Contraccezione: risposte scientifiche e leggende metropolitane

ROMA – Sono passati ormai cinquant´anni da quando la pillola anticoncezionale è stata messa in commercio. Eppure, in Italia, solo una piccola minoranza di donne ne fa uso. Questo può significare due cose: o la pillola antifecondativa non funziona e ha degli effetti collaterali devastanti, oppure che le donne sono state mal informate o non informate.

Umberto Veronesi, famoso per la sua lotta contro il cancro, ha idee chiare in proposito. In un articolo apparso ieri su La Repubblica l’eminente clinico afferma che la pillola “in Italia è stata ostracizzata.” E noi ci chiediamo chi è così delinquente, e così misogino, da impedire che sulla pillola la quale è “è uno strumento offerto dalla scienza alla donna per sottrarsi ad un asservimento millenario al maschio”, vengano create delle criminali ‘leggende metropolitane’.

Ma prima di scoprire i colpevoli di questa ennesima violenza al modo femminile ascoltiamo ciò che ha scritto Veronesi sabato: “La pillola è il male. Tutta la contraccezione è il male. O, nel migliore dei casi, è tabù. E così le donne sono state tradite. Le ragazze che si affacciano alla sessualità e le adulte che hanno vissuto la cosiddetta rivoluzione sessuale non sanno che la pillola non ha nessuna controindicazione per la loro salute, che non aumenta il rischio di tumore del seno, e ignorano che le protegge dall´altro temibile tumore femminile, quello dell´ovaio. Nessuno ha detto loro che la pillola anticoncezionale è lo strumento in assoluto più efficace che hanno a disposizione per evitare questa malattia, che colpisce quasi cinquemila donne ogni anno in Italia, con una mortalità ancora elevata. Eppure è dimostrato che il rischio si riduce del 60% non solo durante l´assunzione, ma anche anni dopo la sospensione. So per esperienza che se le donne sono informate e consapevoli di un progresso scientifico – e non solo medico – che protegge la loro vita e quella della loro figlie, lotteranno per averlo, e lo otterranno.”

Veronesi parla di ‘male’ e ‘male’ non è certamente un termine scientifico. ‘Male’ è un termine religioso e teologico. Il ‘male’, secondo la vulgata delirante cristiana, è il demonio, quella forza invisibile che si impossessa degli esseri umani a loro malgrado. Quindi è chiaro che questo strumento scientifico, che, come dice Veronesi, potrebbe strappare alla morte migliaia di donne, viene ostracizzato dalla Chiesa cattolica, quell’istituzione che, attraverso papi e vescovi, afferma ogni giorno il suo amore sperticato per le donne.
È veramente allarmante. E cercando i perché di tanto odio verso il genere femminile ci si imbatte in una credenza delirante: il rapporto sessuale per la Chiesa cattolica deve essere perpetrato solo a fini procreativi. Ogni forma di sessualità, al di fuori del concepimento è peccato, è il ‘male’.

La pillola oltre a prevenire, come ha detto Veronesi, una malattia terribile come quella del cancro, permette di scindere l’atto sessuale dalla procreazione. In questo modo libera le donne da gravidanze indesiderate, da aborti drammatici e permette alle donne di scegliere quando, con chi, e se, avere un figlio. In una parola permette alla donna di avere un’identità senza condizionamenti né confini.

La pillola permette la sua indipendenza dall’uomo, ma soprattutto permette la sua ‘dipendenza’ d’amore con l’uomo, vale da dire la sua spontaneità e il suo totale abbandono nell’atto sessuale, come affermazione della propria identità femminile.
La legge 194, è nata per “garantire il diritto alla procreazione cosciente e responsabile”, è ogni giorno ostacolata e tradita. Dice Veronesi che: “quella legge non è stata applicata nella sua totalità. Il punto chiave che impegna Stato, Regioni e enti locali a sviluppare servizi , informazione ed educazione per la prevenzione dell´aborto, di fatto è pressoché inapplicato.”
Ecco il tradimento fatto alle donne da quei politici che ancora cincischiano con la chiesa cattolica. Quei politici che vogliono che una fervente cattolica come Rosy Bindi prenda le redini del Pd, perché possa andare ogni mattina a messa a farsi dare le veline di comportamento ‘morale’ se non addirittura le bozze di leggi antiliberali e misogine.

Non parliamo poi della destra al governo … è meglio lasciar perdere. Ma almeno ci aspetteremmo che un partito, come il Pd che si definisce di sinistra, e che ha al suo interno molte donne capaci, alzi la testa per difendere non solo i diritti delle donne ma le leggi dello Stato.

Secondo i ginecologi il ‘rapporto interrotto’ è tuttora la metodologia di pianificazione familiare e viene usato tra il 16 e il 25% delle coppie come rivela un dettagliatissimo libro appena uscito, ‘Contraccezione’, edito da L´asino d´oro, scritto dai due ginecologi famosi Anna Pompili e Carlo Flamigni. Questo ottimo lavoro dei due ginecologi ci offre la storia e un quadro d’attualità sulla contraccezione in Italia. Inoltre illustra tutte le recenti scoperte scientifiche e  tutte le tecniche esistenti, da quelle ormonali ai microimpianti, dai preservativi maschili a quelli femminili, dalla spirale al diaframma, dal conteggio dei giorni alla pillola del giorno dopo.
Certo si può scegliere, siamo in un paese libero, dicono, e quindi si possono ascoltare preti e suore che sono dei consulenti d’eccezione in campo sessuale,  oppure si possono leggere ciò che scrivono dei ‘poveri scienziati’ come Flamini e Veronesi. Si può anche sceglier di credere al male e di come esorcizzarlo; si può anche scegliere di pensare alla malattia e come fare prevenirla e a curarla
di pensare.

Si può scegliere di far l’amore con l’angoscia di una gravidanza indesiderata e poi odiare il frutto del peccato perché gli si addossano i propri fallimenti identitari. Ma si può anche scegliere di realizzare la propria identità di donna, magari acconto ad un uomo che non la ostacoli … mai.

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