Violenza donne. Boldrini, il 98% delle donne in televisione è muto

ROMA – “La figura della donna va rivista anche con l’aiuto dei media”. E’ questa la convinzione del presidente della Camera, Laura Boldrini, che oggi è intervenuta al convegno ‘La violenza sulle donne è un’emergenza a Milano’, che si è svolto alla Camera del Lavoro di Milano.

La Boldrini ha puntato il dito contro la pubblicità, che con i suoi “messaggi” ha spesso un ruolo fondamentale sullo stato sociale di un paese.

“Solo il 2% delle donne – ha precisato Boldrini – in televisione esprime un parere, parla. Il resto è muto, spesso svestito, non ha modo di esprimere un’opinione”.

Insomma, un fenomeno che lascia intendere quanto l’Italia sia arretrata rispetto al resto dell’Europa. La Boldrini ha lanciato una sorta di appello, in particolare alla televisione del servizio pubblico “in cui il pluralismo  non può essere solo quello della equilibrata presenza delle forze politiche”. 

“C’è una par condicio – ha detto la terza carica dello Stato –  che viene violata assai più frequentemente, ed è quella tra i generi e la loro rappresentazione”. “E – sottolinea Boldrini – un segnale importante  è arrivato con la decisione della Rai di rinunciare quest’anno a Miss Italia”.

Ma non è tutto. Sempre in questa occasione la Boldrini ha ricordato la gravità del fenomeno del femminicidio.  “Già 60 sono state le donne uccise dall’inizio dell’anno nel nostro Paese. Una strage che prosegue inesorabile, metodica, indisturbata”.  Il rapporto Eures  ricorda “che tra il 2000 e il 2011 i femminicidi in Italia sono stati 2061, su un totale di 7440 omicidi. E di questi 2061, ben 1459 sono stati quelli maturati in ambito familiare. La Boldrini ha sottolineato che si tratta di una vera e propria emergenza, proprio perché non si sta parlando di un  fenomeno inaspettato  o imprevedibile. La maggior parte delle donne uccise aveva già fatto almeno una denuncia. Si parla inoltre di omicidi avvenuti in ambito familiare, in cui l’autonomia della donna viene ritenuta insopportabile da mariti, fidanzati, compagni.

La Boldrini ha quindi rimarcato che “non si tratta dell’omicidio di una persona di sesso femminile, a cui possono essere riconosciute aggravanti individuali, ma di un delitto che trova i suoi profondi motivi in una cultura dura a rinnovarsi e in istituzioni che ancora la rispecchiano, almeno in parte”.

Alle parole della Boldrini fanno eco quelle di Susanna Camusso che è intervenuta sul fenomeno della violenza alle donne con un auspicio: “che i centri anti-violenza siano riconosciuti come essenziali per l’assistenza così che lo Stato se ne faccia carico. Possiamo parlare di vittoria quando la donna, dopo aver subito una violenza, torna ad una vita ‘normale’. Dobbiamo garantire un percorso di cura e riabilitazione alla donna che ha subito una violenza. Solo allora possiamo dire di avercela fatta”.

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