ai più convinti bianconeri. Ha deciso una rete di Matri nel primo tempo, su un lancio lungo steccato da Cordoba. A cinque minuti dalla fine Eto’o (una delle partite peggiori da quando è approdato a Milano) ha incredibilmente colpito la traversa ad un metro dalla porta. La rincorsa alla capolista dell’Inter subisce uno stop forse decisivo.

 

I RISULTATI

MilanParma: 4-0 (giocata ieri)

Roma-Napoli: 0-2 (giocata ieri)

Palermo-Fiorentina: 2-4

Bari-Genoa: 0-0

Brescia-Lazio: 0-2

Cagliari-Chievo: 4-1

Catania-Lecce: 3-2

Cesena-Udinese: 0-3

Sampdoria-Bologna: 3-1

Juventus-Inter: 1-0

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