Ilva. Sciopero negli stabilimento del gruppo. Manifestazione a Taranto

TARANTO – Giovedì quattro ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva. Lo hanno deciso Fiom, Fim e Uilm nazionali. Nel corso della astensione dal lavoro si svolgeranno presidi sotto le prefetture, manifestazioni con modalità stabilite a livello locale.

Intanto gli otto dirigenti e manager dell’azienda che si trovano agli arresti domiciliari, sono stati interrogati, sei a Taranto e due a Milano per rogatoria su richiesta del gip. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Una grande manifestazione , nel quadro delle iniziative sindacali, si svolgerà a Taranto per chiedere la difesa dei posti di lavoro e la tutela dellì’ambiente. E’prevista anche una veglia di preghiera promossa dalla diocesi. Fiom,Fim, Uilm, nell’annunciare lo sciopero di quattro ore “ contro il rischio di chiusura dello stabilimento della città pugliese rivendicano “una politica industriale che coniughi lavoro e ambiente” e affermano la necessità “ di ricercare tutte le soluzioni utili al mantenimento dell’attività industriale, salvaguardando sia l’ambiente che la salute, e in ragione di ciò chiedono che Ilva espliciti impegni, investimenti ed azioni che vadano in tale direzione”. Fiom, Fim e Uilm – afferma un comunicato-ritengono che il recente protocollo di intesa, in cui si stanziano 330 milioni di euro per la bonifica e riqualificazione dell’area, sia un primo passo importante verso un miglioramento delle condizioni ambientali nell’area tarantina e che esso possa essere un passaggio importante per la ripresa delle attività, convinti che si possa far coesistere un’attività industriale con il rispetto dell’ambiente e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini.” Le tre organizzazioni sindacali dei metalmeccanici, conclude la nota,

“ritengono che sia inaccettabile socialmente ed insostenibile per l’intero sistema industriale la prospettiva di una chiusura dello stabilimento di Taranto, con la perdita di 50.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti: non possiamo accettare che oggi i lavoratori dell’Ilva paghino responsabilità storiche non loro e che continuino ad essere sottoposti ad un ricatto inaccettabile tra lavoro e salute.”

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