Scuola pubblica. Morte annunciata tra tagli e richieste illegittime del contributo volontario

Da quest’anno libri a pagamento per le elementari

 

ROMA – “Manca la ricevuta  del bollettino per l’iscrizione scolastica!”. E’ facile oggi imbattersi in questa richiesta,  del tutto illegittima,  nelle tante segreterie delle scuole, da quelle elementari fino alle superiori. Sì, perchè  non si tratta di una tassa obbligatoria prevista dalla Legge, anche se molti tentano di farla passare come tale, bensì di un contributo volontario che ogni istituto scolastico  stima in base alle  esigenze materiali.

Insomma i tagli del ministro  Gelmini  si fanno sentire e a rimetterci alla fine dovrebbero essere sempre i soliti ignari: in questo caso le famiglie, magari quelle che  hanno già qualche difficoltà ad arrivare a fine mese.
Inutile nascondere che questo escamotage per far cassa fa riflettere, eccome se lo fa, perchè è il segnale inequivocabile della condizione in cui versa la scuola pubblica italiana, o quel che  rimane di questo importante pilastro sociale,  sempre più abbandonata a sè stessa, con dirigenti scolastici costretti a fare gli amministratori delegati per far quadrare un bilancio che non c’è e su cui lo Stato non investe da troppo tempo. Le statistiche dell’Ocse parlano da sole e non è un caso se il nostro paese sia considerato il fanalino di coda dell’Europa proprio per spese nell’istruzione.

Insomma, una scuola gestita come un’impresa su cui però non si vuole investire. Allora ecco un contributo d’iscrizione camuffato da tassa fare la sua comparsa. Così su pressante richiesta della scuola stessa il genitore si trova contro il muro costretto a fare una scelta suo malgrado a causa dell’incapacità della nostra classe politica.
Qualcuno fa passare il contributo come attività extracurriculari, come attività di laboratorio e/o di recupero, come ampliamento dell’offerta didattica e formativa; e chi più ne ha più ne metta. Ma la realtà a volte può essere ben diversa, specie in alcune scuole dove manca praticamente tutto, dalle cartucce per la stampante ai fogli su cui stampare alla carta igienica. E chi bisogna ringraziare? Indubbio che anche  le ultime manovre finanziarie del governo non hanno risparmiato questo importantissimo settore su cui continuano a tagliare i pezzi con l’accetta, noncuranti degli effetti devastanti che continuano a produrre.

Anche quest’anno saranno tagliati per l’anno scolastico 2011-2012 quasi 20 mila docenti, ai quali bisogna aggiungere i 14mila
del personale ATA, ovvero il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, che proprio quest’oggi manifestava davanti al Ministero del Lavoro contro la manovra.
Ma non è tutto. Il peggio deve ancora venire. Da quest’anno anche la gratuità dei  libri di testo nella scuola elementare per il 2011 è stata abolita, o meglio i soldi stanziati pari a 103 milioni di euro azzerati.
Della serie arrangiatevi. Intanto il governo punta sugli investimenti, quelli finti, quelli che non porteranno da nessuna parte, se non tanti soldi nelle tasche sei soliti noti. Basta pensare alle Tav,  al Ponte sullo Stretto, alle spese militari con i milionari budget che serviranno all’acquisto di nuovi strumenti di morte. Intanto la scuola italiana siede all’ultimo banco: quello degli invisibili.

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