Venezia 70. Premio Persol ad Andrzej Wajda, al Lido Walesa

VENEZIA. «Walesa, l’uomo della speranza» del regista polacco Andrzej Wajda, sarà in prima fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, lo aveva annunciato, alla conferenza stampa di presentazione, il direttore Alberto Barbera, aggiungendo che Lech Walesa in carne ed ossa sarebbe stato presente per assistervi. 

Andrzei Wajda, 87 anni,  racconta la vita del mitico fondatore del sindacato Solidarnosc, che negli anni ’80 diede impulso a libertà e democrazia, in Polonia e negli altri paesi dell’Europa dell’Est.

La Mostra di Venezia annuncia che quest’anno sarà attribuito al regista e sceneggiatore  Andrzei Wajda il premio Persol,  intendendo con ciò celebrare una leggenda del cinema internazionale. La consegna del premio Persol ad Andrzej Wajda avrà luogo al Lido giovedì 5 settembre alle 21.45 in Sala Grande (Palazzo del Cinema) e a seguire la proiezione del film sullo storico protagonista della nuova Polonia.

Andrzej Wajda ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera della Mostra nel 1998, e l’Oscar alla carriera nel 2000. Nel 1981 ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes con L’uomo di ferro, nel quale Lech Wałęsa, leader di Solidarność, compariva nei panni di se stesso, contribuendo a caratterizzare Wajda come regista del cambiamento in Polonia. A Venezia nel 1958 Wajda presentò uno dei suoi primi capolavori Cenere e diamanti, considerato fondamentale nella storia del cinema del suo paese, imperniato sulla crisi e la ribellione di una generazione di giovani polacchi “bruciati” dalla guerra, film che allora lo consacrò esponente di punta della Nouvelle vague dell’Europa dell’Est.  Wajda, insieme a Polanski, Kieslowski, Skolimovski, Zanussi, è uno dei maestri, che fra gli anni ’50 e ’70 si sono formati presso la celebre Scuola di cinema di Lodz

 Il direttore Alberto Barbera spiega così la decisione del Persol: “Wajda non è soltanto il cineasta più rappresentativo del cinema polacco del dopoguerra. E’ il regista che con la sua opera (oltre 50 film in poco più di 60 anni di attività), ha saputo porsi gli interrogativi più importanti e decisivi in merito alla storia del suo Paese e, di riflesso, dell’Europa intera”.

 

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