Expo. 26 milioni di pasti per 50mila tonnellate di cibo

Per mangiare all’interno dell’area espositiva un giro di affari da 320 mln di euro

ROMA All’interno dell’Expo saranno distribuiti 26 milioni di pasti per un giro di affari complessivo nei sei mesi stimato in 320 milioni di euro per gustare (tra colazioni, pranzi, merende e cene) un totale di circa 450mila tonnellate di cibo che per la stragrande maggioranza sarà Made in Italy. E’ quanto emerge dal primo studio della Coldiretti sull’Expo nel piatto dal quale si evidenzia pero’ che la vera abbuffata sarà al fuori dall’area espositiva con gli 8 milioni di turisti stranieri che spenderanno durante il soggiorno in Italia ben un miliardo di euro in ristoranti, pizzerie, bar, caffè e rosticcerie per un totale di oltre un miliardo di euro ai quali vanno aggiunti 750 milioni di euro per acquisti di prodotti agroalimentari. Nell’area dell’Expo si calcola che saranno servite 1,5 milioni di colazioni, 17 milioni di pranzi, 4,4 milioni di merende e 3,1 milioni di cene durante i sei mesi con una maggiore concentrazione durante i weekend e negli appuntamenti principali. Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una media di oltre 140mila pasti al giorno distribuiti in ristoranti bar-caffetterie, chioschi e postazioni di street food, ma anche nei padiglioni stranieri che sono attrezzati con la propria ristorazione e nei padiglioni collettivi. Di cibo ce ne sarà dunque di tutti i tipi, dalla cucina tradizionale a quella moderna, e per tutte le tasche, dai chioschi di strada ai ristoranti di classe, ma la vera novità è il primo “Farmer’s Inn di Campagna Amica” che sarà aperto nel roof garden del padiglione della Coldiretti dove saranno direttamente gli agricoltori delle diverse regioni a portare i piatti della tradizione contadina nostrana e non mancheranno giornate a tema. Una anticipazione di quello che i visitatori potranno trovare nelle campagne italiane fuori dall’area espositiva dove saranno guidati da una tecnologia esclusiva varata per l’occasione. “L’ Expo avrà veramente successo solo se sapremo creare le condizioni per prolungare il soggiorno dei visitatori stranieri al di fuori della area espositiva di Milano con nuove attrazioni lungo tutta la Penisola nelle città e nelle campagne”, ha affermato il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’Italia puo’ contare su un sistema di quasi ventunmila agriturismi, quasi diecimila fattorie e mercati degli agricoltori dove poter acquistare prodotti genuini direttamente dal produttore, ma anche su iniziative ad hoc per lasciare della permanenza in Italia un ricordo indimenticabile”. L’Italia è l’unico paese al mondo che – conclude la Coldiretti – puo’ contare anche sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 269 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario, 4813 specialità regionale e 415 vini di alta qualità, ma anche una presenza di residui chimici nei cibi di appena lo 0,6 per cento, dieci volte inferiore alla media dei Paesi extracomunitari e meno della metà della UE.

In anteprima grilli e larve al cioccolato e vino di serpente. Vietata la carne di cane

Per la prima volta in Italia potrà essere consumato a tavola il pesce palla grazie ad una speciale deroga accordata al Giappone per l’esposizione o la degustazione esclusivamente all’Expo che sta per essere concessa anche al coccodrillo per il quale si è mosso lo Zimbawe mentre sono già sbarcati a Milano dalla Thailandia scorpioni ricoperti di cioccolato, larve giganti, termiti disidratate, vodka allo scorpione e cavallette mentre altri insetti dovrebbero arrivare da Vietnam e Birmania, dove sono abitualmente consumati. E’ quanto emerge dal primo studio sull’Expo nel piatto della Coldiretti che, a Cagliari, in occasione della spedizione dopo anni di divieto del primo maialetto sardo, ha esposto alcune inquietanti curiosità provenienti da diverse parti del mondo, dal vino di serpente chesi beve in Cina e in Vietnam, ottenuto mettendo in un infuso alcol e il corpo intero del rettile, che pare sia un ottimo ricostituente, fino ai cioccolatini di grilli e di larve presenti per la prima volta in Italia grazie ad una deroga speciale per l’appuntamento di Milano. All’Expo – sottolinea la Coldiretti – sarà sicuramente vietata la carne di cane e non potranno essere serviti neanche i datteri di mare,iscritti tra le specie protette, ma i piu’ coraggiosi potranno fare, solo all’interno dell’area espositiva, esperienze uniche con cibi fino ad ora vietati in Italia. Il trasporto è blindato con imballi piombati, aperti solo nei capannoni autorizzati sotto l’occhio di tecnici ministeriali e delle Asl mentre il cibo che avanza dovrà essere distrutto e incenerito. Il pesce palla, che è stato il primo cibo vietato ad essere autorizzato, è un piatto molto costoso che in giapponese si chiama fugu e che necessita di un’accurata e delicata preparazione per eliminare il pericoloso veleno. Del pesce palla si mangia il preziosissimo filetto crudo, preparato come sashimi mentre le altre parti possono essere usate per la zuppa e la pinna si mangia abbrustolita sul carbone e poi immersa nel sakè caldo. Anche per il coccodrillo la strada – secondo la Coldiretti – è spianata perché si tratta di un rettile comunemente consumato in molti continenti, dall’Asia all’Africa fino alle Americhe. Inoltre l’Unione Europea non proibisce l’importazione di carni di rettile e il coccodrillo si commercializzata già in alcuni Paesi europei, come il Belgio. Gli insetti dovrebbero trovare posto all’Expo nel Future Food District: il Supermercato del Futuro di Expo, ma per il via libera al consumo c’è stato addirittura un importante endorsement della Fao che in un recente studio li classifica come il cibo del futuro perché stima che fanno parte delle diete tradizionali di almeno due miliardi di persone e che potrebbero quindi essere essenziali per combattere la fame. “Una corretta alimentazione non puo’ prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che anche se iperproteici sono però molto lontani dalla realtà culinaria nazionale”.

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