“L’acqua non si tocca”. Il 5 maggio in piazza contro la privatizzazione di Acea

“L’acqua non si tocca”  –  “No alla svendita di Acea”. Questo è il grido che ha accomunato i movimenti che oggi alle 15.00 si sono riuniti in Piazza del Campidoglio e che parteciperanno sabato 5 maggio alla manifestazione contro la vendita/svendita del 21% di Acea, decisa dal Sindaco Gianni Alemanno.

Questa mattina era in discussione la delibera 32/2012 relativa alla creazione della Holding capitolina e alla vendita di parte della quota azionaria di Acea ma, come spesso accade, è venuto a mancare il numero legale. Inoltre alcuni Rappresentanti del Comitato Acqua Pubblica hanno occupato l’aula Giulio Cesare in segno di protesta per cui i lavori sono stati sospesi. I manifestanti inoltre al grido di “Acqua pubblica”, si sono riversati nella zona dell’aula riservata ai consiglieri comunali esponendo anche striscioni con su scritto: “Il mio voto va rispettato” e hanno occupato l’aula per una ventina di minuti circa. 

Una vendita dunque quella di Acea che viene giudicata non solo “non necessaria” ma assolutamente “sconveniente economicamente ed inopportuna politicamente” e che comporterebbe un depauperamento di un patrimonio comunale oltre che di un bene collettivo.  

In realtà sono in molti a storcere la bocca rispetto a questa decisione di Alemanno, non ultimi anche diversi elettori di destra e molti dei rappresentanti della sua stessa maggioranza, una decisione  che Athos De Luca (PD) non esita a definire ‘un suicidio politico’ di Alemanno.

Una scelta quella del Sindaco del tutto impopolare, da alcuni definita addirittura ‘scellerata’, ma soprattutto in palese opposizione rispetto a quanto espresso lo scorso anno in sede referendaria,  in maniera chiara e perentoria,  dai cittadini che invece si vedrebbero ora scippati di un bene pubblico. 1.200.000 cittadini romani nemmeno un anno fa hanno infatti dichiarato la propria netta contrarietà all’intrusione di soggetti privati nella gestione di questo bene primario. Ora per obiettivi e finalità politiche e soprattutto per  fronteggiare esigenze di bilancio e far cassa, questi stessi cittadini vedrebbero completamente ribaltato il loro voto.  L’acqua è un bene primario e non può essere  dunque considerato oggetto di profitto. 

La scelta di Alemanno oltre che stravolgere l’esito referendario, non farebbe che danneggiare la collettività favorendo solo l’interesse di pochi. Ne è un esempio lampante la provincia di Latina dove la privatizzazione ha prodotto tariffe più alte e un peggioramento notevole del servizio, come ha precisato oggi Giuseppe Celli, capogruppo della Lista Civica Cittadini/e alla Regione Lazio, il quale ha anche affermato: “L’acqua è, e deve rimanere, un bene pubblico da tutelare, difendere e preservare. Così come l’Acea non può essere considerata come una terra di conquista per chi mira a guadagnare a scapito della collettività. Invece che in ardite operazioni sulle quali lucreranno i soliti noti, si pensi a tagliare gli sprechi per reperire fondi da investire nell’azienda. In primis per la ristrutturazione della rete idrica, il cui stato di degrado comporta una perdita idrica media su base regionale pari al 37% del totale immesso”.

Saranno dunque molte le realtà politiche e sociali che parteciperanno il 5 maggio al corteo che partirà da Piazza Vittorio per arrivare in Campidoglio (anche se al momento la Piazza è stata negata al corteo). L’iniziativa è stata presentata proprio oggi stesso in piazza del Campidoglio. “Su Acea ci sarà un’iniziativa molto dura in aula e una mobilitazione fuori dell’aula – ha spiegato il segretario del Pd Roma, Marco Miccoli – la svendita di Acea non risolve i problemi di Roma ed è evidentemente un regalo a qualcuno”.  

In una nota, Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, che ha preso parte oggi alla conferenza stampa sotto al Campidoglio ha dichiarato:” Con brocche d’acqua, palloncini, slogan e cartelli, facciamo sentire forte la voce dei romani, dobbiamo ricordare allo smemorato Alemanno e a tutta la sua maggioranza i risultati dei referendum. È grave che il Sindaco provi a raccontarci frottole, non ci sono leggi che obbligano a vendere un altro pezzo dell’acqua di ACEA, anzi farlo andrebbe contro la volontà dei cittadini e i referendum.  In conclusione – prosegue la nota – si unisce la richiesta della rimozione degli ostacoli formali e la concessione al corteo di raggiungere come richiesto la piazza del Campidoglio”.

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