Un voto per un futuro equo e sostenibile

ROMA – Siamo finalmente al dunque. Dopo una campagna elettorale che, malgrado i continui richiami di Bersani e del centro sinistra al merito dei problemi degli italiani, è stata segnata da promesse irrealistiche,  balle colossali, veri imbrogli e scandali, domani con il voto al Partito Democratico potremo finalmente cambiare pagina.

Con il voto al Partito Democratico potremo finalmente avere un Governo ed un Parlamento dove tornare a costruire un futuro più equo e sostenibile per i giovani le donne, gli anziani, i lavoratori e le lavoratrici.
Un futuro fondato sui valori storici, culturali, sociali, ambientali dell’Italia sapendo da dove veniamo e di cosa siamo eredi. E’ questa una condizione essenziale quando sembra che ogni valore di democrazia, solidarietà, onestà, libertà, giustizia, equità, sostenibilità si sfuma e perda significato.     Noi siamo gli eredi dei grandi filoni culturali e politici del riformismo laico e socialista e del solidarismo cattolico, che si batterono per l’unità del Paese, per riscattarlo dalla barbaria fascista e che furono determinanti nella ricostruzione post bellica e nella costruzione dell’Unione Europea. Radici culturali rinvigorite nel tempo alla fonte della cultura ecologista, senza la quale ogni idea di futuro è puramente velleitaria se non catastrofica.  
Un futuro che cammina sulle gambe degli uomini e delle donne,  che parla al cuore delle persone sapendo che c’è davvero la possibilità di un mondo  più giusto, che il multilateralismo ha un ruolo da svolgere, che la cooperazione e la solidarietà tra i paesi e i popoli è necessaria e fattibile, che gli Stati Uniti d’Europa hanno una missione fondamentale da svolgere per un mediterraneo ed un mondo di pace e di progresso.
Un futuro dove gli Stati e le istituzioni sovranazionali orientino e vigilino sull’uso delle risorse collettive dei beni comuni, del risparmio, del rispetto dei diritti civili e del lavoro individuali e collettivi.
Un futuro che assume come paradigma fondante “l’equità” per orientare le scelte politiche nazionali e internazionali, per ridurre le disuguaglianze tra popoli, fra nazioni e all’interno di esse.
Un futuro fondato veramente sul diritto allo studio ed al lavoro come condizione primaria di cittadinanza.
Un futuro di giustizia, di responsabilità individuali e collettive, di regole trasparenti e  istituzioni cristalline di cui essere orgogliosi.  
Un futuro forte dei saperi e della competenze, forte della valorizzazione delle risorse scientifiche e umane per la transizione verso uno sviluppo sostenibile basato sulla valorizzazione del lavoro, dell’impresa, della cultura, della ricerca, dei diritti e dell’ambiente.
Un futuro che crei le condizioni per una “nuova” stagione di progresso fondata sulla economia della conoscenza consapevole che oggi, più che mai, il “cosa produrre” è importante almeno quanto il “come produrre”.
Un futuro che faccia propri quei caratteri che fanno amare l’Italia nel mondo. Gli italiani hanno una grande responsabilità che gli deriva dall’essere gli eredi di una enorme eredità culturale e storica e di vivere in un paese straordinariamente bello. Per troppo tempo questa responsabilità, riconosciuta dalla stessa Carta Costituzionale, è stata pressoché rimossa dalla cultura politica prevalente. Solo riassumendo pienamente questa responsabilità e facendone il cuore del progetto del Paese saremo in grado di garantire un futuro di progresso per noi tutti.
    Questo futuro può avere inizio con il voto di domani.

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