Schumi, i dottori: “Lievi segni di miglioramento, ma il quadro clinico resta critico”

ROMA – Ore cruciali per Michael Schumacher. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto questa mattina l’ex pilota ha mostrato “lievi segni di miglioramento”. Gerard Saillant, chirurgo francese dell’ospedale di Grenoble, dove è attualmente ricoverato il pluricampione del mondo di Formula 1, non nasconde però che il quadro clinico generale resta ancora “critico”.

Tuttavia, l’ultima operazione a cui è stato sottoposto Schumacher ha permesso di guadagnare tempo, che sarà utile ai medici per stabilire il miglior percorso curativo. Dall’ospedale spiegano che Schumacher “è stato sottoposto ad un secondo intervento chirurgico ieri alle 22, che è servito a ridurre la pressione cerebrale.  Il danno cerebrale è esteso e deve essere monitorato di ora in ora”. Tuttavia, il dottor Saillant ha affermato che “la situazione cerebrale è migliore rispetto alla giornata di ieri e non ci sono segni di un ulteriore peggioramento”. Nella conferenza stampa indetta all’ospedale, i medici spiegano che la decisione di sottoporre Schumacher ad un secondo intervento chirurgico “è stata presa di comune accordo con la famiglia: il secondo intervento, non previsto all’inizio, è stato effettuato sulla base dei segni di miglioramento cerebrale, che ci hanno sorpreso”. Un intervento che “è durato due ore circa ed è riuscito abbastanza bene”, “ci sono altri danni cerebrali seri, che devono essere monitorati di ora in ora”. Però la cautela è d’obbligo: Schumacher “non è ancora fuori pericolo, ma certamente il quadro clinico è migliore rispetto alla giornata di ieri: le prossime ore saranno cruciali”, ha ribadito il medico. La famiglia dell’ex pilota “è sempre presente: la moglie Corinna e i figli sono accanto a Michael e hanno condiviso la scelta del secondo intervento chirurgico”. L’ex campione del mondo di Formula 1 “è mantenuto in coma farmacologico e in ipotermia: finché non sappiamo come evolverà il quadro clinico non possiamo pensare di ridurre l’intensità terapeutica”, ha chiarito il direttore dell’ospedale. “Sarebbe disonesto fare previsioni sul futuro: il paziente sarà tenuto in terapia intensiva per tutto il tempo che sarà necessario ed invito i media a non procedere a conclusioni affrettate”, ha concluso il direttore del Centro ospedaliero francese. Nel frattempo emergono nuovi particolari sull’incidente di domenica. Secondo una prima ricostruzione, Schumacher avrebbe lasciato la pista su cui sciava a Meribel per aiutare un amico che era caduto, dice la manager Sabine Kehm, al termine della conferenza all’ospedale di Grenoble. Quindi sarebbe entrato in un’area ricoperta da neve fresca tra due piste dove avrebbe poi colpito un sasso, che lo ha sbalzato in avanti facendolo poi finire contro una roccia. Infine, secondo quanto riportato dal ‘Times’, la velocità del campione tedesco sugli sci al momento della caduta era tra i 60 e i 100 km/h. Tesi smentita da Sabine Kehm: “A provocare l’incidente è stata una catena di circostanze negative. Non è vero che andava a tutta velocità”. 

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