Il Napoli sbanca Milano, la Roma vince il derby

Turno infrasettimanale da martedì a giovedì

ROMA – Le squadre di testa vincono tutte e la classifica non cambia ma, soprattutto,  vincono Napoli e Roma alle prese con gli incontri più delicati e, quindi, più a rischio.  Dell’accoppiata di testa,  mentre i giallorossi, nel derby pomeridiano, avevano, con merito,  regolato la Lazio,  i partenopei, attesi in serata alla prima,  difficile, verifica della stagione hanno dato piena conferma della loro forza.   Napoli e Roma, dunque, ancora insieme e  con il vento in poppa.  

 

Milan-Napoli, vince il più forte.

Al termine degli incontri pomeridiani, questa partita era già considerata importantissima oltre che per la classifica, per una verifica probante da parte di entrambe le squadre. Il Milan, solo vincendo sarebbe riuscito almeno a mantenere invariata la distanza dalle altre grandi, mentre il Napoli,  era atteso ad un’ adeguata reazione per evitare la fuga solitaria della Roma. Gli uomini di Benitez hanno superato l’esame se non proprio alla grande quanto a gioco e bel gioco, sicuramente, evidenziando una compattezza di squadra che ha badato al sodo, utilitaristica al massimo, premiata nel raddoppio di Higuain dopo il gol iniziale di Britos, dinnanzi ad un Milan che ha sì prevalso quanto a possesso palla ma sempre senza frutto, una volta in area avversaria. I rossoneri sono mancati proprio in attacco, al momento di concludere, sbagliando persino un rigore con Balotelli (il primo dei 22 calciati) che, come se non bastasse,  ha pure colpito una traversa e, quando è riuscito a superare Reina, era ormai troppo tardi per pareggiare. Per Balotelli, però,  non era tardi all’ultimo minuto del recupero per beccarsi la seconda ammonizione e farsi espellere. Matri (voluto da Allegri) è risultato perennemente assente, Birsa (voluto da Galliani) ha fatto vedere qualcosa all’inizio, ma poi anche lui è finito nell’anonimato. Infine, si recrimina, in casa rossonera,  anche sulla mancata concessione di un secondo rigore sull’1-0.  Ora, con 4 punti in 4 partite si  naviga verso il fondo classifica. L’esperienza dello scorso anno non ha insegnato nulla a nessuno.       

 

Roma, vittoria dal duplice significato.                                                                                                                   

“I derby non si giocano, si vincono” aveva catechizzato Garcia sabato e così è stato per la Roma che, però, va precisato, non solo ha vinto bene ma ha anche giocato assai meglio della Lazio, meritando ampiamente il risultato che le consente di riassaporare il successo della stracittadina dopo quattro sconfitte ma anche di mantenere la vetta della classifica, seppure in coabitazione col Napoli,   a punteggio pieno, dopo una quaterna di partite tutte vittoriose.  I giallorossi hanno vinto il match sotto tutti i punti di vista, possesso palla, azioni pericolose, corner, anche se sono riusciti ad evidenziare il loro  predominio globale solo nella seconda parte del secondo tempo dopo il gol di Balzaretti. Al contrario la Lazio, a parte una palla  di Ciani deviata da Castan sulla traversa, non ha mai dato l’impressione di poter andare a rete né di  imporsi, con un Candreva spento e un Hernanes spaesato, oltre a Klose che era pure riuscito a segnare, finalmente imbeccato, ma in evidente fuorigioco;  l’espulsione di Dias, appena entrato per una spallata a Totti e il rigore, nel recupero,  per fallo di Ledesma hanno solo completato la cornice biancazzurra di un quadro,  inguardabile, di diverse negatività. Sul fronte romanista, oltre ad un pubblico giallorosso entusiasta e trionfante, in tribuna finalmente a gioire, c’era pure il presidente Pallotta insieme a Tempestilli a godersi lo spettacolo dell’Olimpico. Un derby, tutto sommato più che corretto, vinto dalla squadra che ha giocato meglio  e che, forse proprio per questo,  darà adito solo a sfottò campanilistici ma senza  eccessive discussioni o, peggio a recriminazioni. 

 

Inter, alla grande ! Forse  anche troppo…                                                                                                                                       

E’ stato poco più che un allenamento l’incontro che l’Inter ha disputato a Reggio Emilia contro un Sassuolo che ha svolto solo il ruolo di povero comprimario, proprio come succede nelle partitelle del giovedì  fra titolari e riserve. Il match non ha avuto storia e, oltre all’eclatante risultato (7-0), la notizia di maggior rilievo è data dal ritorno in squadra fra i nerazzurri, dopo sette mesi di inattività, di Diego Milito il quale ha festeggiato con una doppietta che costituisce un messaggio rassicurante sia per Mazzarri che per la tifoseria.  Al di là della pochezza e dello sconcerto manifestati dall’avversario (4 partite 4 sconfitte, 1 gol fatto e 15 subiti), l’Inter, comunque, ha dato, ancora una volta, chiari segnali che in questo campionato vuole tornare fra le grandi a suon di gioco e di risultati.    

 

Juventus, vittoria con Tevez e Llorente.                                                                                                               

Ha dovuto faticare un po’ la Juve per avere ragione di un coriaceo Verona, andato sorprendentemente in vantaggio con l’incursione di un terzino che, solo soletto, infilzava Storari, sostituto di Buffon, lasciato a riposo. Questo gol gelava lo stadio. Ma per rimettere le cose a posto era sufficiente il  rabbioso finale del primo tempo, tutto grinta e determinazione,  con Tevez che ne era il simbolo conduttore con il gol del pareggio e, allo scadere, con Fernando  Llorente il quale si faceva vedere e conoscere,  e, grazie ad un colpo di testa dei suoi, confezionava la vittoria. Nella ripresa la Juve, pur continuando a detenere il predominio del gioco, con un indiavolato Tevez,  non riusciva ad arrotondare il risultato, arrivando solo a due traverse. Nel complesso, si è rivista una buona Juve che, trascinata dal suo strabocchevole  pubblico, stavolta,  è riuscita nell’impresa fallita martedì a Copenaghen.  

Fiorentina, pronto riscatto.

Bergamo non era una trasferta semplice per i viola, eppure gli uomini di Montella, rinfrancati dalla perentoria vittoria di Europa League dopo i tanti veleni patiti durante e dopo la partita col Cagliari, seppure privi di importanti titolari, hanno saputo ben controllare l’incontro e l’avversario, andando in vantaggio sul finale del primo tempo con Fernandez e chiudendo, poi,   il conto con il ritrovato Pepito Rossi  a metà del secondo. L’Atalanta, pur rendendosi pericolosa in qualche occasione non è riuscita nell’intento soprattutto per la precarietà del suo uomo migliore, quel Denis che ancora una volta ha fallito una facile occasione da rete, rimanendo ancora all’asciutto.  Per la Fiorentina, questa vittoria equivale ad una ritrovata serenità oltre ad aver conservato la posizione nelle alte sfere. 

 

Gli altri incontri.

Nulla di fatto nel posticipo serale fra Genoa e Livorno, con la squadra di casa che, pur attaccando per buona parte dell’incontro,  non è riuscita a sfondare il muro labronico, grazie soprattutto al portiere Bardi, autentico salvatore dello 0-0 proprio nei minuti finali. Catania e Parma hanno confermato in un opaco 0-0 il grigiore di questo loro avvio di campionato, facendo vedere poco più del nulla, confermando in pieno la loro posizione di bassa classifica. Il Torino riesce ad espugnare Bologna, al termine di un incontro molto combattuto che ha visto ben 10 ammoniti e un espulso … negli spogliatoi durante l’intervallo (Natali, autore del momentaneo pareggio felsineo). I granata hanno vinto grazie ad un rigore di Cerci che poco prima aveva colpito anche una traversa, confermandosi l’uomo più pericoloso dell’undici di Ventura.  Il Chievo rimonta e vince con un’Udinese a sorpresa in negativo con un Di Natale in panchina entrato quando era troppo tardi.                                                                                                                    

A dir poco spettacolare si è rivelata  Cagliari-Sampdoria che,  proprio quando sembrava  avviata a chiudersi con la vittoria di misura dei rossoblu,  è esplosa con  ben tre gol negli ultimi quattro minuti, recupero compreso, finendo con un pareggio a doppie reti, quanto mai salutare per i doriani di Delio Rossi. Questa partita è l’ennesima conferma che fino al fischio finale, nel calcio, qualsiasi risultato può essere rimesso in discussione.    

 

La quinta giornata da martedì a giovedì 

Neppure il tempo per ricaricare le batterie che il torneo prosegue con la quinta giornata velocemente  spalmata da martedì sera con un Udinese-Genoa per finire giovedì sera con Inter-Fiorentina. Tutto questo in omaggio, pagato, agli abbonati televisivi i quali, salvo il riposo di lunedi, potranno continuare la scorpacciata calcistica. 

Il clou sarà Inter-Fiorentina. 

La Fiorentina, dopo la vittoriosa trasferta di Bergamo, rimarrà in Lombardia per spostarsi a Milano, ospite dell’Inter. Questo sarà l’incontro più importante in quanto costituisce uno scontro d’alta classifica fra due squadre pimpanti e dal cui risultato potrebbe dipendere il “fuori una !”. Certo l’Inter dopo la strepitosa sgambata col fanalino Sassuolo sarà chiamata ad un impegnativo esame e la stessa  cosa, forse anche più severamente, sarà per la Viola.    

 

Roma e Juventus, due differenti trasferte. 

La Roma andrà a Genova contro una Sampdoria che, finora, non ha ancora convinto (due  pareggi e due sconfitte, fra cui quella dolorosa del derby) e che il buon Delio Rossi, ex laziale per anni, vorrebbe tanto condurre alla prima vittoria proprio contro i romanisti.   La Juventus, invece, sarà ospite di un Chievo, rinfrancato dopo la vittoria sull’Udinese e questa, per i bianconeri, potrebbe essere l’occasione per un’ ulteriore ascesa, anche se i veronesi, statisticamente, li hanno  quasi sempre fatti soffrire.    

 

Napoli-Sassuolo: più facile di così….Al Napoli, non poteva capitare di meglio dopo la proficua faticaccia di s. Siro:  con il fanalino di coda Sassuolo,  in casa, è l’occasione per consolidare la posizione sulle ali dell’entusiasmo che, ovviamente è alle stelle.

 

A ridosso delle prime. Livorno e Torino, dopo i favorevoli risultati conseguiti  in trasferta,  ospiteranno rispettivamente Cagliari e Verona: squadre che, più o meno si equivalgono e le partite sono aperte a tutti i risultati. 

 

Lazio, il Catania per rifarsi.Dopo l’amara delusione del derby la compagine di Petkovic non ha molto tempo a disposizione per leccarsi le ferite e dovrà  subito riordinare le idee per riprendere il cammino che, nei riguardi dell’arrabbiata tifoseria, si presenta alquanto aspro… All’Olimpico ci sarà il Catania che, dopo tre sconfitte, solo domenica  è riuscito a conquistare il primo punto. Superfluo dire che la Lazio ha una stretta, impellente,  necessità di vittoria per tanti motivi, fra i quali,  la Roma capolista…..

 

Centroclassifica o giù di lì…

Udinese-Genoa appare una specie di spareggio fra due squadre col medesimo ruolino di marcia (4 punti, maturati alla stessa maniera) con la sola differenza che, nelle ultime due giornate i friulani sono apparsi in affanno,  al contrario degli avversari in discreta ripresa.  In questo settore, purtroppo dobbiamo ricomprendere anche il Milan che va a giocarsi non solo la classifica (4 miseri  punti, media da retrocessione) ma anche la reputazione in quel di Bologna dove troverà un’avversaria al limite della disperazione  con 2  soli punti in meno. Siamo alla quinta giornata ed è già una partita da brividi. 

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