Abusivismo: in Calabria al via una lunga opera di demolizione di opere abusive

Legambiente: “Le demolizioni sono la miglior cura contro il nuovo e vecchio abusivismo. Dopo la legge sugli ecoreati, il Parlamento approvi  al più presto una legge per semplificare le demolizioni degli immobili fuorilegge”

ROMA – Eppur si muove anche la Calabria. Dopo le demolizioni avvenute in Sicilia, in Puglia e nel Lazio, ora è la volta della Calabria dove, grazie all’intervento della Procura di Reggio Calabria, è iniziato l’abbattimento delle costruzioni fuorilegge. La Procura e la sezione di polizia giudiziaria del Corpo Forestale hanno individuato 686 abusi edilizi, commessi tra gli anni ’80 e ’90. Sono inoltre 22 i comuni interessati dal fenomeno, tra quali prevale quello di Reggio Calabria con 328 abusi (47%) e Bagnara Calabra con 166.

“La demolizione delle opere abusive che sta avvenendo in queste ore nell’hinterland del comune di Reggio Calabria, oltre ad essere una bella notizia e una vittoria per l’ambiente, rappresenta un importante passo di cambiamento che restituisce bellezza e legalità ad una regione, dove il cemento illegale ha prosperato per anni. – dichiara Rossella  Muroni, presidente nazionale di Legambiente – L’abbattimento delle costruzioni fuorilegge è la migliore cura preventiva contro il vecchio e nuovo abusivismo, una cura resa possibile anche grazie alla preziosa e fondamentale azione delle Procure della Repubblica che, spesso da sole, si occupano delle demolizioni degli immobili fuorilegge. Dopo la legge sugli ecoreati, è dunque fondamentale che il Parlamento approvi al più presto una legge contro l’abusivismo edilizio che semplifichi e renda più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni prevedendo tra l’altro pene più severe”.  

“In questo territorio – ha aggiunto Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – per anni le ruspe non sono mai arrivate e l’abusivismo ha prosperato indisturbato, tanto che nei dossier della campagna di Legambiente “Abbatti l’abuso”, su quasi duemila ordinanze di demolizione emesse tra il 2000 e il 2011 a Reggio Calabria, città sciolta per mafia nel 2012, non ne è stata effettuata nemmeno una. Oggi c’è finalmente un inversione di tendenza: la determinazione di un magistrato, il procuratore De Raho, dimostra che lo Stato c’è, che non si gira dall’altra parte. Un pezzo importante del nostro Stato che non fa finta di non vedere e non sapere come purtroppo molto spesso accade nella nostra terra. Grazie procuratore, ha tutto il sostegno della nostra associazione”.

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