Ricerca medica. Dagli Usa una nuova tecnica da speranza alle persone paralizzate

Tre persone, tutte paralizzate agli arti inferiori, sono tornate a camminare di nuovo, grazie a un impianto elettrico, fissato al midollo spinale e che permette di ‘aggirare’ la lesione facendo ai muscoli le istruzioni di movimento, inviate dal cervello.

E’ la sensanzionale strumentazione tecnica che potrebbe rivoluzionare la vita di migliaia di persone. Si tratta di un successo raggiunto dai gruppi di ricerca statunitensi della University of Louisville, in Kentucky, e della Mayo Clinic, in Minnesota, e che e’ stato pubblicato dalle riviste Nature Medicine e New England Journal of Medicine. Kelly Thomas, 23 anni originaria della Florida, e’ uno dei pazienti della University of Louisville la cui vita e’ cambiata grazie a questo traguardo della scienza, accompagnato comunque da mesi di un’intensa terapia di riabilitazione. 

“Partecipare a questo studio – ha dichiarato Thomas, citata dalla Bbc – ha veramente cambiato la mia vita, perche’ mi ha dato una speranza che non pensavo possibile dopo il mio incidente d’auto”. “La prima volta che ho mosso alcuni passi da sola – ha continuato a raccontare la giovane donna – e’ stata una pietra miliare emozionante nella mia guarigione, che non dimentichero’ mai; e’ sorprendente cio’ che il corpo umano puo’ fare, con l’aiuto della ricerca e della tecnologia“. Anche Jeff Marquis, 35 anni, rimasto paralizzato dopo un incidente in mountain-bike e’ tra i pazienti tornati a camminare; per ora, si muove solo sostenendosi a due sbarre o con l’aiuto di persone che gli tengono entrambe le mani per mantenere l’equilibrio. Il terzo paziente, il 29enne Jared Chinnoch, e’ stato curato alla Mayo Clinic in collaborazione con la University of California di Los Angeles. 

Il ragazzo si era lesionato la colonna vertebrale in un incidente sulla neve, nel 2013; ora, e’ in grado di camminare per oltre 100 metri, solo sostenendosi con un deambulatore. Il sistema sperimentato non ripara le lesioni, ma le ‘aggira’ stimolando i nervi inferiori del midollo spinale. Questo permette ai segnali provenienti dal cervello di raggiungere i muscoli interessati, in modo che una persona possa controllare di nuovo i suoi movimenti. Quando la stimolazione si spegne, non avviene piu’ alcun movimento in modo consapevole. Il neurochirurgo, Kendall Lee, che ha co-guidato il gruppo di ricerca della Mayo Clinic ha espresso soddisfazione, ma anche cautela: “E’ molto eccitante, ma siamo ancora in una fase molto precoce della ricerca, anche se di certo questo da’ speranza alle persone affette da paralisi”. 

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