SPAVOC ed EveryOne Group ottengono il rilascio di alcuni rifugiati LGBT arrestati ingiustamente in Kenya

ST. PAUL’S BAY (MALTA) –  Il 7 febbraio 2015 la polizia di Kawangare, in Kenia, irrompeva in una riunione di profughi LGBT provenienti dall’Uganda, i quali erano stati ospitati da un attivista locale per discutere sui pericoli corsi da gay e lesbiche nei campi profughi del Kenia e contemporaneamente per celebrare la partenza imminente di uno di loro verso un paese terzo, dove si sarebbe finalmente sottratto alla discriminazione e alla persecuzione che aveva caratterizzato finora la sua giovane vita.

I rifugiati accolti dal Kenya sono costretti a vivere in aree sorvegliate dalle forze di polizia, dopo l’approvazione di una legge anti-terrorismo. Le forze dell’ordine erano state chiamate da alcuni vicini, che avevano notato l’arrivo dei partecipanti alla riunione e si erano insospettiti. L’attivista kenyota e i suoi ospiti venivano tratti in arresto e tenuti in custodia; in quelle ore uno di loro veniva picchiato con violenza. Alcuni amici dei profughi arrestati dalla polizia lanciavano un appello al St. Paul’s Voice Centre di Kampala e ad EveryOne Group, che si attivavano immediatamente, scrivendo alle autorità keniote e ricordando loro le leggi che tutelano i rifugiati. Anche il blog internazionale Uganda Gay on Move diffondeva una nota che riassumeva e stigmatizzava l’evento. St. Paul’s Voice Centre ed EveryOne Group chiedevano inoltre un intervento urgente all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, scrivendo sia al suo rappresentante in Kenya, sia ad António Guterres, Alto Commissario attualmente in carica. Le due ong inviavano infine un appello urgente al Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks, al Parlamento e alla Commissione dell’Unione europea. I Commissari intervenivano rapidamente presso il governo del Kenya e i rifugiati venivano rilasciati. Il profugo sottoposto a percosse è stato ricoverato in ospedale. Il St. Paul’s Voice Centre ed EveryOne Group ringraziano le istituzioni internazionali per il loro solerte e fondamentale intervento nonché il governo del Kenya per aver interrotto prontamente ogni forma di violazione dei diritti dei rifugiati presso la stazione di polizia di Kawangare.

 

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