La sfida di ASVIS e ANCI per Amministrative di qualità

ROMA – A breve, come tutte le testate, vi condurremo anche noi alla scoperta dei candidati e delle liste che si contenderanno le Amministrative del 5 e 19 giugno prossimo, analizzando i singoli scenari, le sfide nelle sfide che si prospettano e formulando qualche ipotesi sul possibile esito di una competizione che avrà, per forza di cose, dei risvolti nazionali, visto che sono chiamate al voto alcune delle principali città italiane.

Prima, tuttavia, abbiamo ritenuto opportuno portarvi a conoscenza di una lodevole iniziativa promossa dall’ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), l’associazione fondata pochi mesi fa dall’ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini, e dall’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) e presentata lo scorso 5 maggio presso la sede romana dell’ANCI.

Lo scopo principale dell’ASVIS è proprio quello di promuovere anche in Italia i diciassette obiettivi fissati nel settembre del 2015 dalle Nazioni Unite, nell’ambito del varo dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile: obiettivi ambiziosi da raggiungere entro il 2030, in continuità con i celebri “Obiettivi del Millennio” che, in parte, sono stati ampiamente raggiunti, consentendo un miglioramento delle condizioni di vita e di salute di centinaia di milioni di persone, specie nel Terzo mondo.

I diciassette obiettivi fissati si suddividono, a loro volta, in centosessantanove target e duecentoquaranta indicatori, con parametri in base ai quali ciascun paese verrà valutato periodicamente in sede ONU e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

A tal proposito, l’ASVIS (che racchiude in se oltre cento soggetti, fra organizzazioni sindacali, associazioni, reti di associazioni della società civile, associazioni di enti territoriali, università, centri di ricerca pubblici e privati e molti altri ancora), in collaborazione con l’ANCI, ha posto al centro della battaglia politica in atto l’obiettivo numero 11: “Rendere le città e gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”, mettendo in evidenza i dieci sotto obiettivi che rendono concreta e precisa l’Agenda redatta dalle Nazioni Unite:

1)      Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso ad un alloggio e a servizi di base adeguati, sicuri e convenienti e garantire l’ammodernamento dei quartieri poveri.

2)      Entro il 2030, fornire l’accesso a sistemi di trasporto sicuri, sostenibili e convenienti per tutti, migliorare la sicurezza stradale, in particolare ampliando i mezzi pubblici, con particolare attenzione alle esigenze di chi è in situazioni vulnerabili, alle donne, ai bambini, alle persone con disabilità e agli anziani.

3)      Entro il 2030, aumentare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipata e integrata dell’insediamento umano in tutti i paesi.

4)      Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo.

5)      Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di morti e il numero di persone colpite da calamità, compresi i disastri provocati dall’acqua, e ridurre sostanzialmente le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale, con una particolare attenzione alla protezione dei poveri e delle persone in situazioni di vulnerabilità.

6)      Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti.

7)      Entro il 2030, fornire l’accesso universale a spazi verdi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per le donne e i bambini, gli anziani e le persone con disabilità.

8)      Sostenere rapporti economici, sociali e ambientali positivi tra le zone urbane, periurbane e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale.

9)      Entro il 2020, aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l’inclusione, l’efficienza delle risorse, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il “Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030”, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli.

10)  Sostenere i paesi meno sviluppati, anche attraverso l’assistenza tecnica e finanziaria, nella costruzione di edifici sostenibili e resilienti che utilizzino materiali locali.

Dieci sfide decisive per la nostra democrazia; dieci sfide decisive per il nostro futuro e, ancor più, per quello delle nuove generazioni; dieci sfide che non hanno colore politico, in quanto appartengono a tutti; dieci sfide, infine, che ci auguriamo vengano sottoscritte, fatte proprie e inserite nei rispettivi programmi da ciascun candidato: non per uniformare ulteriormente una dialettica democratica che tende di suo a una drammatica omologazione ma per ripristinare una base di princìpi e valori condivisi che dovrebbe costituire il terreno di un confronto civile e all’insegna del rispetto reciproco.

Forse stiamo parlando di un’utopia, forse no ma se anche solo la metà dei candidati sindaci dei 1.368 comuni italiani che andranno al voto dovesse sottoscrivere questa piattaforma programmatica sarebbe già un notevole passo avanti.

L’importante, al di là di tutto, è che qualcuno ci abbia provato e che una strada di civiltà, all’insegna di uno sviluppo armonico, equo e compatibile con le esigenze dell’ambiente e del territorio, sia stata indicata per tempo.

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