ROMA – In data 20 gennaio è stato pubblicato un articolo dal titolo: “Rifiuti. Roncigliano come l’area 51? Ecco perché la discarica non avrebbe potuto chiudere”. Pubblichiamo la replica della società in questione
LA REPLICA DI MARCOPOLO ENGINEERING SPA
Essendo citata a più riprese e chiamata in causa direttamente la nostra società, la MARCOPOLO ENGINEERING SpA, ci sentiamo in dovere di rispondere per spiegare l’importante attività che svolgiamo presso la discarica di Albano e la valenza ambientale del nostro intervento, andando anche a confutare numerose inesattezze presenti nell’articolo.
L’impianto “di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili alimentato con biogas, prodotto dalla discarica del comune di Albano Laziale in località Cecchina” è un impianto di messa in sicurezza della discarica attraverso la captazione, la depurazione e distruzione del biogas che viene valorizzato come combustibile per produrre energia verde. MARCOPOLO con più di quaranta impianti di questo tipo all’attivo in Italia e all’estero, da oltre trent’anni è leader in questo settore e ha maturato un’esperienza tecnico gestionale di altissimo livello. MARCOPOLO è un esempio italiano di ricerca e innovazione e nel corso degli anni ha sviluppato 6 brevetti specifici sul biogas; dispone di squadre di tecnici altamente specializzati in grado di effettuare direttamente (24 ore su 24) gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di riparazione di guasti improvvisi. Un innovativo sistema di tele-monitoraggio permette al personale dell’ufficio tecnico della sede di Borgo San Dalmazzo una verifica quotidiana a distanza delle condizioni di funzionamento dell’impianto al fine di ottimizzarne il rendimento e di garantire un a qualità costante del servizio offerto.
L’azione di tali impianti è fondamentale per la bonifica e messa in sicurezza delle discariche in fase di coltivazione o già esaurite, grazie alla captazione del biogas che in esse si produce. Questo biogas è infatti altamente inquinante e se non ci fosse un sistema di captazione, purificazione e distruzione dello stesso, questo si disperderebbe nell’ambiente causando un grave inquinamento e prima ancora rischi all’incolumità dei lavoratori presenti sulla discarica con il generarsi di incendi ed esplosioni. Il Biogas è un gas a effetto serra, infiammabile e inquinante e va opportunamente gestito, la realizzazione degli impianti di captazione del biogas e messa in sicurezza della discarica dovrebbe essere prioritaria e immediata, talvolta invece, ritardi causati da troppa burocrazia comportano rischio di inquinamento e impediscono il recupero energetico in un Paese che importa oltre l’80% dei combustibili, nonché il mancato adempimento degli impegni di Kyoto, in quanto vi è la massima produzione di Biogas nei primi tre anni dalla chiusura di ogni lotto e le torce “temporanee” non
garantiscono la stessa efficacia e attenzione che deriva dall’attività di valorizzazione del biogas tramite cogenerazione e recupero energetico.
Distruggere il Biogas con la valorizzazione/recupero energetico può essere definito due volte Kyoto poiché:
– si sottrae un kW altrimenti prodotto da combustibile fossile;
– si distrugge un inquinante dannoso e infiammabile.
Andando nel dettaglio dei benefici ambientali apportati dall’impianto di Albano si riportano i seguenti dati:
Potenza installata di 1596 kW, energia media prodotta 1250 kWh
– 11,6 Ton CO2 Abbattuta OGNI ORA
– 1,7 Barili Petrolio Risparmiati OGNI ORA
– 5.650 abitazioni private alimentate OGNI ORA
– 830 m3 Biogas distrutto OGNI ORA
– 8,2 alberi risparmiati OGNI ORA
Il biogas, è un gas molto volatile e per questo si disperde in atmosfera molto velocemente creando danni a livello della troposfera. Occorre tener presente che il metano, di cui il biogas è composto per la massima parte, è uno dei gas-serra più potenti, oltretutto come il gas freon buca l’ozono ed è quindi obbligatoria, nel caso del biogas da discarica, la sua degradazione in CO2 e acqua attraverso un processo di combustione. L’emissione di 1 kg di metano in atmosfera equivale ad esalare 25 kg di CO2 (IPCC 2007), si evince pertanto l’importanza e la necessità della sua distruzione e la cogenerazione in tal senso è il metodo più sicuro anche perché si autofinanzia da questa attività, in caso contrario il biogas andrebbe convogliato in torcia senza le stesse garanzie che il sistema sia gestito con la medesima attenzione ed efficacia. Con la tecnologia MARCOPOLO L’Impatto serra provocato dalle emissioni della discarica viene ridotto di 24 volte!
Si conviene di conseguenza che grazie a questa attività si evita l’emissione in atmosfera di inquinanti e gas nocivi e non viceversa come si poteva intuire dalla lettura del’articolo.
Allo stesso modo si smentisce categoricamente che le “esalazioni maleodoranti” avvertite dalla popolazione residente nei dintorni della discarica possano in qualche modo essere causate dall’attività di bonifica della MARCOPOLO in quanto questa elimina le emissioni di gas in atmosfera evitando che questi si disperdano liberamente e possano essere percepiti come cattivo odore.
Infine si fa presente che la comparazione fatta tra le possibili emissioni provocate da un inceneritore e quelle di un impianto di bonifica e messa in sicurezza del biogas è del tutto fuori luogo essendo l’inceneritore un impianto principalmente utilizzato per lo smaltimento di rifiuti mediante un processo di combustione ad alta temperatura (incenerimento) che dà come prodotti finali un effluente gassoso, ceneri e polveri, mentre l’impianto MARCOPOLO presente sulla discarica di Albano elimina l’inquinante biogas che si genera all’interno della discarica a causa della decomposizione dei rifiuti.
La MARCOPOLO si occupa di progetti e processi ambientali e di bonifiche, ci auspichiamo pertanto che leggendo questa nostra risposta i vostri lettori e le persone che vivendo non lontane dalla discarica abbiano la possibilità di ricevere una corretta informazione e possono apprezzare il servizio di salvaguardia offerto dal nostro impianto, vedendolo non come uno spauracchio ma come una maggior sicurezza per la loro salute e la salubrità dell’ambiente in cui vivono.