Sorprendente: la Juve non è più in testa. Napoli e Roma in fuga

ROMA – La novità più clamorosa, e per certi versi insolita,  della terza giornata è rappresentata dal fatto che la Juve non è più prima in classifica dopo ben 17 mesi di prolungato dominio, e, dopo il prezioso pareggio di  Milano con l’Inter, è stata superata dal Napoli e dalla Roma. 

Questa giornata, pur essendo troppo presto per le sentenze, ha già dato qualche indicazione di massima sullo stato di forma delle presunte grandi, anche alla luce degli imminenti impegni europei che inizieranno in settimana.

La partitissima: per differenti motivi, tutti contenti                                                                 

Inter-Juventus è stata una bella partita, nella quale si è vista soprattutto una buona Inter, già definita una nuova Inter, rinata per mano di Mazzarri, che nulla ha più a che vedere con quella degli ultimi due campionati. I nerazzurri hanno saputo tenere testa alla Juve e, forse per timore reverenziale, hanno osato troppo tardi riuscendo persino a segnare, una volta entrata in campo una seconda punta a dare una mano al solitario Palacio ma, pochi attimi dopo, una reazione ruggente made Conte ha consentito ai bianconeri di pareggiare. Detto di un’Inter ormai da alto loco, della Juve c’è da rimarcare che, pur non essendo al meglio della condizione fisica in diversi uomini, è riuscita ad ottenere il minimo del meglio, uscendo indenne da un incontro da classificare fra quelli più delicati. In casa nerazzurra sono contenti per la bella figura fatta, in quella bianconera per essere riusciti a resistere. Certo, la Juve non è più in testa e questo desta sensazione ma più lotta c’è al vertice fra più avversarie e più il torneo sarà avvincente. 

Napoli, sulle ali dell’entusiasmo in attesa del Borussia 

Il Napoli poteva e doveva vincere con l’Atalanta e ha vinto anche se c’è riuscito solo dopo l’entrata in campo di Hamsik, lasciato in panchina in vista dell’incontro di mercoledì col Borussia Dortmund. (occhio, ha vinto 6-2 con l’Amburgo). Benitez ha preferito, all’antica maniera, ricorrere al turn over e questa scelta, alla fine, gli ha comunque dato ragione.
I partenopei hanno conservato la testa della classifica, approfittando dei passi falsi degli altri coinquilini e questa è stata la maniera migliore per l’esordio stagionale in Champions. A Napoli, si sa, il pubblico amico è un alleato prezioso per la squadra e l’entusiasmo della tifoseria costituisce un volano fantastico per sospingere una squadra che quest’anno vuole solo misurarsi a viso aperto con tutte le grandi, non solo in Italia ma anche all’estero.

Roma,a punteggio pieno e domenica c’é il derby

La Roma, nel posticipo serale di lunedì, coglie a Parma un prezioso successo che le consente di rimanere al vertice. Forse non è stata una Roma brillante e predominante ma molto concreta e utilitaristica: subisce l’avversario nel primo tempo e pure un gol ma nella ripresa ha un triplice scatto di orgoglio e vince con sicurezza, lanciando al campionato un segnale del tipo “ci siamo anche noi”. Inoltre, fattore da non sottovalutare, presentarsi al derby di domenica prossima con la Lazio come capoclassifica è tutta un’altra cosa e, in settimana ce ne saranno di commenti da fare…. 

Fiorentina: dolorosissimo pareggio

La Fiorentina, quando avrebbe dovuto confermare la forza evidenziata nelle scorse settimane, e contro il Cagliari c’erano tutte le premesse per farlo, è riuscita a mala pena a pareggiare, fra violenti polemiche nei confronti dell’arbitro che, nel finale, sull’1-1, non avrebbe concesso un rigore che forse ci poteva pure stare. Questo ha scatenato gli animi con Pizarro espulso per proteste e con Montella che, al rientro negli spogliatoi, ha inveito alquanto vivacemente nei confronti del direttore di gara, col rischio di una squalifica. Ma, al di là di questo episodio c’è da rilevare che la Fiorentina è sì risultata decimata dalle uscite per infortuni, di Cuadraro e Gomez, in particolare il secondo per il quale si prevede un stop di almeno un paio di mesi, però c’è da aggiungere che, nel primo tempo, la Viola è apparsa molto giù di tono e lontana dalla squadra vista di recente e il pari del Cagliari è stato meritato. La vetta della classifica provoca capogiri, è bene ritornare (tutti) coi piedi per terra, anche se forse, nella sostanza, le recriminazioni viola non sono campate in aria.

Milan, ben poca cosa                                                                                                  

L’arrivo di Kakà aveva gasato tutti e, tutti, forse imprudentemente, avevano pensato che col Torino sarebbe stata una passeggiata o quasi. La (dura) realtà ha, ancora una volta, confermato che il Milan è assai ben lontano non tanto dal vincere qualcosa ma anche dal rientrare nel novero delle cosiddette grandi. A Torino nessun sprazzo di gioco, in tanto e costante affanno, si è visto solo un arrangiarsi alla meglio, subendo due gol ma potevano essere di più e riuscendo a rimediare, immeritatamente, un pari, nella maniera più rocambolesca con un rigore nel recupero del recupero. I malanni del Milan sono ormai…atavici e, poiché, i rimedi continuano ad essere sballati, la botte continua e continuerà a dare il vino che ha. Sarebbe ora che soprattutto Berlusconi, ne prendesse debita nota: la difesa (5 reti in 3 partite) attende da anni due rinforzi degni dei nomi storici che c’erano stati in passato; il centrocampo non può vivacchiare con nomi arrivati a costo zero o quasi (l’ultimo, Birsa: chi era costui ?), l’attacco con ben sei elementi a libro paga si regge solo sul solito Balotelli; l’infermeria costituisce da anni il quarto reparto con un affollamento permanente in media di 7/8 infortunati e nessuno si chiede perché; Allegri, che pure qualche colpa ce l’ha, è costantemente in bilico partita dopo partita, già da settembre; gli altri (Berlusconi, Galliani ed ora pure la Barbara…) continuano a vivere di ricordi passati mentre il tempo è passato e passa senza che si noti qualche concreto cambiamento….. Le uniche note positive: la veemente reazione della squadra quando la frittata era fatta e l’ennesimo rigore messo a segno da Balotelli (21 su 21): veramente troppo poco per una compagine che punta molto in alto  e mercoledì ci sarà il Celtic.  un’ ennesima prova d’appello,  decisiva solo per il tecnico ? E per la società ?

La Lazio che non t’aspetti

In mattinata i tifosi biancocelesti si erano riuniti a Ponte Milvio per contestare Lotito, reo di non aver rinforzato adeguatamente la squadra, in particolare in attacco. Al pomeriggio, la sorpresa o, se volete, la risposta che ha messo tutti a tacere con un 3-0 rifilato al Chievo che avrebbe potuto essere ancora più rotondo. Una bella Lazio, proprio quando tutti erano pronti a crocifiggere Lotito…. Alla mancanza di punte si è sopperito con un gioco corale nel quale tutti, appena possono, tirano in porta, a cominciare da quel Candreva che è stato risolutore e uomo assist. Vedremo nelle prossime partite se il problema temuto da tutti era davvero inesistente con tante scuse a Lotito e company… Giovedì c’è l’impegno di Europa League col Legia Varsavia e domenica il derby, due prove importanti per tutti. 

Le altre partite pomeridiane

La sfida fra le neo promosse Verona e Sassuolo ha visto prevalere i padroni di casa che hanno confermato di essere più avanti degli uomini di Di Francesco (che reclamano un rigore non concesso)  il quale dovrà ancora lavorare parecchio per favorire l’inserimento dei tanti nuovi.

Udinese e Bologna si sono divise la posta grazie ai gol di Di Natale e Diamanti, gli uomini più rappresentativi. Il Livorno ha regolato il Catania con una doppietta del suo bomber Paulinho, facendo un bel passo avanti e lasciando gli etnei ancora all’ultimo posto a zero punti e per la compagine siciliana comincia ad apparire evidente che le cessioni di uomini importanti hanno scombussolato il bel giocattolo che l’anno scorso era stato a lungo a ridosso delle prime.

l derby ligure                                                                                                                  

Che Genoa, ragazzi ! Sceso in campo con tutte le previsioni contro, il vecchio Grifone, ha letteralmente distrutto i cugini sampdoriani con un 3-0 che entrerà negli annali della Lanterna. L’allenatore rossoblu Liverani, secondo tutti, aveva già la valigia pronta, invece ha compiuto un exploit che, a Genova, equivale quasi ad una salvezza, vincere un derby con una squadra ricostruita o quasi non è da tutti. Si è segnalato Luca Antonini,il quale,  esiliato dal Milan, all’esordo, ha messo a segno un gol da grande attaccante da far strabuzzare gli occhi a chiunque. Chissà quando l’hanno visto Galliani e Berlusconi   che   cosa avranno pensato….   

 

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