Germania, eclatante qualificazione(7-1). Brasile fuori dal mondo

Umiliati ed offesi 

E’ stata una partita che,  non ancora terminata, era già da subito entrata nella storia del calcio: il Brasile, letteralmente distrutto, annientato, per giunta a casa propria,  da una Germania che definire stellare sarebbe anche riduttivo. Umiliati ed offesi non solo gli spettatori presenti a Belo Horizonte ma ben 200 milioni di brasiliani che hanno avuto la crudele sfortuna, l’inimmaginabile  sorpresa, l’amara realtà,  di vedere sbriciolare la propria squadra sotto i colpi inarrestabili degli avversari:7-1.

Sei minuti fatali 

Dopo il vantaggio iniziale che, per quanto favorito già dai primi errori della difesa locale e questo  ci poteva anche stare,  la reazione dei brasiliani è stata fiacca e inconcludente ma il peggio doveva ancora venire dal 23′ al 29′, periodo infinitesimale degli interi 90′, nel quale la Germania saliva nel paradiso calcistico e il Brasile scendeva per la prima volta della sua storia nei peggiori gironi dell’inferno. 

I tedeschi, in sei minuti sei, infilano ancora ben quattro palloni nella porta di uno esterrefatto Julio Cesar, l’eroe para rigori decisivi col Cile negli ottavi, con un Kroos, ufficioso neo acquisto del Real, a farla da protagonista con una doppietta fotocopia  che testimonia la pochezza difensiva del Brasile.     

Finiva 5-0 il primo tempo e, nella ripresa,  ci pensava Schurrle, ventitreenne punta del Chelsea, subentrato a Klose,  ad arrotondare il bottino andando a segno due volte. 

Si è subito detto e si continuerà  a rimarcare l’assenza di Thiago Silva, però, è bene chiarirlo subito, per quanto si parli forse di uno dei più forti difensori al mondo, la disfatta non può essere addebitata alla sua squalifica abbinandola, magari, a quella dell’infortunato e sfortunato Neymar perché le cause sono state ben diverse e vengono anche da lontano. 

Le magagne, prima o poi,  vengono fuori

Certo, ieri si è capito chi aveva tenuto in piedi nelle precedenti partite il Brasile, a parte alcuni aiutini arbitrali (definiti doverosi per la squadra padrone di casa…),  contro avversari per quanto sorprendenti ma pur sempre inferiori (Camerun, Croazia e Messico nella fase a gironi,  Cile e  Colombia nelle qualificazioni), occultandone sotto il tappeto i limiti tecnici e tattici. Forse erano stati proprio merito di  Thiago Silva e Neymar, gli uomini più rappresentativi, però,  una squadra che aspira a vincere il mondiale non può e non deve basarsi su due soli elementi lasciando gli altri col ruolo di comprimari di semplice contorno ma di nessuna utilità. 

Ma contro questa Germania, anche se i due fossero stati presenti,  avrebbero potuto fare  ben poco perché i restanti  componenti della squadra  si sono dimostrati non (solo) all’altezza del titolato undici verde oro ma indegni di farne parte per le loro evidentissime carenze. Non se n’è salvato uno che è uno  degli uomini di Scolari, tutti finiti nel vortice della nullità tecnica, tattica, caratteriale a cominciare da un attacco talmente penoso  (Hurk, Fred e Bernard)  che, nel campionato di serie B italiano, sarebbe facile preda degli avversari,  per finire alla difesa nella quale ognuno andava per proprio conto facendo di tutto per trovarsi nei punti sbagliati contro gli avversari che, a frotte, piovevano da tutte le parti;  del centrocampo sarebbe meglio non dire nulla perché, di fatto non è esistito, facendo gongolare Carlo Ancelotti che ha fortissimamente voluto l’acquisto di Kroos che ieri sera, al di là delle due reti, è risultato fra i miglior in campo, ridicolizzando gli avversari.   

Amare conclusioni 

La Germania ha messo a nudo, in maniera evidente ed incontrovertibile,  che del glorioso Brasile, oggi non è rimasto nulla se non il nome, il marchio, perché l’attuale rosa è priva di campioni in grado di far ricordare i trionfi passati  e far decollare la squadra verso traguardi intercontinentali. 

Ora, è facile addossare tutte  le colpe a Felipe Scolari il quale, sicuramente e presuntuosamente, ha sbagliato a sbandierare ai quattro venti una forza della sua squadra non corrispondente alla realtà, ben lontana dagli effettivi valori dei singoli, imparagonabili ai loro colleghi di qualche decennio fa. 

Ogni botte dà il vino che ha e, di certo, le ultime sfornate brasiliane, tranne qualche caso, sono lontane anni luce dalle produzioni tecniche precedenti: di quest’amara realtà è bene prenderne debita nota, approfondire le cause e ripartire su basi e uomini differenti. 

Un paese in ginocchio 

Che emozione vedere giocatori e tifosi in lacrime per quanto accaduto, quanta umanità nei brasiliani, si vocifera addirittura che questa disfatta possa avere un riflesso negativo anche sulle prossime elezioni presidenziali di ottobre e questo per evidenziare cosa rappresenti il calcio da sempre per il popolo brasiliano.  La preventiva presunzione di dirigenti e calciatori è stata giustamente punita, l’umiltà di coloro che vivono solo di calcio ai margini delle favelas ferisce e dispiace per questa mancata possibilità di riscatto sociale. Purtroppo il calcio, nel bene e nel male,  non tiene conto dei sentimenti e, in campo, almeno di tanto in tanto, vince il più forte.   

Germania sbalorditiva  

Difficile trovare aggettivi meglio rispondenti a quanto fatto vedere dai tedeschi in questa  partita, eclatante non solo nel risultato ma nel gioco: a tratti sembrava un allenamento infrasettimanale fra la prima squadra e la Primavera, talmente la differenza era rimarcata.  Persino Klose, il vecchietto del gruppo (36 anni) ha dato il suo contributo al risultato mettendo a segno un gol, il sedicesimo,  che lo ha portato a scavalcare Ronaldo nella classifica dei marcatori con più mondiali disputati, un record che abbellisce ancora di più la  prestazione di una squadra nazionale che non fa altro che riflettere la situazione del proprio campionato dove le big, in campo europeo, hanno avuto costante voce in capitolo, soprattutto con il gioco. Proprio quello che si è stravisto in questa semifinale.

Verso la finale  

Indipendentemente da chi sarà l’avversario, Argentina o Olanda, questa Germania ha conquistato ed impaurito tutti e tutti sono pronti a scommettere che gli uomini di Loew hanno ormai ipotecato il titolo. Prima attendiamo di conoscere il nome dell’altra finalista e, poi, godiamoci l’attesa dello scontro finale che, se non altro, per noi italiani, si presenta come qualcosa di  stratosferico, se rapportato a quanto espresso da altre squadre, ritenute, a priori, inferiori alla nostra…. 

La Germania  vista ieri, se non altro,  ci ha riconciliato con il calcio.     

        

 

 

 

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