Oggi altri arrivi con i corridoi umanitari: 850 storie da raccontare

  

L’impegno crescente della società civile dimostra che è possibile un modello alternativo e autofinanziato per accogliere e integrare uomini, donne e bambini, altrimenti vittime dei trafficanti di esseri umani. Dall’inizio del progetto complessivamente sono giunti in modo sicuro e legale oltre 850 persone con 14 voli.   Domani in Francia l’arrivo del primo “corridoio umanitario” 

ROMA – 850 in 17 mesi: da quel 4 febbraio 2016 ad oggi, con il volo Beirut-Roma atterrato questa mattina a Fiumicino, sono 850 i profughi in particolare situazione di vulnerabilità, che hanno fatto ingresso, regolarmente e in sicurezza, sul territorio italiano. Oggi, il gruppo di 52 persone arrivato grazie ai “corridoi umanitari” era composto per più della metà da minori: provenienti in larga maggioranza dalla Siria, si erano rifugiati nel vicino Libano, alcuni in gravi condizioni di salute. Una bambina in particolare è ora in viaggio verso Torino, dove l’aspettano all’ospedale pediatrico per un trapianto di rene. Un altro nucleo famigliare è composto da 5 minori, di cui 3 talassemici gravi.

Ad accoglierli all’aeroporto di Roma l’equipe ecumenica composta dagli operatori e volontari dei promotori del progetto: Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Comunità di Sant’Egidio e Tavola valdese. Questa volta ad accompagnarli sin da Beirut anche un’operatrice della Diaconia valdese, ora in viaggio su un pullman diretto a Nordest, dove alcuni nuovi arrivati saranno ospitati e inizieranno un percorso di integrazione. Le 52 persone saranno ospitate secondo il modello dell’accoglienza diffusa: 38 sono prese in carico dalla Diaconia valdese che ha messo a disposizione strutture ricettive a  Bergamo, Padova, Venezia-Mestre, Reggello (FI), mentre Sant’Egidio ospiterà gli altri a Roma, Pescantina (Verona) e alla Maddalena (Sassari).

A dare loro il benvenuto in aeroporto durante un briefing con la stampa c’era Manuela Vinay che in rappresentanza delle chiese protestanti ha detto: “venendo qui questa mattina ho incontrato un papà, arrivato in Italia dal Libano l’anno scorso, e che oggi, grazie ai corridoi umanitari, ha ritrovato moglie e figlioletta. Vi invito ad aprirvi e a raccontarvi. Fate sapere le vostre storie. Condividetele senza paura. Qui avviene un incontro tra popoli e generazioni grazie ai corridoi umanitari, che hanno portato 850 persone, sono 850 storie! Benvenuti!”.

A sottolineare il tema dell’accoglienza è stato Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio: “Siamo felici di darvi un futuro di speranza: avete ricevuto questa prima accoglienza affettuosa, un’accoglienza che soprattutto ha la prospettiva dell’integrazione. Siete nostri concittadini in tutto e per tutto – e rivolto ai tanti bambini – : sappiate che le nostre scuole sono già pronte ad accogliervi”.

Mario Giro, viceministro agli Esteri, relativamente alle polemiche intorno all’emergenza sbarchi di questi giorni, per parte sua ha affermato: “all’opinione pubblica italiana vorrei dire che non c’è solo la polemica, la paura, la rabbia; non ci sono solo i problemi, ma ci sono anche i volti sorridenti di questi bambini, che ci rassicurano e che ci dimostrano che si possono fare le cose con la ragionevolezza dell’accoglienza. Domani arrivano i primi corridoi umanitari in Francia. Qualcosa si muove, grazie alla società civile: la sfida delle migrazioni si risolve mettendo insieme società civile e istituzioni. Ancora una volta i corridoi umanitari hanno dimostrato che si riesce a fare tutto l’occorrente senza allarmismi cercando di risolvere i problemi insieme”.

L’arrivo del primo corridoio umanitario francese è previsto domani sera, 5 luglio, all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Per la FCEI sarà presente il presidente Luca Maria Negro, che ha dichiarato: “Per noi si tratta di un traguardo importante. La Francia è il primo paese europeo a seguire l’esempio italiano, una buona pratica portata avanti in chiave ecumenica, dove protestanti e cattolici insieme si sono attivati per l’accoglienza in sicurezza di persone che hanno perso tutto a causa di guerra e persecuzione”. Proprio ieri la FCEI ha inviato una ”lettera-appello” ai partner ecumenici europei e internazionali chiedendo di prendere iniziative anche a livello delle Nazioni Unite.

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