Papa: in Africa senza paura per portare il messaggio di pace

NAIROBI – Niente auto blindate, niente giubbotti antiproiettile.

Papa Francesco in Africa compie il suo viaggio piu’ difficile e piu’ pericoloso. Sei giorni tra Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, all’insegna della “riconciliazione” e di “pace e perdono”, dove Francesco non vuole rinunciare al contatto con il popolo, con i piu’ bisognosi. Nonostante gli avvertimenti di possibili attentati, il Papa girera’ in papamobile scoperta. La macchina organizzativa per la sicurezza nei tre Paesi puo’ contare su 25.000 agenti di polizia, la maggior parte di loro appartenenti a unita’ paramilitari, e 3.000 caschi blu. La prima tappa del viaggio e’ il Kenia, Paese dove sono avvenuti alcuni dei piu’ sanguinosi attacchi degli ultimi anni da parte dei jihadisti di al-Shabaab. A Nairobi il governo ha dispiegato 10 mila poliziotti supportati da altri 10 mila volontari del Servizio nazionale della Gioventu’. Saranno inoltre chiuse al traffico le vie principali della citta’. Anche l’Uganda ha reso noto che la sicurezza del Pontefice sara’ garantita dalla presenza di circa 10 mila agenti. Ma a preoccupare di piu’, e’ la tappa nella Repubblica Centrafricana, a Bangui, per l’apertura in anticipo, rispetto all’8 dicembre, dell’apertura della Porta Santa per il Giubileo. Una tappa questa, fortemente voluta da Papa Francesco che ha respinto ogni avvertimento di possibili attentati. Qui la sua sicurezza e’ nelle mani di 3 mila Caschi Blu, circa un migliaio di soldati provenienti da diversi contingenti internazionali e 500 poliziotti locali.

Condividi sui social

Articoli correlati