Terremoto. La scatola dei grilli

ROMA – Il terremoto previsto a Roma ha scatenato reazioni e comportamenti irrazionali in un gran numero di Romani. Moltissimi bambini non sono stati mandati a scuola, moltissimi negozi sono rimasti chiusi, moltissime le assenze al lavoro. E Roma si è svuotata di colpo nel mezzo di una settimana apparentemente come tante altre per la gioia dei turisti e dei pochi rimasti al posto loro.

A pochi chilometri della capitale, al completo alberghi, agriturismo e bed and breakfast, presi d’assalto per scongiurare l’ imminente pericolo di un popolo in preda al panico che, in fretta e furia, ha radunato i suoi beni trasportabili, svuotato casseforti per portarsi appresso mazzi di banconote , pietre preziose, pellicce avvolte nella naftalina. Un esodo nervoso ma composto sulle autostrade, gente ansiosa, smaniosa di raggiungere la meta della salvezza al più presto con ” la roba “. Gli altri,  quelli che sono rimasti in città, hanno fatto man bassa nei super mercati, acquistando quantità inverosimili di pasta, riso, farina, zucchero, caffè, acqua, candele ma anche di lampade tascabili, fiammiferi, thermos, cassette di pronto soccorso, trapani, attrezzature da campeggio e preso d’assalto le farmacie per assicurarsi di tutto per resistere all’ imminente disastro annunciato. Probabilmente avevano preparato anche loro la valigetta pronta-fuga con i preziosi e il liquido per riversarsi nelle piazze, nei giardini. Tutto era pronto. A nessun era venuto in mente di organizzare una festa, un party sul terrazzo. Ed ecco sua Maestà il Silenzio entrare in scena; nessun possibile goal a frantumarlo.

 

A cosa pensavamo tutti, alla morte forse perché costretti, alla solitudine di certo, quella sensazione di catastrofe irrimediabile tanto temuta. dalla quale ci siamo allenati a scappare il più velocemente possibile bombardandoci di suoni, di immagini, di cose da dire e da fare  per non dover pensare, sentire, soffrire. La solitudine è una bellissima signora che frequenta Gianni Morandi,  non è l’uomo nero che si porta via i bambini che hanno paura e piangono nel cuore della notte. La solitudine è un’ idea che ciascuno di noi può vestire o svestire a piacimento con stracci o pezze di seta . E le idee non esistono se non create dalla nostra immaginazione e dunque usiamola. Immaginiamo un grande portone laccato d’azzurro, giriamo l’anello d’oro massiccio che le fa da maniglia e apriamo , spalanchiamo la porta all’ignoto, attraversiamo il velo delle illusioni e risvegliamoci. Quale solitudine, quale silenzio che non siano in grado di cantare la nostra canzone. Regaliamoci, per cominciare a sperimentare il nostro talento creativo, la scatola cinese dei grilli ( di metallo ),   siamo animalisti e prima di addormentarci solleviamo piano il coperchio di raso e ascoltiamoli celebrare un’ eterna notte estiva sotto le stelle, e popolare i nostri sogni di gioia e bellezza.  In verità, non siamo soli mai.

Condividi sui social

Articoli correlati

Università

Poesia

Note fuori le righe