Genova, è necessario combattere la xenofobia

GENOVA –  Riguardo alla recentissima aggressione di quattro stranieri, le autorità di Genova seguono la pista “lite fra immigrati” e cercano i possibili autori del crimine proprio fra i senzatetto non italiani.

Era accaduto lo stesso tre mesi fa, quando una squadra di giovani italiani massacrarono a calci e bastonate un ragazzo dell’est Europa. La vittima descrisse così i criminali: “Alti, ben piazzati, scattanti e organizzati. Brutali, spietati. Tutti indossavano cappucci, sciarpe e avevano il volto coperto così da essere irriconoscibili”. Nonostante la descrizione si attagliasse perfettamente ai gruppi neonazisti, incredibilmente gli inquirenti si convinsero – o vollero persuadersi – che il giovane fosse stato vittima di una rissa fra clochard e orientarono in tal senso le indagini, ovviamente senza risultati. Anche gli aggressori delle due coppie di stranieri senzatetto risultano giovani, organizzati, armati di spranghe (tubi innocenti), a volto coperto. Anche il più sprovveduto arriverebbe a una semplice conclusione: una squadraccia di neonazi. Le autorità, invece, hanno concluso che si trattasse di senzatetto non italiani. Il Gruppo EveryOne ha scritto alle istituzioni e alle autorità di forza pubblica di Genova: “Illustri rappresentanti delle istituzioni e della forza pubblica, riguardo all’aggressione di via Piccapietra, la nostra organizzazione internazionale per i diritti umani esprime il proprio plauso e la propria solidarietà a voi autorità, che già interrogate sospetti e seguite piste in base agli indizi raccolti. I nostri operatori umanitari formulano tuttavia alcune considerazioni, a vostro beneficio. In primis, la descrizione degli aggressori, in base alle vostre analisi del video di sorveglianza di un negozio, sembrerebbero squadristi di estrema destra, come dimostrano i tubi innocenti impugnati e i volti coperti, oltre alla loro organizzazione. Inoltre, è importante valutare come alle tre di notte molte telecamere fossero in funzione nella zona dell’aggressione e nelle vie limitrofe. In questi casi, può essere sufficiente visionare i filmati per risalire all’auto degli aggressori o alla loro identità nel caso si tratti di persone a piedi. Certi che valuterete i nostri suggerimenti, che nascono dal nostro impegno civile che si oppone alle azioni violente dei razzisti e dunque da una lunga esperienza, porgiamo i migliori saluti. Roberto Malini, condirettore di EveryOne Group”.

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