Crisi. La classe dirigente italiana, la più vecchia d’Europa. Età media governo Monti: 64 anni

ROMA – “Vecchie e poche idee”, sono quelle messe in campo per affrontare la crisi. E’ quanto afferma  il presidente della Coldiretti Sergio Marini a proposito del  report sull’età media della classe dirigente italiana nel tempo della crisi, presentato nel corso dell’Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con l’Università della Calabria.

Il dato parla chiaro: la classe dirigente ha un’età media di 59 anni, la più alta rispetto agli altri stati europei ed è forse per questo motivo che – spiega Marini -“si cerca di riproporre modelli di sviluppo fondati su finanza ed economie di scala che hanno già fallito altrove e che non hanno nulla a che fare con le peculiarità del Paese”.

Dello stesso parere anche    il delegato nazionale dei giovani della Coldiretti, Vittorio Sangiorgio, il quale con un pizzico di ironia dice che “la maggioranza della classe dirigente attuale andrà probabilmente in pensione prima che la crisi sia superata, e questo anche tenendo conto della riforma del ministro del Lavoro Elsa Fornero. Inoltre la disoccupazione giovanile record   non è solo un problema familiare e sociale ma provoca anche un invecchiamento della classe dirigente che deve affrontare la crisi con un Italia che sta rinunciando a risorse fondamentali per la crescita”. Insomma un quadro davvero poco allettante.
E per classe dirigente s’intendono tutte quelle persone impegnate nelle politica, nell’economia e nella pubblica amministrazione. Secondo lo studio il primato  se lo aggiudicano le banche con un’età media degli amministratori di 67 anni. Nelle istituzioni l’età media tra i deputati è di 54 anni, mentre dei senatori 57. Per non parlare dell’età media del governo Monti che si attesta a 64 anni.
Insomma vale proprio la pena di dire spazio ai giovani, o magari ai meno vecchi considerando la media.

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