Sanità. No alla ricandidatura dei governati con le “mani bucate”

ROMA I governatori con deficit sanitari, sono avvisati: se si presentano con i bilanci in rosso, per loro arriva l’incandidabilità a qualsiasi carica per 10 anni e la decadenza se non rispettano i piani di rientro. Non candidabili, per “mani bucate” anche i sindaci e presidenti di Provincia. Questo è l’accordo sul nuovo testo che riguarda il decreto legislativo predisposto dai due relatori Enrico La Loggia (PdL), che presiede la Bicamerale e Antonio Misiani (Pd), su premi e sanzioni per Regioni ed Enti locali che sarà votato oggi alla “Bicamerale sul federalismo”.

Il decreto legislativo, prevede la decadenza per i governatori che presentano un bilancio con gravi dissesti oppure la nomina di un commissario “ad acta” per il rientro dal deficit, qualora non fosse elevato. Il governatore rimosso per dieci anni, sarà però incandidabile a tutte le cariche pubbliche elettive. Stessa sorte per i presidenti di Provincia ed i sindaci i cui bilanci saranno ritenuti debitori a causa di dolo o colpa grave secondo il giudizio della Corte dei Conti. Tutti, inoltre, dovranno presentare una Relazione di fine mandato sulla Finanza dell’Ente governato e ciò ai fini della trasparenza e per prevenire le polemiche di inizio mandato sui «buchi» di bilancio trovati.
Il decreto va giù duro anche sui manager della sanità che presentano libri in rosso: a parte la decadenza, per direttori generali, amministrativi e sanitari, scatterà l’interdizione per altre cariche per 10 anni. Il voto è previsto per oggi ma le opposizioni non hanno ancora deciso la posizione da assumere

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