Rapporto Unicef. Minori sono 2,2 Mld nel Mondo e ‘Ogni bambino conta’

ROMA  – «Ogni bambino conta». È quanto sottolinea l’Unicef, che oggi presenta il suo nuovo rapporto ‘La condizione  dell’infanzia nel mondo in numeri: ogni bambino conta’.

«Nel mondo sono 2,2 miliardi i bambini e gli adolescenti, che rappresentano il 31% della popolazione mondiale; contarli li rende visibili, e identificarli permette di rispondere alle loro necessità e promuovere i loro diritti attraverso maggiori impegni e innovazioni», ha dichiarato il presidente dell’Unicef Italia, Giacomo Guerrera.  Il rapporto più importante dell’Unicef rileva che: 

– Circa 90 milioni di bambini sarebbero morti prima dei 5 anni se il tasso di mortalità infantile fosse rimasto ai livelli del 1990. In gran parte, questo risultato dipende dai progressi nel campo delle vaccinazioni, della salute, dell’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari. – Dal 1990 il miglioramento della nutrizione ha ridotto del 37% il ritardo della crescita (malnutrizione cronica).  – L’iscrizione alla scuola primaria è aumentata anche nei paesi meno sviluppati. Nel 1990 solo il 53% dei bambini in questi paesi era ammesso a scuola; dal 2011 il tasso ha raggiunto l’81%. Le statistiche del rapporto mostrano le gravi violazioni sui diritti dei bambini: – Nel 2012, 6,6 milioni di bambini sotto i 5 anni – 18.000 ogni giorno – sono morti per cause prevenibili.  – Il 15% dei bambini lavoratori svolge un lavoro che viola il diritto alla protezione da sfruttamento economico, all’istruzione e al gioco. – L’11% delle giovani donne si è sposato prima di aver compiuto 15 anni, correndo seri rischi per la salute, l’istruzione e la protezione.  

I dati rilevano anche divari e ineguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti uniformemente: – I bambini più poveri del mondo hanno tre probabilità in meno di quelli più ricchi di essere assistiti da un operatore qualificato alla nascita. – In Niger, il 39% delle famiglie rurali ha accesso all’acqua potabile rispetto al 100% delle famiglie urbane. – In Ciad, per ogni 100 ragazzi che frequentano la scuola secondaria, le ragazze sono 44 – sono così escluse dall’istruzione e dalla protezione e servizi che potrebbero ricevere a scuola. «I dati hanno un’importanza cruciale perché rendono possibile le azioni necessarie per salvare e migliorare la vita di milioni di bambini, soprattutto quelli più poveri» ha dichiarato Tessa Wardlaw, responsabile Unicef della Sezione Dati e Analisi. «Possono essere fatti ulteriori progressi solo se sapremo quali sono i bambini più trascurati, in quali aree i bambini e le bambine non frequentano la scuola, dove dilagano le malattie o dove mancano strutture igienico-sanitarie di base».  Da quando, nel 1989, è stata firmata la Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e in prossimità della scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel 2015, sono stati realizzati importanti progressi, ma i dati rilevano anche le mancanze e le diseguaglianze, mostrando come i traguardi dello sviluppo non siano distribuiti omogeneamente.  Inoltre, le innovazioni nella raccolta dati, nell’analisi e nella diffusione rendono possibile disaggregare i dati in base ad alcuni indicatori, come: posizione geografica, benessere, sesso, etnia e disabilità, per includere nelle statistiche anche i bambini che sono stati esclusi o trascurati. Il rapporto richiede maggiori investimenti nelle innovazioni , in modo da correggere gli errori dell’esclusione. 

 «Per superare le esclusioni si comincia utilizzando dati inclusivi. Per migliorare l’acquisizione, la disponibilità e l’affidabilità dei dati sulle deprivazioni che i bambini e le loro famiglie devono affrontare, gli strumenti di raccolta e analisi devono essere costantemente migliorati – e ne vengono sviluppati di nuovi. Ciò richiederà investimenti e impegni, sottolinea il rapporto. Molte delle informazioni che abbiamo sulla situazione dei bambini sono il risultato di indagini realizzate a domicilio, in particolare le Indagini Campione a Indicatori Multiple (MICS). Definite e supportate dall’Unicef, le MICS sono condotte dalle autorità statistiche nazionali e raccolgono dati disaggregati su una gamma di argomenti che riguardano la sopravvivenza dei bambini, lo sviluppo, i diritti e i comportamenti. A oggi, le indagini MICS sono state condotte in più di 100 paesi. Le ultime indagini sono state realizzate attraverso interviste che sono state completate in più di 650.000 famiglie di 50 paesi.

»Sono passati trent’anni da quando con La condizione dell’infanzia nel mondo l’Unicef ha iniziato a pubblicare statistiche a livello globale e nazionale, per fotografare la condizione dei bambini nel mondo- ha ricordato il Presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera- Con il lancio di un’edizione del rapporto dedicata ai dati, l’Unicef invita i decision-makers e l’opinione pubblica generale a guardare e utilizzare queste statistiche (www.data.unicef.org) per realizzare un cambiamento positivo per i bambini. Da soli, i dati non possono cambiare il mondo. Ma rendono possibile il cambiamento, identificando i bisogni, sostenendo i diritti e misurando i progressi. Con questo Rapporto diamo anche il via al 25esimo anniversario della Convezione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che celebreremo il prossimo 20 novembre”. (Dire)

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