Laura Veirs: piccoli gioielli folk al Circolo degli Artisti

ROMA – La prima data del breve tour italiano di Laura Veirs è Roma, e la location non può che essere il Circolo degli Artisti, da considerare oramai come il tempio dell’indie rock nella capitale.

Cantautrice originaria dell’Oregon ma ormai di stanza a Portland, studiosa di geologia e traduttrice dal cinese, la sua musica è un folk acustico molto vicino a quello di  Suzanne Vega e Joni Mitchell, sviluppato però con attitudine indie che le ha fatto conquistare l’interesse e il rispetto di artisti più famosi, primi fra tutti i Decemberist di Colin Meloy, con cui ha duettato nel brano “Yankee bayonet”del 2006.
E’ il tour che fa da supporto a “July flame”, disco oramai uscito da circa un anno e che ha rappresentato un ritorno alle melodie delicate ed essenziali dei primi lavori, impreziosite da una struttura musicale in cui piuttosto che chitarre elettriche e batteria si inseriscono arrangiamenti d’archi e inserti di tromba.
Preceduta da “Led to Sea”, pseudonimo dietro il quale si cela Alex Guy, violista di Seattle che poi la affiancherà sul palco, Laura Veirs sale sul palco con chitarra, vestito nero a fantasia, capelli con trecce e immancabili occhiali neri.

La formazione a tre – oltre alla già citata Alex è presente anche un chitarrista – sembra perfetta per ricreare dal vivo la resa sonora di brani che già in studio funzionano egregiamente, anche grazie ad una voce perfettamente a suo agio soprattutto nelle ballate acustiche.
La maggior parte del concerto verte sui brani dell’ultimo disco “July Flame”, a cui si alternano pezzi di un passato più recente e cover di canzoni tradizionali americane.
Dall’aspetto timido e gentile Laura Veirs riesce, nell’ora scarsa di durata del suo concerto, a dialogare più volte con il pubblico, dimostrando anche una giusta dose d’ironia, e addirittura a coinvolgerlo durante le canzoni, come avvenuto durante l’esecuzione di “July flame” e “Life is good blues”.
I presenti sembrano apprezzare il tutto,come dimostra anche la fila che si crea a fine concerto al banchetto del merchandising, con la presenza della stessa Laura Veirs intenta a firmare qualsiasi tipo di oggetto – cd, vinili,magliette, booklet dei testi – che le viene proposto.

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