Linkin Park a Milano. Tutto esaurito per un concerto strepitoso

 

MILANO. Finalmente dopo anni i Linkin Park tornano in Italia e lo fanno alla grande! Sono il primo gruppo ad aprire l’Alfa Romeo City Sound Festival il 10 Giugno all’Ippodromo del Galoppo di San Siro. Più di 35mila fans. Ma loro sono i fortunati, di sicuro non le migliaia di persone rimaste fuori dai cancelli causa SOLD-OUT.

Nessuno si aspettava un successo di questa portata. Una data, un concerto, un evento sospirato e atteso da migliaia e migliaia di persone da chissà ormai quanto tempo. Ragazzi accampati in fila da giorni, con tende, sedie, cuscini, cibo e acqua. I meno organizzati, invece, hanno aspettato in piedi per ore sotto al sole e ovviamente persone che svenivano o si sentivano male, non mancavano. C’erano ragazzi che rinunciavano alla fila perché la giornata era veramente troppo calda e afosa. Per i più audaci invece, una volta aperti i cancelli la stanchezza e il caldo non si sono più fatti sentire ed è cominciata la corsa per i posti migliori. I primi 2mila più fortunati, sono riusciti a piazzarsi sotto al palco. Ma l’attesa non era finita e mentre Chester firmava autografi nell’autosalone dell’Alfa Romeo ad insaputa di molti, i ragazzi aspettavano ancora ore ed ore sotto il sole cocente fino all’apertura vera e propria del concerto con il gruppo “Fall Out Boy” che hanno incominciato a scaldare il pubblico che però aveva solo voce per gridare: “Linkin Park, Linkin Park, Linkin Park…!”. E finalmente ecco la quiete prima della tempesta. Dal buio e dal più completo silenzio inizia la prima nota di ” The Catalyst ” e il pubblico con un boato che ha fatto quasi tremare il vicino Stadio di San Siro, accompagna la band dall’inizio del concerto fino alla fine cantando a squarciagola. La voce del cantante Chester Bennington fatica paradossalmente a farsi sentire perché sommersa dalle migliaia di voci dei fans che sapevano a memoria ogni singla nota di ogni singola canzone della band. Lo stupore e la felicità del cantante Chester Bennington e del rapper Mike Shinoda trapela dai loro volti e dai loro sorrisi trasmessi sui 2 grandi schermi posti ai lati del palco. Forse neanche loro si aspettavano tanto calore dai loro fans italiani. Un concerto fatto di emozioni, pianti, grida, salti e di momenti magici come l’attesissimo flash mobe per “Until it’s Gone” dove i Linkin Park hanno scelto l’Italia per creare un video live del nuovo singolo. Simpaticissima e inaspettata la spiegazione del flash mob in italiano da parte del rapper Mike Shinoda che ha fatto sorridere il pubblico per il suo notevole impegno. Insomma dopo anni e anni di carriera i Linkin Park non deludono mai. A 38 anni il cantante Chester Bennington si fa ancora pulsare le vene sulla fronte quando si mette a cantare “Papercut” e “In The End” e ci fa emozionare quando canta “Shadow Of The Day”. Non si è fermato un attimo per tutto il concerto: saltava, gridava, correva e sudava per tutto il palco come se fosse ancora la sua prima esibizione. Non solo dunque un concerto, ma anche uno show e un vero e proprio spettacolo. C’è la potenza di chi in concerto vuole picchiare pesante come il batterista Rob Bourdon che con i suoi assoli ha lasciato tutti a bocca aperta, c’è Joe Hahn che con la sua musica elettronica fa vibrare letteralmente la terra sotto i piedi, c’è chi inoltre fa da “collante” unendo tutto questo con il suo carisma, con la sua capacità di suonare più strumenti (chitarra, tastiera, effetti elettronici) e una voce in grado di spaziare tra controcanti e travolgenti pezzi rap, come Mike Shinoda, e poi ci sono Brad Delson (chitarra) e Phoenix (basso) che mettono sempre cuore, umiltà e passione in tutto ciò che suonano. Con questo mix perfetto affinato da diciotto anni di esperienza, il concerto non può che essere uno spettacolo condensando tutto il materiale migliore e più significativo della produzione della band in un ora e mezza: un concerto strutturato in diversi atti con spazio ad atmosfere scenografiche, elettroniche, remix, intro e outro che collegavano una canzone all’altra. Non tutto però è andato per il verso giusto. Il mixing dell’audio era chiaro ma i volumi non erano all’altezza per chi si trovava più lontano rispetto al palco perché risultavano bassi per un concerto di questa portata. Quindi alcuni spettatori hanno mosso delle critiche all’organizzazione anche per il costo eccessivo delle bevande e del cibo. Nonostante tutto ciò quello del 10 Giugno rimarrà un concerto scritto nella storia e che tutti porteranno nel cuore. Il legame che ormai si è creato tra i Linkin Park e il nostro Paese è davvero forte e ci aspettiamo tutti di rivederli presto! 

 

 

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