L’ Introverso. Intervista a Nico Zagaria: “La giornata inizia con la meditazione”. Video

ROMA –  L’introverso é un nuovo gruppo, che sta ritagliandosi uno spazio.  “Primo attore” è un estratto dell’album “Io”, lavoro della band che riflette sulla dimensione  intimistica della persona, un “Io”che riesce a trovare nel mondo, nonostante difficoltà e sofferenza, la sua strada, calma e felicità nelle piccole cose quotidiane, fosse anche solo un raggio di sole… 

Valentina Marchetti ha intervistato Nico Zagaria  la voce della band. Gli altri componenti sono Marco Battista , chitarra e mandolino;  Mattia Grilli , chitarra; Futre,  basso;   Elia Rocca, batteria.

 

Quando avete capito che la musica era la vostra strada? 

N. Z. La nostra passione nasce sin da giovanissimi. Anche se ai tempi non ci conoscevamo, parlando tra di noi è emerso un passato comune: eravamo i tipici ragazzini per la quale la musica era tutto, che sceglievano gli amici e le fidanzate in base a quello che ascoltavano. Chi ascoltava brutta musica, per noi era una persona poco interessante o, in casi estremi, un nemico. Abbiamo cominciato a suonare più o meno tutti tra i 16 e i 18 anni, anche se in band diverse: avevamo molti amici o compagni di scuola che suonavano. Ci siamo resi conto che questa era la nostra strada quando, man mano che si cresceva, i nostri amici smettevano uno dopo l’altro per cercare altre vie più sicure o, semplicemente, perché avevano perso la passione, mentre noi continuavamo ad avere la stessa fame, la stessa grinta e gli stessi sogni. 

 

Quali sono state le vostre influenze musicali?

N. Ascoltiamo tantissima musica, di influenze musicali siamo pieni, consciamente o inconsciamente. Possiamo sintetizzare dicendo che ci piacciono gli anni 90 e che sicuramente il rock inglese e il rock italiano ci influenzano molto di più di quello statunitense. 

 

Come nasce “Primo attore”, quando l’avete composta?

Z.“Primo attore”, come le altre canzoni, è nata in solitudine. Il concepimento di una nuova canzone, per me, è sempre un momento intimo,  sono solo con me stesso. “Primo attore” l’ho scritta in una fase delicata della mia vita, infatti probabilmente è la canzone più intima di tutto l’album. E’ difficile parlarne, non ci riesco mai. Scusami.

 

D Quanto è difficile oggi emergere nella scena musicale italiana?

Z. Penso sia difficilissimo. La concorrenza è spietata e, da quando non si vendono più i dischi, le etichette discografiche si sono dimezzate. Quelle che ci sono, investono su molti meno musicisti e, quando lo fanno, di solito puntano su quelli che vanno di moda, sia nel campo del nazional-popolare, sia in quello alternativo. Tocca fare quasi tutto da soli e non resta che sopravvivere in questa enorme giungla. Ma ormai è un po’ che ci siamo dentro e non temiamo più niente: non ci abbattiamo e non ci arrabbiamo più alla prima delusione. Se fai il musicista, devi accettare il fatto che sei perennemente esposto ai giudizi, molto più di una persona che fa una vita ordinaria. Se ti esprimi nel campo dell’arte, devi imparare ad accettare i pareri negativi, quelli positivi e, soprattutto, l’indifferenza. Nella musica abbiamo ancora molta strada da fare, ma sotto quest’aspetto siamo già navigati. Siamo molto forti.

 

D. Come nasce “Io”?  

N. Z. “Io” l’abbiamo registrato al Noise Factory di Milano ed è prodotto da Alessio Camagni (Ministri, etc.). E’ un album che nasce dall’urgenza di tirare fuori tutto quello che avevamo dentro: sofferenza, serenità, malinconia, speranza. Abbiamo messo in gioco tutte le nostre emozioni. Ci siamo svuotati per azzerarci e ripartire da zero come persone, innanzitutto. I testi sono scritti tutti in prima persona ed è per questo che, alla fine, abbiamo deciso di intitolarlo “Io”. Ma, come ci insegnavano a scuola, non sempre la voce narrante equivale a quella dell’autore. Alcune volte sì, altre no.

 

Quanto sono importanti oggi mezzi come Youtube, Itunes?

N.Z. Sono importantissimi. Proprio in virtù di quello che dicevamo prima, con la crisi della discografia e delle strutture che ti danno la spinta, i social network e simili ti consentono di avere una visibilità che altrimenti sarebbe impensabile. Con Spotify, poi, sembra si stia delineando un futuro che fino a poco tempo fa sembrava incerto e destinato a rimanere selvaggio. Nonostante siano da migliorare, i servizi di streaming possono accontentare tutti: il produttore, il consumatore, gli intermediari.  Secondo me è la miglior invenzione per l’ascolto della musica dai tempi del cd. Tutto quello che c’è stato in mezzo sarà solo un brutto e confuso ricordo, seppur sia servito ad arrivare a questo.

 

Come inizia una vostra giornata tipo?

N.Z. Facendo meditazione.

L’introverso – Primo attore

 

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