Venezia 69. Film d’apertura: “The reluctant fundamentalist”, contro ogni fondamentalismo

VENEZIA – The Reluctant Fundamentalist, il nuovo film diretto dalla regista indiana Mira Nair, è il film di apertura – fuori Concorso – della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2012).

Guidandoci attraverso gli ambienti culturalmente vivaci di New York, Lahore e Istanbul, The Reluctant Fundamentalist –  che letteralmente significa “Il fondamentalista riluttante” – è un’esplorazione del pregiudizio e del fenomeno della globalizzazione, al contempo esilarante e profondamente inquietante. Tratto dal romanzo omonimo di Mohsin Hamid, bestseller internazionale tradotto in 25 lingue,  è un thriller politico che racconta di un giovane pakistano che lavora a Wall Street, la cui vita viene stravolta a seguito dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001. Si ritrova così coinvolto in un conflitto tra il suo personale “sogno americano”, una crisi internazionale e il richiamo perenne della patria e della sua famiglia. 

Che dire? Una crisi di identità e un bisogno di equilibrio che il protagonista condivide con quanti di noi, spaesati dalla crisi economica, dal rapido cambiamento culturale,  hanno difficoltà di adattamento al nuovo e nostalgia delle sicurezze passate. Alberto Barbera, il direttore artistico della mostra, a spiegazione di questa decisione  dichiara: “ Il film propone numerosi spunti di riflessione. E’ una scelta che sottolinea il ruolo crescente della creatività femminile in tutti gli ambiti della cultura e della società contemporanea. Mira Nair ha realizzato un’esemplare trasposizione cinematografica di un romanzo che affronta il tema, di grande attualità, dei fondamentalismi di ogni ispirazione e natura. Con sensibilità, acutezza e notevole senso dello spettacolo, la regista persegue una difficile scelta di campo, ispirata da profonde motivazioni etiche e morali che, pur scegliendo di confrontarsi con la realtà, ne rifiutano i compromessi  e le aberrazioni”.

Cineasta simbolo del cinema indiano degli ultimi venticinque anni, la regista e sceneggiatrice indiana Mira Nair ha saputo imporsi da subito sulla scena internazionale. Nel 2001 è in concorso a Venezia con Monsoon Wedding – Matrimonio indiano, storia di un matrimonio combinato tra due importanti famiglie borghesi indiane. Il film si aggiudica il Leone d’oro come miglior film e viene in seguito distribuito in tutti i principali paesi europei, dove ottiene un importante successo di pubblico e critica. Il film è inoltre candidato ai Golden Globe e ai BAFTA.  Mira Nair è da sempre attenta alle questioni sociali e divide le proprie energie tra il lavoro cinematografico e le due organizzazioni non-profit che ha fondato. Nel 1988 ha destinato i profitti del suo film Salaam Bombay! alla creazione del Salaam Baalak Trust, che ha avuto un impatto diretto sulla politica del governo nei confronti dei bambini di strada in India. Dopo vent’anni l’organizzazione conta venticinque centri che, ogni anno, offrono un ambiente accogliente e sicuro a 5000 bambini di strada. Nel 2005 la Nair ha istituito il Maisha, un laboratorio annuale di cinematografia in Africa orientale che offre una formazione nei mestieri del cinema a centinaia di studenti provenienti dall’Uganda, dal Kenya, dal Rwanda e dalla Tanzania.

Contro ogni fondamentalismo,  antidoto è la cultura.

 

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