Euro 2016: la passione di sempre nella Francia sconvolta

ROMA – Cominceranno questa sera a Saint-Denis, con la prima partita del Girone A tra Francia e Romania, gli Europei francesi, in una Parigi ancora scossa per le due tragedie che l’hanno sconvolta lo scorso anno e per il clima pesante e carico di tensioni che la sta attanagliando quest’anno, a causa dell’arroganza del governo Valls e della reazione di strenua protesta di giovani e sindacati in merito all’approvazione della Loi travail, per giunta senza passare dal Parlamento ma imponendola tramite l’articolo 49.3 della Costituzione.

Non c’è festa, non c’è allegria, non c’è alcuna gioia né la “grandeur” tipica di quelle latitudini; non c’è, insomma, il clima del ’98, non si respira un’aria di speranza, l’atmosfera è pessima e questo torneo, al pari del Tour de France che scatterà a luglio, desta più apprensione che soddisfazione.
Eppure si parte, in un Europeo che sarà per la prima volta a ventiquattro squadre suddivise in sei gironi all’italiana: altra concessione al predominio del business e allo strapotere delle play-tv.
Una manifestazione meno stellare di altre edizioni ma nella quale non mancheranno certo i campioni e gli spunti d’interesse, a cominciare dai padroni di casa, il cui tecnico Deschamps potrà contare su un Pogba finalmente maturo e pronto – sono parole sue – a entrare nella storia e su un Griezmann reduce da una stagione esaltante con l’Atletico Madrid.  

Da non sottovalutare, poi, la Germania campione del mondo in carica di Joachim Löw, la quale può contare sull’impianto di fuoriclasse che ha trionfato due anni fa in Brasile, con Götze, Müller e altri mostri sacri ormai nel pieno della maturità e fortemente intenzionati a ripetere l’impresa riuscita nel biennio ’98-2000 alla Francia e nel quadriennio 2008-2012 alla Spagna, con la conquista di Mondiale ed Europeo. Le qualità non le mancano e il Girone C, con Polonia, Ucraina e Irlanda del Nord, sembra sia stato disegnato apposta per consentire agli uomini di Löw di accedere agli Ottavi senza patemi d’animo. 

La Spagna, inserita nel gruppo D con Turchia, Repubblica Ceca e Croazia, non è più l’“Armada Invencibile” di qualche anno fa, anche perché i mitici attacchi di Real Madrid e Barcellona hanno la singolare caratteristica di non vedere al proprio interno nemmeno un campione spagnolo; fatto sta che Iniesta, Piqué, Ramos, Fabregas, Morata e altri fuoriclasse dello stesso livello, oltre ad essere ancora nel pieno delle forze e all’apice della carriera, hanno anche una consolidata abitudine ad alzare trofei, dunque un’esperienza in ambito internazionale di cui poche altre nazionali dispongono. 
Infine, tra le favorite, occhio a non sottovalutare il Belgio, altro paese sconvolto di recente dal terrorismo jihadista, nel quale è sbocciata una generazione di fenomeni che va dal portiere Courtois al difensore Kompany, da Hazard a Lukaku, da Witsel a De Bruyne a Nainggolan, contesi dai maggiori club europei a suon di milioni e guidati dall’esperto Wilmots, oltre che nel pieno di una maturità sportiva e atletica che potrebbe consentire a questa compagine di rivelarsi la grande sorpresa o, per meglio dire, la piacevole conferma ad alti livelli del torneo.

E l’Italia? Spiace dirlo, ma i ventitre ragazzi di Antonio Conte non paiono in grado di andare al di là degli Ottavi, massimo dei Quarti di finale: un po’ perché nel Girone E i favoriti sono proprio i fortissimi belgi, contro i quali esordiremo lunedì 13 a Lione, un po’ perché i dignitosi Eder, Pellè, Zaza e De Rossi non sembrano in grado di ripetere i fasti dei Totti e dei Del Piero. Il gruppo, che vede coinvolte anche Svezia e Irlanda, è abbordabile ma dagli Ottavi in poi l’inferiorità tecnica della nostra Nazionale rischia di farsi sentire. 

Da non sottovalutare il Portogallo di Cristiano Ronaldo e la Croazia del talento diffuso e solido in tutti i reparti (a differenza degli Azzurri, formidabili solo in difesa con Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini).
La finale si disputerà domenica 10 luglio, ancora a Saint-Denis, in quella “Ville lumière” che attende senza particolare fervore l’inizio di una manifestazione il cui impatto planetario e la cui gestione sul piano della sicurezza e dell’ordine pubblico chiariranno meglio quale Francia si recherà alle urne il prossimo anno e quale ritorno d’immagine potrebbe ricavarne un esecutivo al momento in crisi di consensi, con il Partito Socialista terzo e virtualmente fuori dal ballottaggio.

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