Taormina. Taobuk: protagoniste “Le Donne del Vino”

TAORMINA – Definisce l’edizione del 2021 di Taobuk il tema della “Metamorfosi”, centrale nella manifestazione taorminese, nucleo di raccordo della cultura letteraria e non solo, con protagonisti della scena nazionale e internazionale.

L’evento (dal 17 al 21 giugno), orchestrato con sapienza da Antonella Ferrara, ha enucleato l’argomento anche in ambito enologico, dove il mutamento dal frutto della vite al prodotto enoico è accompagnato da una sempre più marcata presenza di donne in ruoli preminenti.

Palazzo Ciampoli ha ospitato l’incontro “Le Donne del Vino: terroir e territori”, moderato dalla giornalista de “Il Sole 24 Ore” Fernanda Roggero, evento che ha visto importanti protagoniste del mondo del vino siciliano confrontarsi, in presenza e on-line, con le loro storie ed esperienze, fatte d’idee, sacrifici e grandi capacità imprenditoriali.

La Delegata regionale di Sicilia Associazione Nazionale Le donne del vino, Roberta Urso, ha esordito evidenziando come il vino sappia assicurare una compiuta preservazione estetica e naturale dell’ambiente. Mariangela Cambria, dell’azienda vinicola Cottanera, ha posto l’accento sull’ospitalità che trova nella cultura un suo significativo elemento come nel caso di “Cottanera Visioni”, iniziativa che conduce ogni anno sull’Etna un artista che concorre a creare una sorta di galleria all’aperto per coloro che verranno a visitare quella zona. 

Francesca Planeta, dell’Azienda vitivinicola siciliana Planeta, ha rilevato come la metamorfosi del prodotto enologico siculo si debba a chi ha messo al centro la valorizzazione del territorio e delle diversità varietali, attraverso un percorso di rivitalizzazione e di recupero “ampelografico” e di specificità territoriali quasi perdute nella memoria.

Michela Fischetti, dell’azienda vinicola “Fischetti”, ha vissuto in prima persona, assieme al marito, una metamorfosi dovuta all’aver riportato a nuova vita in Sicilia, regione di cui non è originaria, un terreno del 1500: in principio voleva costruire una dimora agreste, ma col tempo sono stati creati orti, frutteti, fiori e un prato, che donano un concime naturale generatore di sfumature gustative del vino. 

L’imprenditrice e architetto Flora Mondello, di Gaglio Vignaioli, ha sottolineato la funzione sociale della produzione vinicola quale propulsore di lavoro e riconquista di peculiarità territoriali importanti. Come avvenuto nel suo caso in virtù dell’impegno profuso per rilanciare il Mamertino, uno dei più affermati vini in epoca imperiale romana, riemerso prepotentemente (dopo il disciplinare del 2004) grazie alla capacità manageriale dei produttori della zona messinese, tra cui la stessa Mondello che ha fatto costruire un’elipista nella sua azienda agricola attraendo una clientela selezionata.

Una metamorfosi considerevole è quella vissuta da Enza La Fauci, a capo della tenuta omonima che, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, ha deciso, prima per passione con la distilleria Giovi, poi con sempre maggiore convinzione, di innervarsi nella produzione della DOC Faro.

Per quanto attiene al segno femminile nella produzione vitivinicola, Francesca Planeta ha asserito che il rapporto sinergico tra la componente maschile e quella femminile è fondamentale, essendo le donne maggiormente votate alla cura dell’aspetto estetico, a una maggiore accuratezza e precisione. Aspetti che si notano soprattutto nell’ospitalità, elemento di notevole importanza nel settore vinicolo, come accade per il progetto “Donne del Vino Camper Friendly insieme al TCI – Touring Club Italiano”, sorto nel 2020, anche per ovviare alle problematiche pandemiche, capace di avvicinare visitatori alle vigne e ai territori in maniera unica.

Donatella Cinelli Colombini, Presidentessa dell’Associazione Nazionale Le donne del vino (organizzazione voluta da Elisabetta Tognana nel 1988 che oggi ha 900 iscritte dei settori della produzione, carta stampata, giornalismo on-line, sommelier, enotecarie ed esperte del settore), ha sottolineato la centralità dell’ente che promuove una didattica formativa in istituiti alberghieri e del turismo, proprio sul vino, sull’ospitalità, anche con il fine di una parità di genere dal punto di vista lavorativo, obiettivo che richiede un processo culturale importante alla base della creazione d’infrastrutture locali capaci di sostenere le attività del territorio.

Condividi sui social

Articoli correlati