Campetty Band e il fascino discreto dell’aspirapolvere. Video

ROMA – Abbiamo ascoltato i loro brani, precisamente il loro ultimo lavoro “La raccolta dei singoli”, ci hanno convinto la loro tenacia e la loro originalità. Parliamo della Campetty Band, un gruppo molto particolare e in gamba, con un repertorio che attinge nello stile ai Baustelle uniti ad Ivan Graziani, passando per la migliore tradizione indie rock italiana. Hanno un suono riconoscibile, di riff e ritmi che rimangono impressi e una volta ascoltata la loro discografia, è difficile non ricordarli.

Le loro esibizioni sono molto “sui generis”, (quante volte avete visto musicisti suonare utilizzando anche folletti aspirapolvere?); sono uno dei gruppi tra i più originali in questo senso.

 

 Hanno la capacità di spaziare e non fermarsi in tutto il disco  ad una sola melodia, un solo genere, da ballate e a testi e brani pù densi senza mai annoiare. Sono “poeti maledetti” che cantano di una quotidianità a volte letale di cui elencano ogni dettaglio, o fanno la descrizione precisa di un “attimo” che cambia tutte le carte in tavola. Non è un’abilità che hanno in molti e averci provato, ed esserci riusciti, gli fa molto onore, considerando che spesso si rischia di essere in caso di risultati positivi, la copia di qualcuno o qualcosa di già fritto e rifritto, ma non è questa la circostanza. 

La Campetty Band, composta da Fabio e Michele Campetty, accompagnati da Paolo Comini e Gian Nicola Maccarinelli, incide attualmente per l’etichetta bresciana Orso Polare Dischi e vantano un passato discografico composto da altri lavori sotto il nome prima di “Edwood”, poi di “Intercity” , hanno pubblicato diversi dischi in inglese prima di questa esperienza. Voce femminile per il brano “Mariposa Gru” è Sara Mazo, del gruppo degli Scisma. “La raccolta dei singoli” è uno dei dschi di cui non si riesce a saltare un brano e che per il 2013 è uno dei bocconi più interessanti, vuoi anche solo per il saper passare da una pacatezza a un momento di intense distorsioni della chitarra, come un’impennata improvvisa in un momento di acquisita ma fugace libertà, che può fare una giornata diversa,  che sarebbe altrimenti stata come tante, all’insegna dell’ordinario.

Campetty band – Mariposa Gru

 

Condividi sui social

Articoli correlati