Siria, oltre un milione di persone sotto assedio

DAMASCO –  Sono più di un milione le persone che vivono sotto assedio in Siria. Lo denuncia un rapporto redatto dal gruppo olandese Pax e dal Syria Institute di Washington intitolato ‘Siege Watch’, nel quale i numeri delle persone che vivono nelle aree assediate della Siria appaiono raddoppiati rispetto a quelli forniti dalle Nazioni Unite.

Il destino delle zone assediate da ribelli o dal governo di Damasco è al centro dei colloqui di pace tra le parti che dovrebbero riprendere il 25 febbraio a Ginevra. Nel rapporto ‘Siege Watch’ si legge che 1,09 milioni di persone stanno vivendo in 46 zone assediate della Siria, mentre secondo l’Onu sono 18 le aree sotto assedio nel Paese, la maggior parte delle quali indicate alla periferia di Damasco e a Homs. Nella città orientale di Deir el-Zour circa 200mila persone vivono assediate sia dal sedicente Stato Islamico (Is), sia dal governo di Damasco. 

La fornitura di “elettricità e acqua corrente viene tagliata di continuo e c’è un accesso limitato al cibo, al carburante e all’assistenza medica”, si legge nel rapporto. Le morti sono causate in queste zone da malnutrizione, dissenteria, ipotermia e avvelenamento. Alcune comunità sono assediate da mesi o anni In un incontro con funzionari delle Nazioni Unite e degli Stati membri, l’organizzazione Pax ha chiesto di agire in modo da togliere immediatamente l’assedio e costruire così la fiducia necessaria a portare avanti i colloqui di pace.

Profughi 30mila in Turchia

Nel frattempo l’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha chiesto alla Turchia di aprire la frontiera con la Siria per permettere il passaggio del nuovo afflusso di rifugiati – al momento circa 30mila fuggiti da Aleppo -, invitando la comunità internazionale a condividere il peso dell’emergenza con Ankara.  “La Turchia ha ammesso diverse persone vulnerabili e ferite. Tuttavia, a molti non è permesso di attraversare la frontiera. Chiediamo alla Turchia di aprire la sua frontiera a tutti i civili in Siria che fuggono da pericoli e necessitano di protezione internazionale”, ha detto il portavoce dell’Unhcr, William Spindler, spiegando di comprendere le preoccupazioni per un “possibile massiccio afflusso” espresse da Ankara, che già ospita oltre 2,5 milioni di profughi siriani. 

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