Alitalia. Incredibile Colaninno: “Sono di sinistra”

ROMA – Hanno davvero dell’incredibile le parole pronunciate  dal presidente di Alitalia Roberto Colaninno: “Ho investito in Alitalia perchè era in una certa condizione, tutti potevano farlo, è il mio mestiere fatto di curiosità e l’ho fatto anche per una certa etica personale”.

Bè parlare di etica in un’operazione come questa suona come un paradosso. Forse il numero uno della compagnia di bandiera ha dimenticato  che Alitalia l’ha comprata per una pipa di tabacco – e solo la parte buona, cioè la “good company”  – mettendo alla porta migliaia di persone che a tutt’oggi sono in attesa di una sperata riassunzione, che probabilmente non arriverà mai. Anzi, sembra che altri dipendenti andranno ad aumentare le fila degli esternalizzati in società minori, perchè si vocifera che gli affaristi di Cai avrebbero tutta l’intenzione di ridurre il personale, per assumerne altri ma con contratti flessibili.

Per non parlare poi dei tanti azionisti e obbligazionisti che con la complicità del governo e dei sindacati hanno visto volatilizzarsi i loro risparmi.  Ma Colaninno fa  di più.  Tira in ballo la sua appartenenza politica per giustificarsi  da tutti quei giornali che durante la famosa trattativa parlavano dei “soliti furbetti del quartierino, amici di Berlusconi”. “Ho sempre votato a sinistra e non l’ho mai nascosto”, dice il numero uno di Alitalia. E aggiunge “Berlusconi l’ho visto quattro volte in sei mesi e non mi ha mai chiesto nè favori, nè niente”.

Come fare a non credergli. Ieri Colaninno ha pranzato con un altro pezzo grosso, il presidente dell’Air France Jean-Cyril Spinetta, con il quale – assicura – non c’è nessun matrimonio in vista. “Noi – avrebbe detto a un cronista prima di dileguarsi dalla sede di Intesa Sanpaolo – parliamo di panettone”. Ma l’idea che si sono fatti molti è un’altra. Come ci ha spiegato Paolo Marras della segretaria nazionale dell’Usb, Unione Sindacale di Base: ” Colaninno sta preparando il terreno, trasformando la compagnia di bandiera in una società agile, flessibile e poco costosa dal punto di vista occupazionale come la vuole Spinetta.” Insomma all’orizzonte ci sarebbe una probabile vendita alla compagnia di Air France che al momento detiene già il 25% delle azioni vincolate per 5 anni. Certo si tratta di una minoranza apparente, visto che Berlusconi ha fatto di tutto purchè Alitalia restasse italiana. “Tuttavia- come ci spiega Marras – si tratta di un vincolo autodeterminato e non di Legge.Quindi quando sarà il momento opportuno, allo scadere dei cinque anni o quando saranno decantati i tempi dell’italianità degli operatori generali, scatterà il meccanismo famoso, non del matrtimonio, bensì dell’acquisizione da parte di Air France a un prezzo molto superiore rispetto a quello speso per comprare la “good company”.

Insomma una vera e propria speculazione. Nel frattempo i lavoratori in Cigs sono 6mila, molti dei quali di un’età compresa tra i 35 e i 45. Quando finiranno i 4 anni di Cassa integrazione e i 3 di mobilità si ritroveranno in una situazione di totale impotenza. Infatti,  non avranno maturato il diritto alla pensione e al contempo saranno troppo vecchi per intraprendere nuove attività lavorative. Un vero paradosso. Ma per fortuna Colaninno si definisce un uomo di sinistra.  Pierluigi Bersani durante la trasmissione “Vieni via come me” aveva letto l’elenco dei valori di sinistra. Uno di questi recita: “La sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli, puoi fare davvero un mondo migliore per tutti”. Ma evidentemente la sinistra di Colaninno è ben altra, quella d’ispirazione affaristica. L’abbiamo cercata affannosamente nell’elenco, ma è l’unica a non essere presente.

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