Maltempo. Milioni di danni in agricoltura. E’ calamità

ROMA – Dall’Abruzzo al Lazio fino alla Campania le aziende agricole sono finite sott’acqua per effetto delle precipitazioni che hanno fatto tracimare i fiumi provocando allagamenti a macchia di leopardo dei campi coltivati con milioni di euro di danni.

E’ quanto emerge da un primo monitoraggio della Coldiretti che segnala la necessità di verificare le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nelle zone piu’ colpite. Campi allagati, verdure distrutte e semine perdute, ma anche – sottolinea la Coldiretti – frane e smottamenti che ostacolano la viabilità interna. In Abruzzo – precisa la Coldiretti – nel fucino dai sopraluoghi si segnalano danni a coltivazioni di ortaggi a foglia larga, carote Igp del Fucino e patate con la Coldiretti che ha messo a disposizione i trattori per affrontare le situazioni di emergenza. Campagne sott’acqua anche nel Lazio dove nel frusinate sono andate perse le semine appena effettuate e le coltivazioni orticole mentre in Campania nel beneventano si sono verificati danni ai vigneti di Aglianico e Falanghina con aziende isolate a causa di frane e smottamenti. In Italia l’82 per cento dei comuni ha parte del territorio a rischio idrogeologico ma l percentuale sale nei territorio colpiti dal maltempo dal 98 per cento al 96 per cento dell’Abruzzo fino al 92 per cento nel Lazio. A questa situazione non è estraneo il fatto che negli ultimi dieci anni sono stati sottratti all’attività agricola 690mila ettari da destinare alla cementificazione o per l’abbandono soprattutto nelle aree interne con un impatto drammatico sull’assetto idrogeologico del territorio. Si tratta di – sottolinea la Coldiretti – un territorio vasto come quasi come un milione di campi da calcio abbandonato o occupato dal cemento che non riesce ad assorbire la violenta caduta dell’acqua provocata dai cambiamenti climatici. Anche per questo oggi più di otto comuni italiani su dieci (82 per cento) hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni con quasi 8,6 milioni di cittadini che – conclude la Coldiretti – vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico.

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