Authority. La Camera vara le nomine Agcom e Authority. Scoppia la protesta

ROMA – La Camera dei Deputati ha ratificato le nomine dei componenti delle Authority, indicati ieri a Montecitorio dai partiti della maggioranza. All’Agcom, (Autorità per la garanzia nelle comunicazioni) sono stati eletti Maurizio Decina,indicato dal Pd,163 voti e Antonio Martusciello, sostenuto dal PdL,148. Alla Privacy, Giovanna Bianchi Clerici e Antonello Soro.

Clerici, candidata dalla Lega e PdL, ha ottenuto 179 voti, l’ex capogruppo del Pd invece 167. Eletto infine componente del Consiglio Superiore della Giustizia amministrativa Giuseppe Lauricella, cui sono andate 322 preferenze.

In totale sono state 94 le schede bianche e 23 quelle nulle. In apertura di seduta, i radicali hanno confermato la loro decisione di non votare, perché contrari “alle solite spartizioni partitocratiche” e infine hanno abbandonato l’Aula. Analoga la protesta dell’IdV e di Sel. I leader dei due partiti, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, in una conferenza stampa organizzata a Montecitorio, prima delle votazioni, avevano annunciato la loro astensione e lanciato un messaggio al Pd: “Si aprono scenari problematici per una eventuale coalizione”. E Parisi del Pd: “Sono costernato. Non partecipo al voto”. Critica anche l’Api, che,in segno di protesta, ha votato scheda bianca.

Critica la posizione di Sergio Gentili, della direzione del Pd sulle nomine, che parla di “una scelta sbagliata e dannosa”.
“Si  tratta – precisa l’esponente politico –  di un episodio che mette in luce lo scollamento fra Istituzioni, forze politiche, cittadini, un Parlamento per di più ipotecato da presenze  più squalificate della destra.  In particolare su una questione così  delicata come le nomine di importanti “ autorità” sarebbe stata necessario operare con il massimo di trasparenza, avviando un ‘’ampia  consultazione fra tutti i soggetti interessati per arrivare a una scelta condivisa, di qualità.. Si tratta di una vicenda sbagliata e dannosa. C’è da sperare che per la Rai non venga ripetuto questo errore”.

Giudizio negativo arriva anche dalla Federsconsumatori: “Come al solito a farla da padrona è logica spartitoria dei partiti, e non l’interesse generale del Paese e dei cittadini”, ha tuonato il presidente Rosario Trefiletti. “Un comportamento inaccettabile che da anni denunciamo. Particolarmente grave per quanto riguarda il compito delicatissimo dell’Agcom, che interviene sul settore della comunicazione, dell’informazione, nonché sul rilevante aspetto della pervasività delle reti e di Internet. Questioni che non toccano solo interessi economici di enorme portata, ma soprattutto hanno riflessi estremamente rilevanti sulla democrazia stessa”. E infine Trefiletti conclude così: “Confidiamo in un ripensamento. Se questi sono i parametri di scelta, c’è da preoccuparsi fortemente per le scelte sulla direzione della RAI Tv. Il servizio pubblico ha un’esigenza vitale di un gruppo dirigente assolutamente sganciato dai partiti. La scelta dei componenti si deve basare solo su parametri di carattere etico e professionale.”

Critiche arrivano anche dalla Federazione nazionale della Stampa. Il presidente  Roberto Natale, intervenendo al VI Congresso dell’Associazione della Stampa di Puglia, ha sottolineato che le nuove nomine dell’Agcom «hanno un significato di scambio politico che non ci interessa, si stanno compiendo con un metodo che ci può fare arrabbiare da cittadini”.

Anche Beppe Grillo è intervenuto sull’argomento, chiedendo la chiusura dell’Agcom. “L’Agcom è uno spreco di soldi pubblici, una copertura per il controllo dei media da parte dei partiti. Una
presa per i fondelli. Va chiusa. Monti la tagl”, ha scritto il leader del Movimento 5 Stelle.

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