Intimidazioni e offese telefoniche nei confronti dello scrittore Roberto Malini

Il poeta attivista ha tenuto un reading dedicato ala condizione dei migranti, dei profughi e dei rom in Italia

GENOVA –  Nei giorni successivi alla sua partecipazione alla Notte della Poesia di Genova, il 12 ottobre, con una performance dedicata ai migranti, ai profughi e ai rom, il poeta e difensore dei diritti umani Roberto Malini era oggetto di un attacco sulle pagine Facebook “Dittatura camuffata” e “Adesso fuori dai coglioni”. Si tratta di due pagine che propugnano ideologie xenofobe e che avevano già preso di mira l’attivista milanese. Nelle pagine Facebook veniva riportata la foto di Malini, con epiteti volgari e parole intimidatorie. Dopo la pubblicazione su “Adesso fuori dai coglioni”, che conta oltre 500 mila iscritti, il difensore dei diritti umani riceveva una telefonata dai toni violenti, in cui veniva ricoperto di insulti e definito “il peggiore” e “vergogna dell’Italia”. “Ti abbiamo segnalato,” gridava la voce maschile, facendo seguire nuovi insulti. Malini riportava all’ufficio assistenza di Facebook il post, ottenendone la rimozione: “Abbiamo controllato l’elemento condiviso che hai segnalato come intimidatorio,” comunicava Facebook all’attivista, “e lo abbiamo rimosso dal momento che violava i nostri Standard della comunità. Grazie per la tua segnalazione. Abbiamo comunicato a Dittatura camuffata che il suo contenuto condiviso è stato rimosso”. Oggi, 16 ottobre, Malini ha presentato un esposto alla polizia di Stato, sottolineando i nomi delle pagine intolleranti, degli autori degli attacchi intimidatori e il numero di cellulare di colui che ha effettuato la telefonata offensiva e minacciosa. “Non è la prima volta che ricevo insulti o minacce a causa della mia opera umanitaria e della mia attività culturale a favore della tolleranza e del rispetto per le minoranze,” ha dichiarato lo scrittore e operatore umanitario, “non a caso, l’organizzazione internazionale FrontLine Defenders di Dublino, che opera con il Consiglio d’Europa, e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani sono più volte intervenuti a mia tutela, dopo casi in cui sono stato oggetto di atti persecutori. Il mio nome è inserito fra quelli dei difensori dei diritti umani perseguitati anche nel Rapporto dello Special Rapporteur delle Nazioni Unite per i Difensori dei Diritti Umani. Non tutti se ne accorgono, ma in Italia l’intolleranza cresce ogni giorno e noi attivisti nonviolenti siamo oggetto di attacchi sempre più duri e inquietanti. Dopo l’aggressione via Facebook e la prima telefonata minatoria, ho ricevuto altre chiamate, con insulti e minacce ancora più gravi, fra cui ‘Devi morire, amico dei negri’. La xenofobia e il razzismo creano aggregazione e alcune pagine Facebook contano centinaia di migliaia di iscritti. E’ importante cambiare strada per tempo, prima di assistere alla fine della civiltà dei diritti umani e all’affermarsi di partiti razzisti, come è già avvenuto in Ungheria, Grecia, Repubblica Ceca. Il fatto che l’ex europarlamentare ungherese Viktoria Mohacsi, paladina per tanti anni dei diritti dei rom, sia stata costretta dalle minacce dei neonazisti a fuggire con la sua famiglia in Canada, dove ha chiesto asilo politico, deve far riflettere tutti i democratici e gli amici dei diritti umani”.

 

 

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