Trasporto aereo. Ecco il triste panorama tra esodati, cassaintegrati e nuovi disoccupati

ROMA – E’ ormai da anni che il comparto aereo appare perennemente in crisi, con perdita continua di posti di lavoro in tutti i suoi settori.

Diciamo apparentemente perché è da anni che si denuncia l’assenza di una reale crisi del settore nel nostro Paese, facilmente dimostrabile grazie ai dati ufficiali istituzionali e pubblici della stessa Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) e dell’AEA (Association of European Airlines). E’ quindi evidente come tale crisi nel nostro settore non esista, ma che esista piuttosto una strumentalizzazione di una crisi generale per favorire esclusivamente la massimizzazione del profitto privato a danno dei lavoratori.

L’Aeroporto di Fiumicino, con il suo indotto, si è trasformato in una zona senza regole dove, nell’assoluto silenzio della politica, a fronte di un significativo e costante aumento di passeggeri e merci trasportati si cancellano posti di lavoro stabili, subito sostituiti con lavoratori precari, quasi sempre di nuova formazione. Tutto ciò usando disinvoltamente ammortizzatori sociali, o sgravi fiscali, che alla fine paga il contribuente attraverso le tasse, ossia per la quasi totalità sempre, e ancora una volta, i lavoratori

Il Comitato CoRiSTA (Comitato Rioccupazione Stabile Trasporto Aereo), nato per ampliamento del Comitato Cassaintegrati Overbooked, e che riunisce lavoratori e lavoratrici del Trasporto aereo, siano essi in mobilità, “esodati” o precari, ha elaborato una piattaforma rivendicativa condivisa tra i lavoratori e le lavoratrici, che vuole inserirsi dentro una cornice di Legge regionale detta “Città del volo” ( l.r. 24 dicembre 2008 n. 31 ) , approvata e finanziata per 30 milioni di euro a valere dal 2009 al 2011, e mai applicata. Legge che permetterebbe di porre finalmente termine ad una crisi occupazionale non più sostenibile..

Il comitato è critico nei confronti del progetto legato ai contratti di ricollocazione previsti per i licenziati del comparto. Contratti che prevedono l’utilizzazione delle risorse economiche pubbliche per la ricollocazione e la formazione di personale utilizzando società di intermediazione del lavoro, senza che ciò sia necessario; dunque sperperando denaro pubblico che potrebbe essere meglio impiegato per creare nuovi stabili posti di lavoro, partendo dalla rioccupazione di chi è stato ingiustamente licenziato.
Infatti l’istituzione di bacini di riferimento, suddivisi per aziende, settori di appartenenza, anzianità ed altri criteri oggettivi, permetterebbe di risparmiare denaro pubblico e soggetti di intermediazione, nel momento in cui una seria regolamentazione favorisse l’incontro dei flussi di offerta/domanda di lavoro.

Questa potrebbe sì essere l’occasione per le istituzioni, e per la buona politica, di dimostrare che il denaro pubblico può essere utilizzato mettendolo veramente al servizio di tutti quelli che ne hanno maggiormente bisogno, ma secondo criteri si spesa razionali.

I punti della piattaforma elaborata dal Comitato, si inseriscono perfettamente nel progetto “Città del Volo”, oltre a indicare soluzioni per i problemi legati alla questione “esodati” e alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse per il sostegno al reddito (FSTA).

Per richiamare pertanto alle proprie responsabilità anche la Regione Lazio, il Comitato promuove assieme al Coordinamento Mobilitati Filt Cgil Roma e Lazio, l’Usb, la Cub e ANELTA, una MANIFESTAZIONE alla REGIONE LAZIO il 15 Aprile 2015 alle ore 9, in occasione della riunione del Consiglio Regionale.

Di seguito la piattaforma 

* blocco totale dei licenziamenti in aeroporto , non sostenibili in un aeroporto che non vede una contrazione della domanda di prestazioni lavorative e per il quale è previsto un ulteriore sviluppo sia di infrastrutture che di traffico.

* blocco totale delle assunzioni di personale precario formato ex novo, fino a quando non saranno terminate e stabilizzate le assunzioni del personale ora precario o posto in mobilità o licenziato.

* istituzione di bacini di riferimento, dai quali tutte le aziende che operano nel sedi aeroportuali e nel suo indotto devono essere obbligate ad attingere in caso di assunzioni. Tali bacini dovrebbero essere istituiti da un Ente garante, che noi intravvediamo, in ambito aeroportuale, in Enac, l’ente che per suo statuto e per recenti propositi dovrebbe essere preposto alla vigilanza sulle azioni delle varie società operanti in ambito aeroportuale. Tali bacini inoltre dovrebbero essere istituiti con il rispetto di una graduatoria pubblica secondo criteri di anzianità di servizio e di carichi famigliari, diversificati per aziende di provenienza e per qualifiche professionali. L’invito alla costituzione di tali bacini è rivolto anche alla Regione Lazio, ente al quale è delegata la funzione delle Politiche Attive del lavoro (e che già collabora con l’Enac per il progetto legato ai contratti di ricollocazione degli ex Cai), e che quindi potrebbe esercitare la funzione di controllo pubblico in qualità di ente di prossimità.
* secondo quanto contenuto nell’accordo sindacale dell’8 agosto 2014 (Alitalia-Cai), si richiede l’estensione del sostegno al reddito a carico totale del FSTA (non a carico del contribuente) per tutto il personale aeroportuale posto in mobilità a partire dal 2008 nell’attesa che sia ricollocato o pensionato. Rispediamo al mittente le recenti e fuorvianti insinuazioni diffuse dal massimo dirigente Inps e dalle maggiori testate giornalistiche che vogliono ancora una volta fare passare per “privilegiata” una categoria di lavoratori e lavoratrici che stanno solo subendo una situazione che non hanno scelto.

* alla luce delle ultime strumentali crisi aziendali dei vari handlers dell’aeroporto di Fiumicino, e data la vivacità del settore e del suo continuo e florido sviluppo, siamo certi che la concorrenza e la mancanza di una seria regolamentazione abbia comportato un effetto dumpig sui diritti e sul salario dei lavoratori, provocando inoltre il licenziamento di molti e la precarizzazione degli altri. Non a caso infatti mentre vengono licenziati dei lavoratori si assumono al loro posto nuovi precari con l’unico intento di garantire massimi profitti alle aziende private. Valuteremo quindi con molta attenzione la riduzione degli handlers promossa dall’Enac, perché convinti che potrà avere un effetto positivo solo se tale iniziativa verrà inquadrata in una regolamentazione che si esprima in modo chiaro rispetto alla tutela dei livelli occupazionali e dei lavoratori, e legata quindi alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, ed alla ricollocazione di coloro che sono già stati licenziati o che percepiscono ammortizzatori sociali. Per esser chiari, non vorremmo quindi che una semplificazione del sistema dei servizi di handling, che prevede la loro riduzione numerica, fosse il solito bluff per strumentalizzare ancor di più una crisi del settore che è di fatto inesistente, e si traducesse perciò in nuovi licenziamenti ed ulteriore precarietà ed abbattimento di diritti e salario per altri lavoratori.
* alla luce della recente e famigerata riforma pensionistica e considerato l’alto numero di personale in mobilità che alla fine della stessa si troverà senza reddito e senza possibilità di accedere in breve tempo ad un trattamento pensionistico, e considerate le false ed ultime dichiarazioni del Ministero del Lavoro che ritiene esaurito il numero delle persone da “salvaguardare “, viene chiesto che tale personale venga tutelato e preso in considerazione, nell’ambito dell’emanazione di ulteriori “salvaguardie o di correttivi alla riforma Fornero” non penalizzanti.

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